DI TUTTO UN PO'

DEDICATO A CHI HA TOCCATO IL MIO CUORE

Camminando per la strada ecco un pallone arrivare tra le mie gambe, un bimbo spunta fuori dall’angolo e con occhi sognati, come quelli di un piccolo goleador, mi richiede la palla indietro. Impacciata e anche un po’ divertita lo rilancio con prontezza e vedo negli occhi del piccolo goleador la gioia di riavere il suo premio tra i piedi. Mi fermo a guardarlo andare via e la mia mente vaga nel ricordo di un altro piccolo goleador due occhi verdi ed i capelli come il sole  che ha perso la sua spontaneità nel correre dietro ad un palla quanto la vita ha chiuso gli occhi della sua mamma.

Gli occhi di un bambino che ha perso l’amore più grande della sua vita, l’amore materno, si spengono della loro luce. Il ricordo di colei che teneramente lo teneva nelle sue braccia e lo attaccava al seno accarezzandogli la piccola testa, così indifeso eppure così forte. Gli occhi di un bambino al quale la vita ha donato solo la parte più brutta di se stessa.

Solo nel suo letto, stringendo il cuscino a se e piangendo da solo perché solo si sentiva.

 Fiero di se stesso perché era stato forte ma dentro di se sentiva il cuore che faceva male. Mai un gesto d’amore, mai una carezza, mai un abbraccio sempre e solo rifiuti sempre e solo rimproveri. Lui cercava solo comprensione solo un piccolo gesto d’amore solo quello, un piccolo gesto d’amore. Come si fa a non abbracciare un bambino di nove anni che ha perso l’amore più grande della sua vita come si fa eppure noi adulti, fieri di esserlo,  a volte non ricordano quando eravamo bambini e cercavamo conferme in un gesto, basta così poco per loro davvero poco. Nella sua vita ha dovuto lottare contro tutto e contro tutti, ha dovuto ingoiare parole e gesti non consueti per un piccolo bambino che cresce, non ha mai avuto affianco a se una luce guida che lo accompagnava nel suo cammino da adulto, eppure adulto lo è diventato arrampicandosi piano piano lungo il sentiero che lo ha portato in cima a quella montagna che si chiama essere adulto. Un bambino che è cresciuto prima del tempo che non ha avuto adolescenza e che se l’ha avuta la vissuta in pieno senza farsi prendere dalla sua insicurezza che ogni giorno che cresceva con lui  e con la quale doveva lottare per non farsi trovare impreparato. Un adulto lo è diventato perché la forza che lo ha fatto nascere lo ha fatto anche crescere. Un bambino che è diventato adulto e che si è fatto da solo. Un bambino i cui occhi hanno guardato avanti lasciando indietro il rimpianto di qualcosa mai assaporato e che sono pieni di rabbia per quello che la vita gli ha negato.

Ora è un uomo e va avanti nella vita, penando per ogni cosa e sentimento che la stessa gli offre. E’  una lotta continua ogni giorno e come un guerriero sfinito perché vorrebbe un po’ di pace, vorrebbe posare un attimo le armi e riposarsi, ma lei è là,  la VITA lo accarezza  come una donna che ha negli occhi la dolcezza ma che al tempo stesso lo vuole dominare e lui fermo su se stesso non ci stà. Lui vorrebbe solo pace, vorrebbe solo comprensione solo un attimo per fermarsi e respirare,come quando era piccolo,  chiedeva così poco un minimo,  ma la VITA non è disposta a dare, non ora e forse mai. Ma lui continua a lottare perché sa che solo lottando la VITA non potrà mai dominarlo.

Cammina fiero con te stesso guerriero e non lasciare mai che nessuno, anche chi ti ama, possa giudicare l’uomo che sei diventato dopo il duro cammino che hai dovuto affrontare. Si fiero di quello che hai creato e credimi è veramente tanto soprattutto perché nulla o poco ti è stato donato.