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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 13 Gennaio 2006 da angelojhs

CON QUEST'ULTIMO MESSAGGIO

DESIDERO SALUTARE TUTTI

DIO

VI BENEDICA

P.S UN ABBRACCIO PARTICOLARE A . CUORESPEZZATO...CHEPAZZAIDEA...GALADRIEL....ANGELORIBELLE..
BOLFISSIMO E QUANTI HO  AVUTO IL PIACERE DI CONOSCERE.............................

CON DOLCEZZA angelojhs

VI AMO IN GESU'

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Commenti al Post:
chepazzaidea
chepazzaidea il 13/01/06 alle 17:10 via WEB
Non provarci!!!!!!!!!!!!!!!.......... non puoi...... non è così che si cammina insieme. Un bacio
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 14/01/06 alle 10:20 via WEB
NOOOOOOOOOOOO....NON CADERE IN TENTAZIONE...NON PROVARCIIIII....TI LINCIO...ASSOLUTAMENTE....NON CADERE IN TENTAZIONE...IL MONDO STA GIA' IN ROVINA E NOI DOBBIAMO CAMMINARE A TESTA ALTA CON LA FORZA DEL SIGNORE........ANGELOOOOOOOO....TI PREGO....
(Rispondi)
chepazzaidea
chepazzaidea il 14/01/06 alle 13:37 via WEB
un bacio
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 14/01/06 alle 22:36 via WEB
un abbraccio ,,,,Angelo non lo fare....ti prego!!!!
(Rispondi)
chepazzaidea
chepazzaidea il 18/01/06 alle 23:37 via WEB
passi e non mi saluti...:-(....
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 19/01/06 alle 08:33 via WEB
perchè sei passato senza salutarmi...ti prego PREGA per me...mi sento sola...un abbraccio in Gesù.
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 27/01/06 alle 09:44 via WEB
un abbraccio...
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 30/01/06 alle 07:29 via WEB
ma dove sei finito...non ti far tentare...noi siamo forti perchè c'è colui che agisce in noi...mi manchi fratellino...
(Rispondi)
Magdaefilia
Magdaefilia il 31/01/06 alle 00:56 via WEB
...C'è qualcosa che mi spinge a doverti parlare assolutamente, forse sei chi cerco da molto tempo, forse mi sto sbagliando, ma il mio angelo custode mi ha insegnato a cogliere tutti i segni del signore..tu potresti essere un segno.Ho bisogno di parlare con te.almeno una volta. questo è il mio contatto msn: nemesie@hotmail.it; questa è l'url del mio blog: Magdalaefilia.splinder.com; A presto Luce
(Rispondi)
chepazzaidea
chepazzaidea il 31/01/06 alle 16:59 via WEB
vederti oggi... è stato molto bello! era da tanto che non venivi a leggermi. Un bacio
(Rispondi)
chepazzaidea
chepazzaidea il 05/02/06 alle 11:50 via WEB
Non lasciare questo blog. Buona Domenica e un bacione
(Rispondi)
donulissefrascali
donulissefrascali il 15/02/06 alle 18:03 via WEB
ASSISTENZA E STATO SOCIALE Nel senso etimologico il termine di assistenza indica una generica azione di soccorso che può trovare un suo significato in termini diversi quali carità . beneficenza, filantropia. Un primo elemento positivo e chiarificatore potrebbe derivare dall'abbinamento al termine assistenza(sostantivo astratto ) l'attributo socio politico. L'aspetto innovativo di questa definizione è dato dalla relazione che si stabilisce tra la natura degli aiuti e la finalità per la quale questi sono erogati.Resta evidente che,da quanto premesso , l'assistenza acquista giustamente l'appelletivo di sociale,in quanto non riguarda soltanto una parte marginale e limitata dei cittadini ,ma riguarda le basi stesse di tutta la organizzazione divenendo così strumento di stabilità,serenità e giustizia sociale. In altri termini è fondamentale che si giunga a comprendere che tali problemi non possono essere affrontati con la cultura assistenzialistica e benefica dei privati , e tanto meno con provvedimenti incompatibili con la logica e i meccanismi che regolano la produzione e la partecipazione alle risorse economiche e sociali: economia e morale familiare debbono costituire i perni fondamentali dei