Creato da Constant_Gardener il 06/07/2007

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Corpo e mente. E l’anima???

 

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elfottanta
elfottanta il 28/10/08 alle 11:25 via WEB
Un saluto anche qui... perché certi fatti non accadano più, perché prevalga la comprensione sul rifiuto, perché si possa sperare in un mondo più civile. Un abbraccione e tanti baci, Elena
 
mareadentro
mareadentro il 22/09/08 alle 14:12 via WEB
Se n'è andato un vero grande.. caspita.. anche lui..Ci rimane il grande David.. E' comunque una perdita immensa per la musica rock di tutti i tempi.. grazie per averlo ricordato!! Un abbraccio.. fede
 
mareadentro
mareadentro il 22/09/08 alle 14:09 via WEB
Grazie per queste splendide parole..anche se mi sono entrate dentro non come sostantivo..ma come esortazione!!^___^ un abbraccio grande come il mare..Fede
 
farfallina_faenza
farfallina_faenza il 16/09/08 alle 11:29 via WEB
...scemina a me!?!? ..... :-)
 
Constant_Gardener
Constant_Gardener il 16/09/08 alle 10:33 via WEB
Dissacrante (ed anche un po' scemina, eh?!) ... Amen.
 
farfallina_faenza
farfallina_faenza il 16/09/08 alle 09:55 via WEB
...Amen...
 
mareadentro
mareadentro il 09/09/08 alle 01:21 via WEB
Un tributo ai giardinieri costanti e dolcissimi che ci sono in giro... ^___* fede
 
farfallina_faenza
farfallina_faenza il 07/09/08 alle 20:06 via WEB
...dimenticavo... Besos y sonrisas, Farfà
 
farfallina_faenza
farfallina_faenza il 07/09/08 alle 20:03 via WEB
L'effetto 'visivo' dalla tua risposta è quello di un alto muro difficile da valicare. La valanga di parole di cui hai riempito la risposta è un'irta montagna da scalare. E come posso leggere i tuoi pensieri e rispondere se non mettendoci passione? Quella passione fatta sì di interesse ma anche di patimento e fatica. (tanto per intenderci sui termini con un esempio estremo ma chiaro: non è che la passione di Cristo fosse puro godimento....) (non darmi della blasfema ora, please) Non sono stupita dal fatto che parli di lavoro e nemmeno mi stupisce l'analisi critica di come (male) vada il mondo del lavoro nei diversi aspetti (rapporti interpersonali, industrie che vanno letteralmente a prostitute cercando di diminuire i costi e aumentare il profitto, nuovi poveri). Anzi ti do ben ragione: Il lavoro prende molto più di quello che rende...c'è stato un momento della mia carriera lavorativa, carriera nel senso di percorso lavorativo effettuato dalla fine degli studi fino ad oggi, c'è stato un momento in cui ho caricato di eccessive aspettative il lavoro, come se da questo dovesse dipendere la mia realizzazione personale. Ha una parte senz'altro rilevante, ma fortunatamente non c'è solo questo, ci sono altri desideri, ci sono affetti, altri interessi. C'è poi l'aspetto economico....ma mi fermo qui.
 
