Dialoghi musicali

IL TEOREMA DI ULISSE


Ogni tanto mi viene un'idea. Una è quella del Teorema di Ulisse, che talvolta illustro nel corso delle mie riflessioni fatte ad alta voce. A proposito dell'incontro di Ulisse con le mitiche Sirene, l'Odissea racconta che egli abbia raccomandato ai suoi amici di legarlo ben stretto con una fune all'albero del suo vascello e di restargli vicino. ... e ricorda, per quanto io ti implori e con gli occhi ti chieda di slegarmi, tu non mi ascolterai, anzi ancora di più dovrai stringere le corde... Così ordina l'eroe ai suoi compagni ai quali, nel contempo, non permette di ascoltare le Sirene, descritte da Circe come donne molto affascinanti, contornate o affiancate da scheletri, signore della morte il canto delle quali è così seduttivo da negare l'evidenza della rovina, della distruzione, della morte. Ulisse, che Vico chiama uomo della sapienza, si lascia coinvolgere, senza farsi bruciare e annullare dalla conoscenza, mettendosi alla prova, ma impedendo agli altri di farlo. Egli sa quanto i suoi compagni siano sprovvisti di strumenti di difesa. Decide, dunque, per gli altri, ma il suo intelletto gli suggerisce che anche lui corre gli stessi rischi e per questo idea il sistema per tutelare sé stesso, per evitare di cadere in errore quando dovesse presentarsene il rischio se non la certezza. Ulisse, quindi, è certo della fallibilità umana e non si esclude dall'umano consesso. Egli sa che, se lasciato libero, come qualsiasi mortale, seguirebbe il canto delle Sirene, ossia cadrebbe in errore.Cosa dovremmo fare, pertanto, noi tutti, nessuno escluso?Come Ulisse dovremmo creare i mezzi che, al di sopra della nostra volontà e possibilità di azione, quando fossimo in preda alla stoltezza, ci impedissero di errare.Per questo i saggi hanno pensato e scritto le leggi. Per questo esistono i concetti di legalità e giustizia.Ma occorre fare di più, dico io. Come Ulisse, facendosi legare dai compagni, impedisce che gli ordini contraddittori che dovesse impartire possano mai essere eseguiti, così tutti, e in speciale maniera i governanti, se probi e onesti, ben consapevoli della fallibilità umana e quindi della propria, dovrebbero adoperarsi per creare oltre che leggi, giuste e serenamente severe, sistemi concreti e tali da impedire a loro inclusi di potere mai violare quelle leggi.