Dialoghi musicali

Ferragosto


Ho guardato il mare dal mio balcone.Sono le 7,30 del mattino. Oggi è Ferragosto.Il mare, il mio Adriatico, è a circa 6 chilometri in linea d'aria. Appare calmo. A quest'ora è anche lasciato in pace. Conosco le abitudini dei suoi frequentatori e a quest'ora lo trovo sempre deserto.Il mare che vedo è stato quello della mia fanciullezza e giovinezza. E' lì che prestissimo ho imparato a nuotare, istintivamente, e nei fondali rocciosi del Trabucco (la zona del litorale di Trani riservata agli esperti e considerata con timore dai bagnanti) ho iniziato ad immergermi per pescare, per anni senza maschera subacquea. La mia prima maschera subacquea l'ho acquistata con i risparmi di un anno, frequentavo già le medie. Il negoziante mi ha guardato male quando ha visto la montagna di soldini contenuti nella busta di carta marroncina del pane.Ricordo quando, ragazzino, all'inizio degli anni '60, tornavo a casa con una borsa a rete enorme, piena di ricci. Saturavano con il loro profumo l'autobus della *** che allora ci portava dal mio paese al litorale di Trani e ritorno. Qualche signora più ardita me ne chiedeva qualcuno che io munificamente elargivo.Ma il momento topico era il mio arrivo a casa. Solitamente era l'ora del pranzo. Un'ora in cui a quei tempi si sentiva solo il rumore delle stoviglie a contatto con i piatti, ammesso che riuscisse a sovrastare il canto assordante e meraviglioso delle cicale. Quando arrivavo al cancello della palazzina condominiale, però, tutto si fermava, poiché si celebrava il rito della distribuzione dei ricci ai coinquilini, tra i quali i cugini di mio padre che io chiamavo zii.Com'erano lunghe quelle estati.Da decenni il mio Adriatico è quello del Gargano che ho iniziato a conoscere il 1969, andandoci con la mia seconda auto. La prima fu una Fiat 500 bianca, con le portiere controvento ed il tetto apribile; la seconda una Fiat 128 di un colore carta da zucchero che a ricordarlo mi vergogno ancora.Il Gargano degli anni '60 possono ricordarlo solo quelli che l'abbiano vissuto. Non c'era nulla o quasi di quello che oggi lo deturpa e insozza. Ho calcato luoghi deserti ed incontaminati dove a partire dalla fine degli anni settanta sono sorti dapprima campeggi discreti poi diventati villaggi bercianti.Eppure, ancora oggi il Gargano riserva spiagge, dove tutto questo c'è, ma non in maniera invasiva. E restano le lunghe scogliere, impraticabili dalla riva, dove tutto è rimasto come sempre e domina la macchia mediterranea i cui profumi si mescolano a quello del mare.Ho guardato il mare dal mio balcone.Prima di iniziare a fare ciò che faccio quando resto solo in casa.Si può restare soli in casa anche il giorno di Ferragosto.Per tanti motivi.Quando accompagnavo da piccolo mio figlio in ospedale, per consolarlo gli dicevo: "guarda abbiamo come al solito problemi per parcheggiare. Questo significa che ci sono tanti bambini che non stanno bene come te. Forse qualcuno sta anche peggio...". Chissà quante volte mi avrà mandato mentalmente.Oggi è Ferragosto, ma per chi dializza non fa differenza: che sia il  dì della Vigilia o il giorno di Natale o quello San Silvestro o di Capodanno o di Pasquetta.Eccezione fatta per le domeniche, non fa differenza.