ANIMA APERTA

23 ottobre 1630 UNA TRAGICA VERITA' capitololo n.8


 Notte. Le porte del ghetto erano chiuse. Nessuno entrava, nessuno usciva. Ma quella notte il ghetto non viveva: vibrava di sussurri. Timore, speranza, paura. Silenzio. Nel ghetto la voce si era sparsa. Era giunto l’investigatore Papale. Si chiamava Fra’ Anselmi da Palestrina. Null’altro si sapeva salvo l’agitazione che aveva scatenato nell’Inquisitore e nelle guardie. Il ghetto aveva saputo che il padre di Yael, Reply, la notte stessa dell’omicidio del rabbino era stato nominato Rabbino Capo ma si era anche saputo che vicino alle porte  del Ghetto, di notte, era stato commesso un nuovo omicidio. Nessuno conosceva il nome del morto ma certo non si trattava di un ebreo. Ma chi era? Perché?Lanotte incombeva sul ghetto. La taverna era semivuota pochi boccali di vino Kosher erano poggiati sui tavoli fra mani immobili e capi silenziosi.Nella casa vi era luce. Era l’unica casa ove lumi fossero accesi. Nella sala grande quattro uomini erano seduti attorno al tavolo scuro ed ognuno indossava il Tallit.  Reply si alzò: prese il Kippal bianco, lo pose sul capo e disse: So. Isacco: parla e spiega.Isacco sedeva silenzioso, le labbra strette. Gli occhi avevano come perso la loro luminosità, le palpebre abbassate, la fronte corrugata. Sembrava  essere improvvisamente invecchiato mentre teneva le dita incrociate sul petto, il capo chino. Alle parole di Reply si scosse. Sembrò per la prima volta vedere gli astanti. Si guardò intorno e come svegliatosi all’improvviso da un sogno tormentoso, pose le mani sul tavolo, alzò il volto, si guardò intorno e disse. Si, il Rabbino Capo sa. La persecuzione ci sovrasta. Il nuovo assassinio non è stato perpetrato su ebreo, ma su cristiano. Chi sia, non so. Nel ghetto vi è solo una voce amica. Fra Francesco del convento di via della Morte. Yael lo ha incontrato nel ghetto e dopo avere chinato il capo e sorriso, gli ha lasciato il passo. Fra Francesco ha finto non vederla ma vicino le ha sussurrato: seguimi. Yael ha compreso e fatti pochi passi si è girata come per tornare a casa ma girato l’angolo in un angolo buio ha visto che Fra Francesco l’attendeva. Accostatasi, Yael reverente si è inchinata, Frate Francesco ha alzato la mano come benedicente e le ha detto: Yael, l’assassinato vicino al corpo aveva una collanina d’oro, con la stella di David. L’inquisitore cercherà incolpare il ghetto. Vai, e riferisci.Poi Isacco sedette nel silenzio.          Reply si alzò: la sventura incombe sul ghetto. Il Papa cerca di imporre il suo dominio su Ferrara e cerca il modo per sollevare il Cardinale dal suo seggio. Il delegato papale è giunto, ma non per permetterci di vivere chiusi nel ghetto. Vuole spogliarci dei beni e si è aperta la lotta fra chi attribuisce a noi ebrei le colpe. Prima uccidono il Rabbino Capo, poi uccidono uno sconosciuto cattolico fingendo essere stato assassinato da mano giudea, lasciando come indizio la nostra stella.          Il Cardinale finge sapere che un ingresso segreto unisce la città al ghetto. Ma noi non sappiamo dove sia. Eppure sappiamo che Fra Francesco, pur vivendo nel convento all’interno del ghetto, sa di una traccia rinvenuta sul cristiano assassinato che incolpa noi, innocenti, di delitti che aborriamo. Si, fratelli, il passaggio segreto certo esiste anche se non sappiamo dove sia.Ma per esserci, deve giungere in casa giudea, all’interno del ghetto: dobbiamo scoprire dove sia. Fra noi vi è un giudeo convertito, che aiuta il Cardinale, l’Inquisitore ed il Delegato Papale a lottare fra loro per il loro interesse incolpando i giudei.Dobbiamo vigilare. A quelle parole calò il silenzio. La lotta del Clero e dell’Inquisitore avrebbero scatenato persecuzioni e torture all’interno del Ghetto.          Isacco, che assorto aveva ascoltato Reply, lentamente si scosse. Fratres, i giudei nei millenni sono stati sottomessi, piegati, torturati, resi schiavi. I giudei non usano armi ma offrono solo ulivi. A Ferrara, ulivi non fioriscono ma se vogliamo salvare la nostra comunità dalla persecuzione, non possiamo che offrir loro l’unica cosa che abbiamo. Oro.          Reply insorse. Alzatosi, gettò sul tavolo il Kippal e gridò: Isacco, che dici! I giudei mai hanno torto un capello ad un cattolico, mai! Vuoi la nostra rovina? Vuoi privarci dell’unico bene che abbiamo per pagare la nostra fuga? A chi vuoi chiedere di permetterci di fuggire dal ghetto versando l’oro? A chi? E dopo quale lotta contro noi scateni fra l’Inquisitore, il Cardinale, Il Papa perché non abbiamo versato l’oro ad almeno uno di loro? Il sussurro non era più sussurro, ma voci alterate. Dietro la porta Yael sentì le voci, si alzò, spense il lume, aprì la porta, si inchinò e un dito pose su labbra tremanti. Calò il silenzio. Di nuovo si inchinò, La porta richiuse.          Nella stanza il silenzio era calato. Il buio incombeva come una cappa dolorosa.          Rayel accostò i palmi agi occhi, sedette, ripose silenzioso il Kippal sul capo, alzò le mani e disse: andate. Lanotte porti consiglio. Gli astanti in silenzio scostarono le sedie, silenziosi sfiorarono le mani di Rayel, aprirono la porta. Yael si inchinò tacendo e scomparvero nel vicolo buio ascoltando il silenzio ed il suo rumore.