TREGENDA

OCCHI DI MARE


"Dal guizzo impetuoso di due delfini innamorati che si carezzavano in un letto chiamato mare….io nacqui libera, blu’, leggera, vogliosa del mio movimento, della mia natura liquida…. sposai il vento e con lui iniziai il mio viaggio. gonfia di luce dell’amico sole, specchio di notte di una lucida luna….attraversai i mari del mondo, sfiorai e fui sfiorata da bianchi gabbiani che mi guidarono attraverso i loro occhi in luoghi dell’anima. vidi isole in lontananza che nessun uomo aveva mai toccato; vidi navi di pirati al crepuscolo, immerse in sogni di conquista; sentii le loro voci ubriache che cantavano ruvide ; ascoltai il canto nomade di queste anime del mare; gesta antiche di uomini da un occhio solo che scrutavano avidi l’orizzonte; rumori metallici di spade ancora insanguinate che brandivano nel l’aria voci di vittoria. vidi la zattera di un naufrago circondata da squali in attesa del loro giusto pasto……vidi quel naufrago dolente sprofondare lentamente tra acqua e zanne….e mentre moriva ricordando il suo cammino, alzo’ gli occhi al cielo ed inforcata un’ armonica, musico’ delicato il suo inno di gioia alla vita. vidi occhi di splendide sirene penetrare piu’ volte nel mio passo liquido; vidi la magia dei loro movimenti al tramonto, corpi sinuosi di donne senza eta’ che cavalcavano bianche chiome di onda; vidi le loro evoluzioni nell’aria, nell’acqua, nel sole; odorai la loro pelle color di perla; maneggiai i loro capelli fluidi, ubriachi di sale e di mare, capelli ondulati e morbidi, capelli come gialli sentieri del deserto, che conducevano ad oasi sottomarine, capelli sinuosi come aurore a drappi, che dipingevano il cielo e trattenevano respiri. vidi fulmini roboanti immergersi segreti nell’oceano; vidi rapide saette tuffarsi nel blu; vidi la luce che squarciava il buio in profondita’ di velluto vestite;vidi la luce di quel fulmine illuminare in fasci di bagliori ellittici, il dorso di cristallo di balene azzurre che morbide, come rocce di panna ,davano inizio a danze lunari che culminavano, seppur trafitte da lance assassine, in baci antalgici. vidi una bottiglia che galleggiava solitaria nell’immenso, trascinata da una corrente caotica che l’avvolgeva di flutti; lessi il messaggio nella bottiglia, scritto da un uomo che ricordo e che non voglio dimenticare, un uomo che dono’ tutto se stesso per essere ucciso da chi amava……un uomo chiuso in gocce di musica…..che sprezzante, nonostante l’incapacita’ del volo di uccelli rattrappiti….continuava a scrivere di anime pure e belle da sempre. ed alla fine….vidi il culmine del mio viaggio, vidi la mia meta pararsi di fronte a me; il mio percorso di delfini,gabbiani, pirati, sirene, fulmini gentili che concedevano luci notturne agli esseri del mare, stava per terminare, stava per estinguersi. l’onda che ero, l’onda che avrei voluto tornare, l’onda che si spense dentro un assetata sabbia dalla bocca plumbea….l’onda che prima di morire allargo’ le braccia al mondo solido, fino ad arrivare ai bianchi piedi di una donna, che mi aveva atteso, che mi aveva chiamato a se….. dal guizzo impetuoso di due delfini innamorati, io nacqui per portare il loro messaggio al mondo….fino a diventare piccolo granello di sabbia che ora una donna custodiva segretamente sulla sua pelle. ora…ero sempre piu’….. parte del mondo.