Dialoghi musicali

Natale 2011


Nel corso della settimana che ha preceduto questo Natale, ho fatto qualche capatina ai blog amici.Quasi tutti hanno messo in evidenza ciò che di stridente avviene ed appare con quella che dovrebbe essere la Festa delle feste, mano mano che questa si avvicina.L'ostentata celebrazione dell'opulenza, quale veste che si dà alla festa di Chi è nato povero tra i poveri e per i poveri, ancora di più mette in risalto la visione di ristrettezze economiche: telegiornali e rubriche varie vanno in onda con una scaletta cinicamente fatta di servizi su pranzi soifisticatissimi quanto costosissimi e sulle file alle mense della Caritas.Ogni italiano spenderà una certa cifra in euro - ci informa la vellutata voce della cronista.Peccato che quella cifra sia di molto superiore all'ammontare della maggior parte delle pensioni e anche di certi stipendi.Ecco cosa regalare - consiglia un sapiente servizio televisivo nel corso del telegiornale, mostrando gioielli che, come riferisce un azzimato tizio, all'uopo intervistato, costano una fortuna, ma si vendono.Finito il luccicante servizio, eccone uno sui disoccupati, e sull'indigenza di chi non può permettersi neppure di pensare a regalini modestissimi per i figli.Ma questo, in verità, è un copione di tutti gli anni.Già immagino il responsabile di una qualsiasi testata televisiva obiettare che si tratta di informazione e che è normale fare sapere che qualcuno (tanti?) possono anche spendere centinaia di euro a persona per il solo cenone della Vigilia.Forse in altri tempi la ricchezza aveva un barlume di dignità, di decoro, di rispetto, di pudore, per starsene nascosta. Forse.Quand'ero ragazzino rivestivamo di carta stagnola (conservata gelosamente nei mesi precedenti) mandarini, noci ed altro. Era la carta stagnola che rivestiva i rari cioccolatini ed i gianduiotti che costituivano i nostri dolciumi. Non sapevamo di altre ricchezze e quegli ori ed argenti ci saziavano e rendevano felici.Da anni, troppi anni, una genia di abili pupari ci dice cosa si debba intendere per ricchezza, per felicità, per soddisfazione; e ci mette tutto davanti agli occhi; e ci convince che se quello che ci mostra non possiamo averlo, allora vuol dire che siamo insoddisfatti.Tra pochi giorni tutto sarà (sembrerà) finito. I pupari però saranno sempre al lavoro per noi. Questa volta per convincerci quanto sia d'uopo, avendo messo sù qualche chiletto durante le feste, rimettersi in linea.Il tutto in attesa di una imminente Pasqua di pace, concordia e fratellanza.