carabinieri a venezia

Post n°11 pubblicato il 05 Marzo 2009 da dogebarnaba
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campanile s.stefano Costruita del VII secolo, poi riedificata nel XII secolo, l'assetto attuale della Chiesa di San Zaccaria risale alla seconda metà del '400 grazie all'intervento prima di Antonio Gambello e poi di Mauro Codussi. Tra il 2000 e il 2005, due interventi di restuaro hanno riguardato San Zaccaria: un intervento conservativo dei chiostri dell'ex-convento e il restauro delle tele di J. Palma il Giovane sulle portelle d'organo conservate in questa chiesa.

La chiesa è organizzata su tre navate con un abside pentagonale. Il presbiterio è rialzato e sovrastato da una grande cupola e cinque più piccole.

In origine le sorgeva accanto il convento delle Benedettine (soppresso nel 1810 con gli editti napoleonici) riservato a giovani nobildonne delle più importanti famiglie di Venezia monacate anche senza vocazione. Secondo la tradizione, ogni anno, a Pasqua, il doge riceveva dalle monache della chiesa un copricapo dogale a corno.
La Caerma dell'ARMA DEI CARABINIERI è posata slle mura lateralmente alla chiesa di San Zaccaria.

 
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venezia - Porcuratie vecchie e nuove -

Post n°10 pubblicato il 05 Marzo 2009 da dogebarnaba
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Le Procuratie Vecchie si estendono per 152 metri dalla Torre dell'Orologio verso l'Ala Napoleonica, con un portico di 50 arcate cui corrispondono le 100 finestre dei due piani superiori. Sebbene chiuse a tutto sesto, la leggerezza delle aperture ricorda lo stile veneto-bizantino delle prime procuratie, edificate nel XII secolo sotto il doge Sebastiano Ziani (visibili nel celebre dipinto di Gentile Bellini "La processione in Piazza San Marco").

Queste, danneggiate in parte dal fuoco all'inizio del XVI secolo, furono demolite e ricostruite su disegno di attribuzione incerta: si fanno i nomi di Mauro Codussi, Giovanni Celestro, Scarpagnino. Sicuramente i lavori furono affidati nel 1517 a Guglielmo dei Grigi e Bartolomeo Bon e furono terminati nel 1538, pare con il contributo di Jacopo Sansovino.

Attualmente ospitano negozi al piano terra ed uffici ai piani superiori.

 
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venezia - ponte degli scalzi -

Post n°9 pubblicato il 05 Marzo 2009 da dogebarnaba
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Il Ponte degli Scalzi a Venezia è, assieme al Ponte di Rialto, al Ponte dell'Accademia e al Ponte della Costituzione, uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande.

È detto anche ponte della stazione o della ferrovia a causa della vicinanza della stazione ferroviaria di Santa Lucia.

Il ponte fu eretto per la prima volta nel 1858, sotto la dominazione asburgica, per migliorare l'accesso alla stazione ferroviaria recentemente costruita. Si trattava di un ponte metallico a struttura rettilinea, molto simile a quello eretto pochi anni prima all'Accademia.

Il ponte in metallo venne sostituito da un nuove ponte a singola arcata interamente in pietra d'Istria, su progetto dell'ingegnere Eugenio Miozzi (1889-1979). I lavori di costruzione iniziarono il 4 maggio 1932 e il ponte fu inaugurato appena due anni dopo, il 28 ottobre 1934.

 
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venezia - ponte di Rialto -

Post n°8 pubblicato il 05 Marzo 2009 da dogebarnaba
Foto di dogebarnaba

Il ponte di Rialto è uno dei quattro ponti, oltre al Ponte dell'Accademia, al Ponte degli Scalzi e al Ponte della Costituzione, che attraversano il Canal Grande, nella città di Venezia. Dei quattro, il ponte di Rialto è il più antico e sicuramente il più famoso.

Il primo passaggio sul Canal Grande fu un ponte di barche costruito nel 1181 da Nicolò Barattieri, che eresse, tra le sue opere, anche le due colonne in Piazza San Marco. Fu chiamato Ponte della Moneta, presumibilmente per via della Zecca che sorgeva vicino all'ingresso orientale.

