Dialoghi musicali

RIFLESSIONE


Tutti i discorsi legati alla creatività, scaturigine della poiesi rimandano a due interrogativi: La creatività (nel mio caso l’attitudine a comporre musica) è una dote innata?Può, in caso contrario, essere acquisita? A tal proposito, ricordo che, circa quarant’anni fa, sulla Nuova Rivista Musicale Italiana, ebbe luogo un acceso dibattito sulla necessità, o meno, degli studi di Composizione.Nei Conservatori è opinione diffusa che chi studi Composizione diventi ipso facto compositore, quasi a dire de jure.Eppure la organicità degli studi musicali compositivi in buona sostanza, a prescindere dai contenuti, non differisce da quella degli altri Saperi.Nessuno si sognerebbe di affermare che chi studi Lettere diventi poeta o romanziere o letterato, chi studi Filosofia filosofo, e via dicendo.Caso mai ci fossero dubbi in tal proposito, i fatti dimostrano che gli istituti superiori di  cultura, Conservatori e Università, non sfornano a pie' sospinto compositori, poeti, scrittori, pensatori, scienziati, eccetera.In realtà abbiamo tanti, ed ottimi, professori di discipline musicali, letterarie, filosofiche, scientifiche, la cui opera intellettuale non produce tuttavia opere d’ingegno che possano essere intese nel senso più squisitamente “creativo” dell’invenzione intellettuale.Di contro, ci sono letterati, compositori, pittori, scultori, architetti che tali sono, senza aver frequentato un’accademia e le cui opere hanno l’impronta della creatività.Ciò avviene perché la padronanza degli elementi strutturali e formali di qualsiasi sapere non è appannaggio solo del laureato.Il Sapere può essere attinto ovunque ed in qualsiasi momento, poiché i luoghi ed i tempi deputati all’acquisizione della Conoscenza sono oggettivamente molteplici, ma anche soggettivi.La Conoscenza è tuttavia imprescindibile.Creativo è chi abbia la capacità di usare la Conoscenza acquisita, plasmandola per dare corpo alla propria invenzione concettuale.La creatività, quindi, è una dote innata, ma va confermata con quello che sembra un paradosso: acquisendola.Priva di Conoscenza, la creatività è come una Forma imprigionata: un dettato che nulla può confermare e nulla può innovare, una Tesi che non conosce Antitesi, un pensiero Atonale che non si libera del labirinto Tonale.La creatività, priva della cultura, incurante del pensiero precedente, aliena dal senso della Storia, produrrà una poetica vuota, esteriore, stentorea, ma priva di echi pregnanti.Non è, infatti, minimamente possibile pensare che l'uomo possa esprimersi con un linguaggio "nuovo" che nasca dal nulla, lungi da un qualsiasi processo evolutivo e storicistico.L'armonia, il contrappunto, la fuga, la sonata, e il sonetto, l'ode, la novella, il romanzo, il poema, sono elementi costitutivi, "forme" del discorso, vuoi musicale, vuoi letterario.La mancanza di consapevolezza della loro esistenza, del loro “compito”, del loro essere mezzo per comunicare un messaggio, il disconoscimento del loro inalienabile portato “cromosomico”, isterilisce il logos e mortifica la poetica, privando l'uno e l'altra della dialettica necessaria all’evoluzione dell’uno e dell’altra.Conosciamo le Forma non acriticamente, bensì attraverso "ciò" e "Chi" alla Forma ha dato sostanza dialettica, contribuendo con questo a ridisegnare continuamente la sua stessa "forma".Poiché nulla si crea e nulla si distrugge, mentre tutto scorre.Essere, non essere, divenire (creativi).