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venezia - il Doge -


La carica di doge era ambita per il valore simbolico che donava alle famiglie aristocratiche; lo sfarzo e la pompa che circondavano le cerimonie dogali rendevano la funzione ambita da tutti coloro che aspiravano ad essere qualcosa di più che dei semplici nobili, ma i dogi stessi dovevano contribuire pesantemente al loro mantenimento, ed era quindi una carica molto costosa e di fatto appannaggio della aristocrazia ricca (vi erano infatti anche una aristocrazia povera e una poverissima).A seconda dei tempi e delle situazioni il doge agiva da condottiero o da supremo notaio. Per cui, tralasciando la grande varietà di situazioni, si può solo dire che sempre all'interno dell'ordinamento politico vi erano una serie di disposizioni che limitavano pesantemente le prerogative del doge e perfino la sua stessa vita quotidiana: la funzione del doge era principalmente quella di rappresentante ufficiale di Venezia nelle cerimonie pubbliche e nelle relazioni diplomatiche con gli altri stati e di mostrarne la regalità pur senza regnare. L'unico potere effettivo che non fu mai sottratto al doge fu quello di poter comandare la flotta e guidare l'armata in tempo di guerra. Per il resto egli si limitava a sedere a capo della Serenissima Signoria e presiedere con essa a tutti i consigli della Repubblica, nei quali però il suo voto non aveva più valore di quello di qualunque altro membro.