Dialoghi musicali

RIGOLETTO A MANTOVA (prima riflessione)


E' stato un bene che sabato sera io abbia deciso di scrivere un post per ricordare Luciano Pavarotti a tre anni dalla sua morte. In tal modo ho sospeso di commentare la rappresentazione del Rigoletto di Verdi (per la regia di Andrea Andermann, su RaiUno), preceduta nientemeno che da un discorso “alle nazioni” del Presidente Napolitano. E' stato un bene, poiché già ne stavo scrivendo su un mio precedente post, suscitando un dibattito interessante. In quella sede sono stato sia crudo, sia duro e, in particolare, la mia frase: "Vogliono fare l'ennesima porcata? La facciano." ha suscitato condivisione, ma anche critica. In verità  quel post è stato per me il mezzo per fare una più ampia denuncia sullo stato della cultura e dell'arte in Italia e in tale contesto quella frase andava e va letta.Da più parti si è detto che la messa in onda televisiva del Rigoletto avrebbe avvicinato al teatro d'opera molti italiani, specie i giovani e in particolare quelli agnostici e scettici.Il presidente della Rai Paolo Garimberti, presentando la produzione, avrebbe detto: "Costa come due serate e mezzo di buon intrattenimento, ma ne vale la pena. È una lucida follia perché ha costi più elevati delle canzonette e ascolti probabilmente più bassi, ma è nostro compito fare queste scommesse - avrebbe quindi aggiunto - È  costoso, ma richiama all'impegno della Rai di fare cultura."Ebbene, il primo atto, nell’access prime time di sabato 4 (dalle 20.30 alle 21.30) ha ottenuto 2.659.000 telespettatori, per il 14,3% di share (Velone - absit iniuria verbis - su Canale 5 ha ottenuto il 21,7%).Il secondo atto, in onda domenica alle 14.00 ha registrato 1.542.000, per uno share del 9,87%.Il terzo atto, alle 23.10, ha raccolto 1.251.000, per uno share dell’11,55%. Questi dati dicono che in buona sostanza la messa in onda di Rigoletto a Mantova l'hanno seguita quelli come il sottoscritto, i melomani (questi ultimi non se la sarebbero persa neppure se fosse stata trasmessa da Disneyland) e pochi altri spettatori effettivamente interessati. A scanso di equivoci dico subito che non è con la televisione che si possono avvicinare al melodramma quelli che non lo conoscono. Il luogo del melodramma è il teatro, così come il luogo del calcio è lo stadio e i bagni di mare non si fanno nella vasca di casa. I giovani, poi, amano seguire gli spettacoli fatti sul palcoscenico. Strano che nessuno degli esperti soloni che guadagnano soldi "nostri" a palate si sia mai dato premura di mettersi in condizione di saperlo e appurarne i motivi. Una considerazione grande grande va fatta sul costo della produzione: due serate e mezzo di buon intrattenimento (che cosa, poi, il presidente della Rai, preso da raptus intelletuale, intenda per buon intrattenimento, non so). Curiosa è, poi, la teoria che  la cultura si ottenga a botte di scommesse, (facili da farsi, del resto, quando i soldi sono dei contribuenti). La cultura la fanno quelli che hanno l'umiltà di acculturarsi prima di aprire la bocca per dire e tramandare ai posteri aria fritta e realizzare colossi d'argilla. (continua)