Constant_Gardener
Constant_Gardener il 05/09/08 alle 11:36 via WEB
Foga non direi, passione, forse, nemmeno … mi spiego: qui non si tratta di appassionarsi a qualcosa, qui si tratta, come tutti ben sappiamo, di misurarsi ogni giorno col mondo del lavoro che, come ho già avuto modo di premettere nel post, è sempre più difficile. In ogni caso portavo il mio caso specifico, anche se tante mie considerazioni possono tranquillamente coincidere con quelle di molti altri. Sai, quando non si può prescindere dal proprio stipendio, a meno di rivoluzionare, nel senso più ampio del termine, la propria esistenza (e magari quella di chi ci è più prossimo), dicevo, quando non se ne può prescindere, non è che hai molte alternative: lavorare ti tocca. Però ti tocca “lavorare”, appunto ed è già abbastanza faticoso di suo, quello che non trovo giusto, che m’infastidisce oltremisura, diciamo pure mi dà sui nervi e non poco, sono le situazioni che si vengono a sostanziare al lavoro: dal terrorismo psicologico, al mobbing, ai torti quotidiani, al nepotismo, al clientelismo, alle mafie, alle corruttele, agli abusi, alle sempre più deboli tutele dei lavoratori, ridotti oggi ormai alla stregua di una moderna schiavitù. Trovi che esageri? Credi che stia esasperando le cose? Io non direi affatto. Mettiamo ad esempio il caso “universale” di chi si compra una casa, bene primario. Ebbene, contrae un mutuo che assomiglia tanto ad una “condanna” a vita (ed oggi anche a più di una vita, vuoi perché praticamente impossibile da soli, vuoi perché nemmeno in due, a volte ce la si può fare e quindi si passa una “quota mutuo” ai figli). Trent’anni od anche quaranta per pagarla, entro i quali non ci si può sottrarre all’impegno economico, altrimenti i poteri finanziari (banche, finanziarie, eccetera) ti “scippano” il bene. Capisci bene come, date tali condizioni, i lavoratori non abbiano grandissimo potere contrattuale, anzi, ne hanno sempre meno e siano per questo sempre più ricattabili. E questo è solo un esempio, potremmo parlare di petrolio e dei suoi annessi e connessi, di carovita, figli, scuola … io non credo alla “favoletta” della crisi economica, anche perché le analisi economiche mondiali dicono chiaramente che la tendenza è che aumentano le concentrazioni della ricchezza a favore di pochi ed aumenta il divario fra chi è ricco e chi non lo è. Impressione mi fece una statistica, qualche anno fa, che diceva che i beni ed i denari dei sei uomini più ricchi del pianeta (Bill Gates, ecc), corrispondevano al PIL delle sei Nazioni più povere del mondo (Haiti, ecc). Nel nostro piccolo, registriamo come il famoso ceto medio stia via, via diminuendo e vada ad incrementare le file di chi fa fatica a sbarcare il lunario. Spesso mi sento dire che ci lamentiamo sempre, che in fondo non viviamo così male, che in altri Paesi si vie molto, molto peggio o addirittura si muore ed è anche vero, nulla da eccepire ma, personalmente, non posso farmi bastare tali argomentazioni, io voglio credere (e perdonatemi) che tutto si possa migliorare, si debba migliorare. Il modello capitalista, per reggersi, ha necessità di creare un divario: i livelli retributivi e di guadagno delle Proprietà e dei suoi dirigenti e quelli dei lavoratori “comuni”, per restare nel piccolo. Su scala più ampia, il tenore di vita dell’emisfero nord del pianeta e quello dell’emisfero sud. O ancora l’est e l’ovest, le guerre che sono praticamente sempre da ricondurre agli interessi economici … Ricordi, quando a gran voce, la nostra classe dirigente, una quindicina d’anni fa almeno, “gridava” allarmata della necessità di ricorrere alla flessibilità nel mondo del lavoro per scongiurare il pericolo che il nostro Paese restasse tagliato fuori dalle economie “globali”??? Ebbene hanno ottenuto, questi illuminati “Capitani d’industria”, questi “eccelsi” politici e sindacalisti, si sono accordati ma tu, lavoratrice, hai forse goduto dei supposti “effetti virtuosi” che tale trasformazione avrebbe dovuto produrre??? Io no, anzi, sempre peggio ma i capitali, i poteri finanziari, quelli sì hanno tratto vantaggio da tutto ciò e mica poco. Ricordi quanto “tirava” il famoso nord-est per l’economia del nostro Paese? Beh, … tutto finito: il gruppo Luxottica ha delocalizzato all’est o in Cina, dove la manodopera è sottopagata, dove le tutele sindacali non esistono e dove magari si ricorre al lavoro minorile senza troppe difficoltà. E così come Luxottica, Benetton (che si è comprato un po’ di Patagonia, perché no? …) e molti, moltissimi altri meno noti di loro, hanno fatto lo stesso. Non credo a questi modelli, non credo ai capitali rapaci, incapaci di avere una benché minima valenza sociale. Non ci credo e questo è il mio “limite” e questo mi porta criticamente e faticosamente a rapportarmi col lavoro. È un modello che spacca, che divide, che induce alla logica del cinico vantaggio personale, che crea fratture generazionali, iniquo. Ecco perché, di tanto in tanto, sento la necessità di scrivere circa il lavoro … Sono un idealista, lo so ma sono anche un “mediatore”, convinto però che tutto debba avere adeguato equilibrio e, seppur nel mio piccolo, per questo mi spendo, anche volentieri (è questa forse la “passione” a cui ti riferivi?). Resta il fatto che sono un essere umano, un uomo, con tanta voglia di poter vivere la mia vita serenamente, con mille pensieri in testa, i miei affetti, mille desideri e, proprio perché credo negli equilibri, ritengo che il lavoro per quello che RENDE, davvero troppo di noi si PRENDE. Wow, scritta così mi piace. Che Narciso, eh?! Ahahaha … ;;))) Sorrisi. Costy
 

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