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ANTICA LEGGENDA

Post n°9 pubblicato il 04 Aprile 2007 da delleterrerosse


immagineimmagineimmagineLa Leggenda di Shiroimmagine
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Questa leggenda risale al tempo dello shogunato Tokugawa (1603-1868)

C'era una volta, tra le montagne della regione di Akita, un villaggio di cacciatori. In questo villaggio vivevano un cacciatore
di nome Sadaroku e il suo Akita bianco di nome Shiro.
Sadaroku era il miglior cacciatore della zona e per questo il signore di Nambu, invitatolo un giorno al suo castello, gli
consegnò un rotolo che gli dava il permesso di cacciare nelle montagne della regione.
Una mattina Sadaroku e Shiro andarono a caccia. Improvvisamente il cane si mise ad abbaiare: un grosso cinghiale si muoveva
tra gli alberi. Sadaroku prese la mira e sparò; il cinghiale, benchè ferito, fuggì. Shiro si gettò
all'inseguimento e Sadaroku
gli andò dietro. La caccia durò tutta la notte finchè i due si accorsero di essere giunti in una foresta
sconosciuta sovrastata
da un castello. Scrutarono tra gli alberi e videro il cinghiale, Sadaroku sparò di nuovo e questa volta lo uccise.
Ma ad un tratto fu circondato da un gruppo di samurai; lo arrestarono poiché aveva osato sparare nei pressi del castello
di
Sannobe.
Sadaroku cercò in tasca il lasciapassare ma non lo trovò, proprio quel giorno l'aveva dimenticato a casa. Così
fu trascinato
al castello, condannato a morte e messo in prigione.
Durante la notte Shiro riuscì ad arrivare sotto la grata della prigione e si mise a guaire.
Il suo padrone lo udì e lo implorò di andare a prendere il rotolo pur non sperando che il cane avrebbe capito.
Invece Shiro capì e partì di corsa. Corse e corse attraversando foreste valli e pianure e finalmente giunse
a casa. Qui si
mise a guaire e ad abbaiare disperatamente davanti alla moglie del suo padrone, ma la donna non capiva ciò che lui
voleva.
Allora riprese la via del ritorno verso il suo padrone. Quando Sadaroku lo vide tornare senza il rotolo si disperò
ma poi
si ricordò di averlo lasciato sopra il sacrario degli antenati; lo disse a Shiro il quale ripartì correndo a
perdifiato. Giunto
a casa si mise ad abbaiare davanti al sacrario. La moglie vide il rotolo e questa volta, sbiancando in volto, capì.
Dette
il rotolo
a Shiro che riprese la sua folle corsa verso il castello. All'alba Shiro stava ancora correndo ma era allo stremo delle forze.
Nello stesso momento Sadaroku veniva portato sul luogo dell'esecuzione; chiese di poter rivedere per l'ultima volta il suo
cane ma gli fu negato. Fu così che, mentre urlava il nome di Shiro, gli venne tagliata la testa.
Quando poco dopo il cane arrivò con il rotolo in bocca trovò il corpo del suo padrone ormai senza vita. Cominciò
a nevicare,
Shiro trascinò il corpo di Sadaroku nella foresta vicina al castello, scavò e lo seppellì. Poi cominciò
ad ululare verso il
castello e ogni giorno e ogni notte ululava tutto il suo dolore. Il suo ululato giungeva anche al castello e gelava il sangue
a quelli che lo abitavano.
Shiro non lasciò più quella foresta che da allora è chiamata la "foresta ululante".

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