CURIOSITA' D'ACQUA

IL PROBLEMA DELLE OVVIETÀ


Il significato della parola "ovvietà", si può benissimo trovare in giro per la rete o sfogliando qualsiasi dizionario di lingua Italiana. Facilmente si trova scritta la definizione di "evidenza scontata, priva di originalità, banalità e altro ancora". Praticamente non si trovano significanti esaltanti a riguardo del significato e contenuto di questa semplice parolina. Quello che mi viene difficile da comprendere, (intendo dire fino in fondo, perché per una parte credo di avere afferrato e "focalizzato" alcuni suoi perché e motivazioni a riguardo) è come mai molte persone si lasciano "incantare", dalle molte "ovvietà" che si trovano in giro. Sarà questa l'era delle "ovvietà"? Se così è veramente, spero ne veniamo fuori al più presto, perché piaceranno anche a molti le "ovvietà", credo che invece sarebbe sicuramente più bello e "sostanzioso", un mondo privo, (o comunque carente) di ovvietà. Se per esempio prendiamo il significato contrario di "ovvietà", andiamo facilmente a trovare, termini come, "inspiegabile, confuso, ambiguo, eccetera, eccetera", per cui mi viene da pensare che non andrebbe neanche bene, la scelta del suo contrario. Ma allora al posto delle "ovvietà", cosa potremmo andare a mettere, nel caso di riuscire a farle fuori, da dentro e fuori il proprio vivere? Non mi arrivano molte idee da provare e applicare. Forse bisognerebbe educare le persone a non amare le cose "ovvie", avere proprie scelte, pensare, riflettere e tante altre belle cosine. Forse il problema esiste a cominciare dall'alba della propria vita, dal cammino intrapreso per scelta o dalle vicissitudini arrivate e sopraggiunte nel corso della propria esistenza. Non credo sarà facile fare fuori le "ovvietà" che si trovano a vivere dentro il tessuto della società di oggi, parecchie di queste sono messe a opera d'arte; chi le abbraccia, difficilmente troverà una ragione per disfarsene. Molti nel loro "vuoto", si sentono pieni; sarà questo il vero problema?