sistemi sociali che precedono il sorgere della società moderna industriale. Per tutto il Medio Evo i meccanismi con cui si provvedeva alla distribuzione dei beni di sussistenza continuarono ad essere una funzione della organizzazione sociale. Un cambiamento si ebbe con la profonda lacerazione del Cristianesimo ,assorbito dal potere feudale,voluto da Carlo Magno col Sacro Romano Impero. In sintesi se prima si donava per solidarietà ,per un dovere condiviso dalla coscienza e cultura comune , con il Cattolicesimo si dona per pietà. I poveri sono i poveri di Cristo, sono il prezzo che si offre all'Eterno in espiazione delle colpe dell'essere umano .E' per loro mezzo che ,praticando la virtù della carità ,l'uomo trova la salvezza eterna. Il povero diviene necessario ed indispensabile perchè favorisce la redenzione dal peccato. L'obiettivo e la finalità dell'azione è terribilmente meschina e il movente dell'intervento puerile e di ina incomprensibile meschinità.L'azione di soccorso è rivolta verso la figura del povero come categoria etica , spirituale , ma mai come categoria per un'azione socio-politica. Il concetto di assistenza si arricchisce quindi di contenuti politici e sociali ,gradualmente matura nella coscienza dei governanti che l'idea sull'assistenza deve integrarsi con la volontà di realizzare ina seria e concreta giustizia sociale . Finalmente si pongono al centro delle azioni filantropiche le possibili e necessarie conseguenze sul piano sociale:l'incentivazione della vita associativa ,in sintesi l'autogestione responsabile da parte della base dela vita sociale. Come sostenere allora la logica assistenziale scaturita da questi principi che portano al superamento anche della filantropia e della carità? E' la realtà che sta prepotentemente maturando oggi: l'asistenza sociale non può trovare adeguate risposte se non in un orientamento di giustizia sociale. Don Ulisse Inviato da: donulissefrascali
(Rispondi)
dark44
dark44 il 16/02/06 alle 10:52 via WEB
Cavolo, ti ho appena scoperto e già vai via?
(Rispondi)
chepazzaidea
chepazzaidea il 20/02/06 alle 15:42 via WEB
un bacione
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 20/02/06 alle 16:21 via WEB
un bacio che Dio Benedica anche te....un abbraccio in Jesus.....
(Rispondi)
donulissefrascali
donulissefrascali il 23/02/06 alle 18:22 via WEB
REALTA' DI DIO E DEL TRASCENDENTE Sono stato invitato a rispondere a due domande che mi sono state rivolte: perchè non parlo mai di DIO ma del TRASCENDETE. Se i due termini, strettamente collegati, nel liguaggio comune rappresentassero il Creatore dell'uomo, il Creatore del macrocosmo, non avrei difficoltà a parlare indifferentemente di DIO e del TRASCENDENTE; ma quando si parla di Dio si intende il Dio dei Cattolici, il Dio dei Protestaanti, degli Ortodossi, dei Mussulmani, degli Indu, e cosi via: il termine DIO è al centro dei conflitti di Religione e di potere Religioso: è sufficiente analizzare gli avvenimenti di questi ultimi giorni per prenderne atto. Lavoro molto con l'Africa, dove vado spesso, ho bellissimi rapporto con i Mussulmani; facciamo le stesse cose insieme, abbiamo le stesse linee operative, non ci sono fra di noi differenze, operiamo per realizzare una vera giustizia sociale, spinti da una unica FEDE nel Creatore dell'uomo, e non condizionati da fattori di potere Religioso. Siamo veramente amici, non esistono diversità, e spesso si trovano possibilità di dialogo per arrivare al superamento di situazioni falsamente etiche, generate e sostenute da realtà di comodo di potere, per superarle in nome di chi ci ha creato la vita. Inoltre mi chiedi perchè non parlo dell'uomo ma della realtà ANTROPOLOGICA dell'essere umano. L'uomo deve scoprire la sua realtà, la realtà antropologica, vale a dire quella naturale che è stata posta nell'essere