Creato da ilRediBastoni il 16/01/2006

Coperte di Carta

corte, sottili, frangibili... in una parola inadeguate

 

delirio puro

Post n°355 pubblicato il 24 Agosto 2009 da ilRediBastoni

Stasera sono irrequieto. Sono nervoso.
Forse ho bevuto troppi caffé ed il pc non mi aiuta.
Ho quasi la nausea e mi viene da vomitare.
Non ho fame. Forse il gelato di oggi pomeriggio ha fatto il resto.
Sono riuscito a sostituire l'alimentatore del pc di mia nipote, ho trovato e comprato quello che volevo, a lavoro è ancora tutto tranquillo, ma sono nervoso.
E se si comincia così... e siamo solo a settembre...

Alla tv il circo. http://www.jachinocalliess.info/BernhardClown+.jpg
Mia nipote ha paura dei clown. Si mette a piangere. E' buffo come tutto sia estremamente in bilico ed ogni cosa apparentemente scontata possa diventare tutt'altro che assodata.

Vedo le foto di una amica virtuale. Mi sembra dimagrita e mi fa pensare che sia al limite delle sue forze psichiche. So che ha patito parecchio in questo periodo. Chissà se è successo... non avrò il coraggio di chiederlo.

Arrivano sms. E' tutto il giorno che succede. Non rispondo. Rifletto su come sia complesso accettare che chi ti fa star bene, per una vacanza di pochi giorni piuttosto che per una chiacchiera in più, sia così lontano da te da non poterlo raggiungere a piacimento.

Questa città mi opprime, con i suoi figli falsi e cortesi, come i piemontesi.
Si, questa è la sera del luogo comune. Tutto va bene purché fuoriesca dal mio corpo questo stato di agitazione.

Ora sono un po' più tranquillo.
Mi alzo dal divano per una tazza di latte.
Sento che la serata sta per subire una svolta decisiva.

;))

il Re-calcitrante

 
 
 

... no che non invecchio!

Post n°354 pubblicato il 23 Agosto 2009 da ilRediBastoni

Mi sento sempre più don chisciotte contro i mulini a vento.
Dopo aver letto il post ero indeciso se risponderti sul mio blog.
Eccomi qua.

Mi riferisco al post legato ai ricordi: tutto era così melanconico, così delicato.
Poi… hai rovinato tutto.
'L’uomo giusto non esiste, preferisco passare la notte con uomini sempre diversi.'

Ma che prospettive ha una vita del genere?

Vorrei chiederti come si fa ad andare avanti senza un sogno, un desiderio, un barlume di speranza, una fede… forse meglio, la fiducia di trovare un giorno quello che si cerca. http://3.bp.blogspot.com/_6t28ctZpgcg/RlwGaEzEkBI/AAAAAAAAAMQ/WTNy8HcPErI/s400/zimmer.jpg
Non dico che nella vita tutto sia rose e fiori, ma perché non credere che tra tanto piattume ci sia ancora la possibilità di ergersi dal suolo, di sollevarsi da terra di qualche centimetro?

Io questa speranza non la voglio perdere.

Hai ragione.
C’è bisogno che ognuno abbia i suoi spazi.
E’ buono e giusto anche questo. Dici cose perfettamente condivisibili, purché non si rasenti il patologico.
Ci sono anche “spazi in comune”, che non sono fatti di sola ginnastica orizzontale, magari non troppo a lungo per evitare che tutto diventi routine.

E’ vero si cambia; e quasi sempre il cambiamento non è lo stesso per entrambi, non avviene nello stesso momento. Ma penso che sia più facile cambiare assieme se si è disponibili ad aiutare l’altro a cambiare. Non intendo che ci si debba prostituire tutti i giorni con la speranza che l’altro cambi. Intendo dargli delle possibilità per vedere se riesce a spostarsi, un pochino, da solo anche lui nella stessa direzione.

Sono stufo del tiriamo avanti e poi vediamo.

Come vedi anche io, da un lato, non riesco ad essere razionale.
Se lo fossi davvero dovrei darti ragione in pieno.
Dall’altro lato, però, ho bisogno di una luce in fondo al tunnel.
Penso che tutti ne abbiano bisogno. Magari in modo differente.
Fa bene all’anima, la fa restare viva.

:)

il pensae-Re-pensa

 
 
 

...se fosse, un post sulle vacanze?

Post n°353 pubblicato il 14 Agosto 2009 da ilRediBastoni

'Dove sta la fregatura?'
Questo l'interrogativo categorico iniziale.
Si, perché l'abitudine è quella di guadagnare tutto quello che si ottiene con non poca fatica. Non si è così tanto avvezzi a gentilezza e disponibilità offerte sulla base della fiducia.
La vacanza è partita proprio con un forte credito di fiducia nei miei confronti. Quello che si dovrebbe porgere ad ogni nuovo incontro della propria vita, e che, dopo tanti inciampi, non siamo abituati a concedere per la corazza di autodifesa che ci tagliamo addosso. http://img.subito.it/images/01/0120441856.jpg

Il mio timore iniziale era di non riuscire a rompere il ghiaccio.
Così, da subito, ho cominciato a parlare di tutto. Un po' come quando in treno si intavolano le discussioni più improbabili con perfetti sconosciuti, pur sapendo che costoro scenderanno alla prossima fermata e dimenticheranno quanto si è detto ancor prima di varcare la soglia di casa.

