Dialoghi musicali

Ma che musica (5)


Nel precedente post ho citato il processo ad espansione. Nell'intento di chiarire di che cosa si tratti (cecilia2day, in particolare, sarà contenta), riporto quanto ho scritto al riguardo nel paragrafo La lettura musicale nei processi linguistici e semantici contenuto nel II capitolo del mio testo Musica Nuova, Elementi di teoria musicale & dintorni, Papageno edizioni....la lettura musicale si attua attraverso due percorsi fondamentali:il primo riguarda la lettura finalizzata all’esecuzione strumentale (fondata sulla notazione assoluta). Le note sono riportate sul pentagramma, reso specificamente funzionale, quindi relativo ad ogni strumento, secondo il procedimento detto “ad espansione”. Nel caso del pianoforte, ad esempio, si pensa alla struttura formata da due pentagrammi sovrapposti, al centro dei quali corre il rigo del Do centrale, inteso come taglio addizionale condiviso. La lettura strumentale avviene secondo princìpi tecnici, costituenti un tracciato, la prassi esecutiva (che non può essere definito in assoluto, poiché la sua articolazione è strettamente legata alle peculiarità dello strumento musicale impiegato), attraverso l’associazione di ciascun segno sul pentagramma con un luogo preciso dello strumento, e si traduce con una altrettanto precisa posizione gestuale, secondo il percorso che dall’occhio va alla mano;il secondo percorso consente di associare i segni grafici con immagini mentali, evocate attraverso l’ascolto interiore, e quindi permette di sentire i suoni musicali come, leggendo una pagina, si sentono mentalmente i suoni verbali, trasformati in concetti. I due percorsi, a ben vedere, sono totalmente indipendenti l’uno dall’altro, condizione la cui essenzialità è importante avere ben chiara, poiché presuppone due diversi approcci alla lettura: l’apprendimento delle note, per la prassi strumentale (leggere per suonare), è un obiettivo elementare, fondato su automatismi, che può essere raggiunto relativamente presto; l'apprendimento per la pratica vocale, richiede, invece, un lungo esercizio, che non può essere proposto in forma concentrata, come avviene solitamente nell’attuale corso di solfeggio, ma deve essere distribuito durante tutto il corso degli studi, in misura proporzionale ai livelli di maturazione dello studente, attraverso una didattica intelligente e mirata. In questo caso, infatti, si tratta di stabilire una correlazione tra le immagini uditive delle relazioni melodiche (che abbiamo acquisito in forma inconsapevole, grazie agli stimoli sonori proposti a livello ambientale), e le immagini visive della notazione musicale, ponendosi, quindi, in grado di sentire ciò che si legge e leggere mentalmente ciò che si sente...(continua)