La crescente importanza del mercato di Rialto sulla sponda orientale del canale fece aumentare il traffico sul ponte galleggiante. Attorno al 1250 fu sostituito da un ponte di legno strutturale. La struttura era costituita da due rampe inclinate che si congiungevano presso una sezione centrale mobile, che poteva essere sollevata per consentire il passaggio delle navi più alte. Data la stretta associazione con il mercato, il ponte cambiò nome e diventò Ponte di Rialto. Nella prima metà del XV secolo lungo i lati del ponte vennero costruite due file di negozi. I proventi derivanti dagli affitti, riscossi dalla tesoreria di stato, contribuivano alla manutenzione del ponte.

Nel 1310 il ponte fu danneggiato nel corso della ritirata dei rivoltosi guidati da Bajamonte Tiepolo. Nel 1444 invece crollò sotto il peso della grande folla radunata per assistere al passaggio del corteo della sposa del marchese di Ferrara. Un altro crollo avvenne nel 1524.

Nel 1503 venne proposta per la prima volta la costruzione di un ponte in pietra. Nei decenni successivi vennero valutati diversi progetti. Nel 1551 le autorità veneziane indissero un bando per il rifacimento del Ponte di Rialto. Architetti famosi come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio e il Vignola, presentarono progetti di approccio classico, con diverse arcate, che non furono giudicati adatti alla situazione.

L'attuale ponte in pietra ad arcata unica, realizzato da Antonio da Ponte in collaborazione col nipote Antonio Contin, fu completato nel 1591 durante il dogado di Pasquale Cicogna. Per quanto riguarda la progettazione, il da Ponte probabilmente ne fu il coordinatore, ma nella stessa sono accreditati anche Alvise Baldù e Vincenzo Scamozzi. La struttura è molto simile a quella del precedente ponte in legno, segno della corretta concezione originale. Due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, portano ad una sezione centrale. Tutto il ponte è coperto da un porticato. Il progetto fu da alcuni considerato fin troppo audace dal punto di vista ingegneristico, al punto che secondo l'architetto Vincenzo Scamozzi il ponte sarebbe crollato[senza fonte]. Il ponte invece resiste tuttora, ed è diventato uno dei simboli architettonici di Venezia

 
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venezia - ponte calatrava -

Post n°7 pubblicato il 05 Marzo 2009 da dogebarnaba
Foto di dogebarnaba

C’è la Pietra d’Istria, marchio di fabbrica della Serenissima, ma ci sono anche i lampi blu dell’acciaio e l’eterea trasparenza del vetro. Il nuovo ponte sul Canal Grande, progettato da Santiago Calatrava che lo definisce «una passerella di luce», tenta la via della contemporaneità per amalgamare in un composto inedito gli elementi della tradizione: aria e acqua. Eppure proprio l’hi-tech dei materiali sta ritardando la realizzazione dell’opera. All’appello manca una fornitura d’acciaio con particolari caratteristiche tecniche che garantirà la stabilità dell’intera struttura. Così da inizio settembre la posa del ponte è slittata a fine ottobre. Nel frattempo nel padiglione galleggiante dedicato alle Città d’acqua, alla Biennale di Architettura, si espongono progetti e schizzi di Calatrava - che recentemente ha realizzato la copertura dello Stadio Olimpico di Atene - inclusi alcuni acquerelli particolarmente suggestivi giocati sui toni dell’arancio e del blu.

L’arco ipermoderno si stenderà a collegare con il movimento sinuoso di un nastro trasparente Piazzale Roma alla Stazione di Santa Lucia. Il ponte costituirà il cuore del sistema integrato di trasporto fra ferrovia, metropolitana di superficie, Tronchetto e Piazzale Roma per il trasporto su gomma. Una bella sfida che, negli ultimi mesi, non ha mancato di sollevare feroci polemiche: la struttura infatti non contemplava nessuna possibilità d’accesso per i disabili. La soluzione finale prevede invece il posizionamento di un abitacolo a scomparsa, una sorta di ovovia, visibile solo mentre è in movimento e che scompare all’arrivo sulla sponda.

Il ponte in cifre equivale a 6.720.237 di euro di spesa complessiva e 456 giorni previsti per la realizzazione. Sarà lungo 94 metri con una differenza tra il punto culminante dell’arco e le spalle di 10 metri; la larghezza andrà dai 9 ai 6 metri. Acciaio temperato per la struttura, corrimano in bronzo; scalini e parapetti saranno realizzati in quattro strati di vetro infrangibile mentre le alzate saranno in pietra d’Istria. A completare la malia del nuovo ponte, moltissime piccole luci che accenderanno, di notte, l’anima calda del vetro sospeso sull’acqua.

 
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