TREGENDA

A SANDRINO


Qualche volta nella vita, capita di rincontrare persone legate ad un periodo, ad un'altra persona, ad un'atmosfera.... oggi questo è accaduto, semplicemente prendendo una strada "diversa", non conosciuta...improvvisa.Ho ritrovato un tuo fratello...Sandrino...., perchè così ti ha ricordato da subito lui, con questo tuo nomignolo affettuoso, più lungo nella pronuncia ma densamente più amorevole dentro una parola che sgorga direttamente dagli occhi e mai dalla voce....Ci siamo abbracciati..., guardati di dentro senza proferire parola per un lungo interminabile secondo....Era il sette Dicembre del 1998.... un universo fa'.... partimmo io, te... Alessandro e Stefano in una tarda ora di una notte romana, convincendo Stefano che non stavamo scherzando... che le valigie erano pronte... che il freddo non ci spaventava... che tu avresti guidato senza tregua, pur di arrivare a Zurigo, pur di soddisfare una fede, un quadrumvirato di amicizia legata al colore di una maglia, al sapore di un'avventura, alla voglia pura e semplice di gridare, con le corde vocali intirizzite dal freddo... un solo e irripetibile coro di curva.E alla fine convincemmo il più scettico.... (ma innamorato di avventura forse come o più di noi)....Riempimmo il buio della notte con le nostre voci... città dopo città.... sublimando dentro l'abitacolo della tua auto, risate, racconti... colori di una vita ancora così giovane e per questo incuriosita di virgole, insaporita da prese per il culo, da cervelli chiusi dentro un sogno... che ognuno di noi sapeva di avere.Ai bordi della strada iniziò a comparire la prima neve, messa lì .... come una bianca crosta di ovatta fredda che sopravvive ogni gioro agli abbracci del sole...Tu guidavi... scandivi i tempi di conversazioni ricche di vita.... di lanci al fulmicotone di intelligenza purissima... Alessandro rideva... io ridevo... Stefano rideva... con la sua voce che ricordo roca.... "Figlio Mio !!!! diceva sempre dopo aver gonfiato la pancia di respiri di gioia.Arrivammo a Zurigo di prima mattina...., stanchi, guardati male dalle guardie di confine, affamati, romani e romanisti....La città era ordinata, attraversata dal fiume..., avvolta da una nebbia che faceva da cappello a qualche campanile, o che sovrastava i tetti di tegole rosse e ben disposte... lenta, pulita come ci si può immaginare una classica città della Svizzera.Un luogo di un altro paese.... di una contea straniera, dove tutti o quasi parlavano italiano. Gente partita dal sud magari, quando il nostro paese era noto per la sua quota in uscita di emigranti, con le valigie avvolte da un filo, i soldi tenuti nascosti nelle tasche delle mutande, i berretti di lana calzati forti fino alle orecchie, piuttosto che per quella (che in futuro sarebbe stata) in entrata di immigrati...Trovammo un posto dove dormire... una pensione laida, forse una casa d'approdo di qualche prostituta a basso costo e del suo cliente bisognoso d'amore... ma fu divertente.... fu l'ennesima perla di sorrisi che s'incastonò sui nostri volti... sapevamo che la storia stava prendendo forma.. che il racconto di quel viaggio, sarebbe stato una lieta novella da trasferire ai nostri nuovi incontri... magari anni dopo... davanti ad una birra... con i gomiti poggiati su un tavolo... e la voglia mai doma di ritornare almeno con i fiati ad un'avventura vissuta da quattro ragazzi innamorati di una squadra di calcio, perdutamente romantici verso una passione.La partità iniziò.... fuori dallo stadio vigeva una overture di Wurstel, di patate fritte... di crauti e birre... ricordo il viale che percorremmo prima di arrivare allo stadio... ricordo le case basse, la polizia a cavallo.... ricordo gli zaini dei ragazzi... le voci romane che percorrevano i maciapiedi di una città svizzera in pieno inverno... ricordo il freddo.... intenso... incessante... secco...Ricordo te .. Sandrino che tenevi le fila.... che mi guardavi mentre ero rimasto qualche metro indietro...Ricordo che in maniera colorita m'invitavi a spingere... a raggiungerti... a fare ancora e sempre gruppo, tra gli spalti di uno stadio lontano dove per tutta la sera facemmo sentire le nostre voci.... ballare i nostri piedi.... spingerci ai gol fatti o sospirare un'accennata delusione a quelli presi.Pareggiammo... 2-2, ma avevamo vinto !!!! decisamente vinto!!! perennemente vinto!!! avevamo raccolto dentro i bicchieri di un tempo destinato a perdersi.... ogni singola goccia dei nostri ricordi... e da quelli avremmo attinto per dissetare ogni tristezza... ad ogni nostro nuovo incontro che il tempo ci avrebbe donato.Non fu così... purtroppo, Stefano andò via dall'Italia, inseguendo e raggiungendo un altro sogno.... io e Alessandro rimanemmo quì, a decifrare le vite di coppia, a giocare qualche partita di calcetto, a sentire le voci caotiche di Roma nel sabato sera...a mangiare una pizza assieme ad altri, con in mente magari anche per un singolo boccone/istante, l'odore legato a quei viali di Zurigo, avvolti dal fumo dei Wurstel e dalle sciarpe tinte dai nostri colori e ben legate attorno a colli gonfi di vene.E tu..... tu prendesti una via senza strade da percorrere... senza biglietti da strappare... senza posti in auto da riempire... senza brividi di freddo o sudore che imperla il viso... Era una strada tua... che io Ale e Stefano non potevamo percorrere, perchè come te non ne contemplavamo ancora l'esistenza...Ricordo come fosse ora la tua mano oltre l'accesso dello stadio.... che m'indicava... che mi faceva capire che c'eri... ed io guardavo senza mai perderlo di vista il tuo cappelletto... muoversi tra le teste dei tifosi... girarsi verso di me... con sotto il tuo sorriso che mai si stancava di esistere...Curioso.... sai? oggi, ricordo più la tua risata.... che la tua voce... ricordo le tue spalle che sussultavano mentre iniziavi a ridere e il tuo modo del tutto unico di arrivare a contagiare di gioia... solo con gli occhi chi ti circondava.Per me resti sempre lì... Sandrino.... qualche metro più in la', già dentro quello stadio, col tuo cappelletto e la tua sciarpa .... che ridendo m'insulti e m'inviti a seguirti a tuo modo... che mi indichi la via.Ciao Sandrì'..... tienici un posto in curva..... e non ti annoiare se ci mettiamo tanto ad arrivare....stiamo cercando di capire meglio da quest'altra parte dello stadio .... ma arriveremo.... non ti spostare più.