al momento della sua creazione, della sua nascita attraveso i suoi genitori. Credo sia importante fare un'analisi dell'etica che viene presentata e imposta da tutte le realtà Religiose di potere che molto spesso sono strumentalizzazioni per fattori di interesse anche economico, che, starei per dire, sono sostenute e oggetto, di ogni credo religioso. E' un problema molto grosso, e di non facile soluzione. E' qui che emerge la necessità di un dialogo nella base per un confronto sereno e non conflittuale per scoprire la vera realtà naturale dell'essere umano, che non può e non deve essere strumentalizzata da nessuno. Fu questa la realtà di Fede promossa dai primi Cristiani, che con il dialogo e il confronto, e con il sacrificio dei Martiri promossero una vera Giustizia sociale costringendo l'Imperatore Costantino ad abolire la schivitù, che era una delle caratteristiche del Codice Civile Romano. E' una realtà storica, che al tempo riunì Pagani, Ebrei, Romani e anche negri dell'Africa, provenienti da realtà religiose diverse, che mossi dal messagio di giustizia sociale lanciato dal Crocifisso, da Gesù condanato a morte perchè non in linea con il mondo di potere ebraico e romano, che fu realizzata dai primi Cristiani, e che non è stata l'unica. Rifflettiamo seriamente, sulla realtà storica che sta alle origini del cristianesimo, che non amava differenziazioni di ideologie religiose create da strutture di potere, ma che cercava di unificare il principio di Vera FEDE nel TRASCENDENTE, Creatore della vita. Don Ulisse.
(Rispondi)
donulissefrascali
donulissefrascali il 02/03/06 alle 17:58 via WEB
FUNZIONE DI POTERE E FUNZIONE DI SERVIZIO Il leader, che è insediato in funzioni di potere, comanda, dispone, organizza, scende in campo, elogia e premia, ammonisce, condanna e punisce. Un leader carismatico trova la sua forza dalla disponibilità di una comunità, di un partito, di un paese, mostrando che si impegna enormemente, per far credere che è molto capace di risolvere i problemi che interessano i propri cittadini. In ultima analisi il rappresentante del potere nasce come uno strumento della trasformazione sociale, ma di fatto diviene, il più delle volte, strumento della conservazione. Il potere acquisterebbe il suo vero significato se esercitasse una vera funzione di servizio alla base popolare, e rappresenterebbe di conseguenza la fine del potere. La funzione di servizio, nel rapporto tra chi elargisce il servizio e il cittadino, deve essere diretta e lineare ai bisogni esistenti, mentre per chi esercita il potere non in funzione di servizio, il bene comune, e i bisogni reali della base popolare, rappresentano solo una piccola parte delle reali necessità. C'è chi vorrebbe confondere la funzione di servizio del potere con una concezione anarcoide della realtà di potere. Lo spirito anarchico, vale a dire la concezione di un bisogno di vera libertà, si presentò nell'antichità classica, accompagnata da un pensiero filosofico del mondo greco, come la necessità di un cambiamento culturale. C'è chi ama il potere, chi lo apprezza, chi gioisce delle sue imposizioni, e che ama anche servirlo. Ma c'è qualcosa che sfugge, qualcosa che si preferisce non evidenziare, sia da parte di chi lo esercita sia da parte di chi lo ama: l'interesse personale determinato dai benefici che ne derivano sia per quanti esercitano il potere sia per quanti si mettono al suo servizio. Il superamento di una realtà del genere, rappresenta la principale necessità dell'evoluzione che deve raggiungere l'odierna società. Riflettiamo, e impostiamo un vero dialogo per divenire veramente operativi. Don Ulisse.
(Rispondi)
donulissefrascali
donulissefrascali il 07/03/06 alle 10:11 via WEB
