Creato da anonimoaa il 13/08/2010

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Quarto Passo e la stima di noi stessi

Post n°4 pubblicato il 13 Agosto 2010 da anonimoaa
 

L’importanza del 4° passo è ben espressa nel libro di William James Varietà di Esperienze Religiose (E’ quel libro che Bill W. pur con una lettura alquanto difficile divorò dalla prima all’ultima pagina, così sta scritto in AA diventa adulta. ) quando parla della confessione del sistema cattolico che la definisce, in uno dei suoi aspetti, poco più che un metodo sistematico per conquistare l’equilibrio mentale di cui si sente di aver bisogno per essere in esatta relazione con la propria divinità.

 

L’equilibrio mentale e la corretta relazione con il mio Dio o Potere Superiore erano certamente due cose che mi mancavano durante il periodo di alcolismo attivo. Pensavo di conoscermi, dopo aver iniziato a fare il 4° passo ho scoperto un’altra persona che ad oggi non conosco ancora completamente. Il filosofo diceva conosci te stesso e conoscerai il mondo. Dopo le prime riscoperte di me stesso mi sono detto: dove pretendi di andare se non ti conosci, che cosa presenti agli altri se non sai neppure tu cosa hai in casa tua? Come pretendi di camminare se non riconquisti un equilibrio mentale e non sei in grado di metterti in relazione con il tuo Dio? Da dove partire? Solitamente le disgrazie i problemi, le avversità, le ingiustizie, tutto insomma era causato dall’esterno, dagli altri, era sempre colpa degli altri, Dio compreso, mai colpa mia. Il commento al 4° passo nei 12 e 12 inizia: “La natura ci ha dotato di istinti per uno scopo. Senza di essi non saremmo esseri umani completi.” anch’io, con l’aiuto dell’alcool, avevo imparato ad usare in modo non equilibrato quegli istinti che hanno causato il disordine del mio alcolismo attivo. Ecco il suggerimento di AA, parti sempre e comunque da te stesso. Non è stato facile scendere dal gradino della perfezione, per non ritornare in fallimento il mio inventario è stato da subito profondo e senza paura, non è mai finito perché con il passare delle 24 ore la crescita spirituale fa diminuire la paura e quindi la ricerca diventa più accurata e profonda. Inizialmente l’inventario è partito dalle passività ossia dai difetti, le cose negative o meglio gli istinti distorti, subito però ho avvertito la necessità di controbilanciare le passività con le attività, sorprendentemente ho scoperto che avevo molta difficoltà a vedere le mie qualità eppure “ La natura ci ha dotato di istinti..” questa è l’evidenza di quanto poco mi conoscevo. L’attenta lettura del 4° passo, oggi dico il continuo studio, il mettere in comune in gruppo e nella vita, sono stati fondamentali per comprendere e continuare a capire molte delle situazioni di disagio, difficoltà che avevo causato e che mi causavano infelicità. Se oggi sono diventato adulto assumendomi le mie responsabilità nella vita è perché ho compreso che non posso più dipendere, pretendere giuda, protezione o approvazione da altri. Non posso imporre i miei istinti agli altri, li renderei sicuramente infelici, allo stesso tempo non posso appoggiarmi pesantemente agli altri la mia pesantezza li allontanerebbe. L’elenco più importante però non è quello dei miei difetti bensì, come indicato nel 4° passo del Grande Libro, l’elenco dei miei risentimenti, elencandoli su un foglio di carta un poco alla volta mi hanno permesso di evidenziare le mie paure e soprattutto la bassa stima che avevo di me stesso.