Qui lo scenario cambia. Le interlocutrici saranno le stesse, 24 ore su 24, per tutta la settimana a seguire.
Ma un attimo dopo che cominci a parlare ti rendi conto che la strada è visibilmente in discesa, e il pranzo assieme ed i chilometri subito dopo passano via velocemente.
Ti scappa addirittura di raccontare di una tua vita precedente, quando stavi per compiere l'insano gesto di salire sull'altare. Acqua passata.

Poi l'incontro sulla spiaggia, con l'unica compagna di viaggio che già conosci ma che non vedi da più di un anno.
Si, le telefonate, per restare al passo almeno con gli accadimenti più importanti. Ma 24 ore per una settimana di seguito, o poco più, è cosa ben diversa.
Si riaprono cassetti e consuetudini solo momentaneamente accostati e tutto fila via liscio come l'olio.

Così passi le giornate con 3 persone completamente diverse da te in un'avventura comune che ti vede trasformato. Sono trascorsi diversi anni dall'ultima analoga esperienza e le abitudini di vita si fanno sentire con i loro segnali contrastanti, a turbare quel sottile equilibrio di convivenza volontaria ed al tempo stesso da rodare.

L'isola?
Magica come al solito. Tutto già vissuto, ma sempre nuovo o dal sapore differente. Tutto ancora una volta perfetto.

Non so se per l'atmosfera, per l'indole isolana, per l'incastrarsi magico di tempi, situazioni e stati d'animo assonanti, ma una vacanza come questa non può non riconciliare con la vita.

E' di sicuro un momento unico da incorniciare, che ti lascia, alla fine, con un solo interrogativo categorico...

Sarà possibile ripetere una esperienza come questa?
Né più, né meno.

:))

A.

foto: Sa Preda Ruja - Siniscola (NU)

 
 
 

...semichiuso per ferie

Post n°352 pubblicato il 25 Luglio 2009 da ilRediBastoni

Ciao. http://blog.cerbero.eu/wp-content/uploads/2008/07/ombrellone.gif

Volevo salutarvi.

Chiudo i battenti per le ferie, ma spero di ritrovare ancora qualcuno alla fine di agosto.

Chissà, magari riuscirò a passare di tanto in tanto.

Buone vacanze a tutti voi!!!

;))

Baci.

A.

 
 
 

m' rrcord'

Post n°351 pubblicato il 21 Luglio 2009 da ilRediBastoni

Durante il periodo estivo, quando le scuole erano chiuse e le vacanze al mare non ancora cominciate, spesso uscivo con nonno M..
Calzoncini corti e magliettina io. Camicia di lino, pantalone di cotone e bretelle lui.
Si usciva di casa verso le 10, quando ancora il sole non era così caldo. E, dopo circa un km, si arrivava a destinazione.http://www.michelebrina.com/ALe880-045.f.jpg
Il tuor classico prevedeva la visita giornaliera alla stazione ferroviaria.

La stazione era un po' fuori mano, come la maggior parte delle stazioni ferroviarie.
Così era abbastanza ventilata e le alte pensiline riparavano dal caldo.

Tutt'intorno il rumore delle cicale che ricoprivano gli alberi d'ulivo delle campagne circostanti. Il loro stridio veniva interrotto solo per pochi istanti dall'arrivo del treno.

Ne aspettavamo uno, due, tre. Non c'era modo di stancarci ed io ero entusiasta di poter ripetere questa fantastica avventura dal finale già scritto mille volte.
Poi, da grande, la spiegazione: il nonno, infartuato, aveva bisogno di camminare a lungo. La stazione era a metà del percorso. Così ci si sedeva per permettergli di recuperare fiato prima di incamminarci verso casa.

Mai avrei potuto pensare che i treni, tanto cari a quell'età, sarebbero diventati il mio principale mezzo di spostamento per tutto il periodo universitario.
Da Foggia a Torino andata e ritorno, almeno 5-6 volte l'anno, viaggiando di notte per non fare scalo a Bologna.
Da Varese per Milano, pendolando per lavoro nei primi anni del nuovo millennio.
Ed ora a Roma, dalla periferia est al centro.

Non è che poi in questi quarant'anni i treni siano cambiati molto.
Non parlo dei superveloci, anche loro con più di una pecca, ma dei trenini locali. Di quelli che prendono i pendolari per partire da casa all'alba e ritornarvi al tramonto.
Sempre sozzi, affollati, caldi d'estate e freddi d'inverno.

Chissà cosa direbbe il nonno ascoltando questi lamenti.
La premorienza ha quest'unica consolazione per me: gli sono stati evitati gli affanni di questo tempo, molto poco caritatevole con i più deboli.

:))

the Re-memberer

 
 
 

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