Carissimo Angelo,rispondo molto velocemente al tuo messaggio perchè sono di partenza. Vorrei porti una domanda: chi prende atto oggi che dobbiamo riscoprire il CRISTO? Chi si preoccupa di evidenziare il suo messaggio particolarmente ispirandosi al modo di porsi dei promi Cristiani,che senza fare violenze, ma accettando il martirio e le persecuzioni,non si allinearono con il potere romano,e furono promotori di giustizia sociale facendo abolire la schiavitù? Per cambiare la drammatica situazione sociale di oggi, con il suo messaggio con il suo esempio sacrificandosi sulla croce, richiama il cristiano a un serio impegno e a un sacrificio di non farsi condizionare dal Dio Denaro che è stato l'oggetto della sua maggiore condanna, Don Ulisse (Rispondi
(Rispondi)
cuorespezzato1712
cuorespezzato1712 il 07/03/06 alle 15:45 via WEB
FATTI VIVO FRETELLINO...MI MANCHI TANTO...UN ABBRACCIO IN GESU'....
(Rispondi)
donulissefrascali
donulissefrascali il 21/03/06 alle 12:11 via WEB
DIRITTO ALLA LIBERTA' E' un discorso molto importante, specialmente considerando la situazione politica presente nella realtà mondiale. Però ritengo che sia anche un discorso difficile e compromettente, perchè la definizione del significato di libertà, viene a definire il senso e le dimensioni del potere sia Civile che Religioso. Il termine Libertà ha tre significati fondamentali che corrispondono a tre concezioni, che si sono iintervallate nel corso della storia,che si possono definire nel modo seguente: 1) la concezione della libertà come autodeterminazione,vale a dire con assenza di condizionamenti e di limiti. 2) salvaguardia della autodeterminazione però inserita in un contesto sociale, ( gruppo, Stato ) al quale l'uomo appartiene. 3) la concezione di libertà come libertà di scelta ,per cui viene limitata e condizionata. Le discussioni sulla libertà morale, politica, ed economica debbono essere cindizionate dai tre concetti precedentemente esposti,che debbono formare la base di un dialogo finalizzato a un confronto senza preconcetti e pregiudizi per scoprire la personale realtà antropologica, caratteristica, che deve rappresentare poi la realizzazione delle personali qualità umane e naturali. In tale modo si viene a definire che la libertà vera dell'essere umano corrisponde alla realizzazione della propria creatività, e si viene a definire che il personaggio che si troverà inserito in una funzione di potere , dovrà considerare il suo un compito di servzio alla base per favorire la sua realizzazione creativa,non in funzione di se stesso e dei suoi personali interessi, ma per lo sviluppo sociale e per la difesa della vita e della sopravvivenza di ogni essere umano, in misura egualitaria nel rispetto della giustizia sociale.Avevo accennato all'inizio che il discorso sulla libertà è un discorso difficile complesso e anche compromettente: ciò viene dimostrato dal fatto che alla base c'è la necessità di una nuova organizzazione del mondo del lavoro, e alla partecipazione più equa ai flussi economici che dal lavoro vengono prodotti: non è giustizia ed è negazione di libertà il fatto che dal lavoro vi sia chi riceve solo 10 e chi riceve 1000 o ancora peggio chi non percepisce alcun compenso per la sua sopravvivenza. E' una terribile realtà che ho documentato nei paesi extracomunitari,come Africa e America Latina, ma che purtroppo si sta evidenziando anche nei paesi del mondo occidentale, come l'Italia, dove un cittadino non percepisce un salario che gli permetta una adeguata sopravvivenza. Riflettiamo seriamente, non facciamoci condizionare dal bisogno intrinseco di avere reazioni violente, ma promuoviamo in dialogo sereno e impegnativo per promuovere un futuro di giustizia e di vera pace. Attendo commenti. Don Ulisse
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volandfarm
volandfarm il 25/03/09 alle 06:19 via WEB
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