Raramente in gruppo ci si sofferma e si approfondisce l’argomento della stima di se, eppure un recupero spirituale non può prescindere dall’approfondire ciò che riguarda i sentimenti che ognuno ha di se stesso. Non è a caso che nei quattro esempi del grande libro la parola autostima compaia cinque volte assieme alla parola paura. Bassa stima di se, paura e risentimento sono malesseri dell’animo che causano malattie spirituali. L’errata stima di se genera uno squilibrio mentale poiché ti fa sentire diverso da quello che in realtà sei e non ti permette di esprimerti come sei e quanto vali. Quando bevevo la stima di me era bassa e ciò stava ad indicare che non mi volevo bene e tutti i miei atteggiamenti e le scelte erano indirizzate a subire la vita più che a viverla. Avevo sempre bisogno dell’approvazione degli altri, tendevo a conformarmi alle idee degli altri, anche se non le condividevo, ritenendo che quello fosse il modo giusto di propormi o farmi valere , anch’io sono importante perché sono a fianco di una personalità e ripeto le stesse cose.Solo quando ho compreso che il programma di A.A. mi proponeva di modificare il mio rapporto con me stesso rimettendo dentro di me il giusto ordine, Dio, gli altri e me stesso ho compreso l’importanza di trovare la giusta stima di me stesso.Avere una buona stima di sé non significa mettere i piedi in testa agli altri, ma comprendere il proprio valore e comprendere quale è il proprio posto nella società e nel mondo. In questo modo più ci si stima più ci si vuole bene e facendo leva sulle proprie capacità si raggiungono gli obiettivi, …..il coraggio di cambiare quelle che posso….. La bassa stima di sé crea degli svantaggi in tutte quelle occasioni in cui ci si deve presentare agli altri poiché non si è convincenti nel descrivere e trasmettere le qualità che effettivamente possediamo; difficilmente si riesce ad abbandonare il sentimento di delusione e amarezza perché si ha paura di fallire. Ecco perché il quarto passo che ci permette di conoscerci e riconquistare un equilibrio mentale è fondamentale per il recupero personale. Una delle prime massime che ho sentito ripetere da quando sono entrato in AA è “Fallo per te stesso”. Come potevo pensare di farlo per me stesso, era una bestemmia il massimo dell’egoismo! Eppure funziona! Raggiungere la giusta stima di sé stessi sembrerebbe una cosa importante solo per la persona, al contrario è la base per una solida crescita anche di tutta A.A. Nell’opuscolo, “Il gruppo AA …dove tutto ha inizio” (l’unico e vero manuale del gruppo) c’è scritto che anche il gruppo dovrebbe fare il proprio inventario. Se io non ho una giusta stima di me stesso come posso trasmetterla al gruppo? Come può il gruppo tramite il suo RGSG trasmettere l’autostima all’Area? Come possono i Delegati dell’Area trasmettere l’autostima alla Conferenza? E questa come può essere autoritaria e trasferire a sua volta l’autostima ai servitori dei SGI? E questi all'esterno di A.A.? Perché per essere qualcuno come associazione dobbiamo essere iscritti da qualche parte? Non crediamo fino in fondo in noi stessi e nei principi del programma, la stima che noi abbiamo di noi come associazione è bassa, per questo abbiamo bisogno dell’approvazione o di sentirci protetti sotto l’ala di qualcuno o di qualcosa per ritenerci importanti. Da tempo è aumentata la convinzione che se non cresciamo come associazione è per colpa degli altri, per poca informazione pubblica, poco servizio e poca conoscenza dei Concetti, mentre non ci passa per la testa la nostra poca crescita spirituale, “parti sempre e comunque da te stesso!”.

Se veramente desideriamo il nostro benessere personale sarebbe opportuno crescere in stima di noi stessi, A.A. nel suo insieme ne trarrebbe immediatamente vantaggio. Non è l’informazione pubblica che fa crescere A.A., al massimo la fa conoscere, che fa crescere A.A. è la trasmissione del messaggio che un anonimo alcolista fa ad un altro alcolista che desidera smettere di bere. La forza e l’efficacia della trasmissione del messaggio passa attraverso una crescita di fiducia in ciascuno di noi che conseguentemente viene trasmessa sia all’interno che all’esterno di A.A. Solo se aumenteremo la nostra autostima riusciremo, con l’aiuto di Dio, a trasmettere più efficacemente il messaggio a chi ancora soffre. Con il quarto passo ho compreso che debbo sempre e comunque partire da me stesso non dagli altri.

PM alcolista

 

 

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