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« Salvatore Damaggio: semb...Piume baciatemi la guanc... »

2 luglio 1916 Ritorno al Pasubio

Post n°19 pubblicato il 18 Luglio 2016 da akkuaria
 

"Nessuno muore del tutto finché ne sia conservato il ricordo" (Jorge Luis Borges)

Salvatore Damaggio, il bersagliere di cui la scrittrice Vera Ambra ha ricostruito la vita e le gesta attraverso il libro "Piume baciatemi la guancia ardente" in occasione del 2 luglio, ricorrenza del centenario dell'azione che lo rese protagonista di una delle pagine peggiori della storia italiana. Basti pensare che nei tre giorni che precedettero la sua vittoria ben oltre tremila soldati italiani persero la vita sul Pasubio dove il nemico aveva preparato con mirata perizia l'avanzata. Solo otto uomini con a capo il tenente Damaggio riuscirono a tenere testa e vincere il fuoco nemico.
La città di Schio, che sarebbe stata la prima ad essere invasa, per riconoscenza del gesto eroico consegnò al Damaggio una Medaglia d'oro e la cittadinanza onoraria; mentre il Comune Valli del Pasubio intitolo il luogo dove si consumò la tregenda azione con la dicitura "Selletta Damaggio".
Tutte queste vicende e altro, riportate nel libro di Vera Ambra, hanno dato vita al libro "Ritorno al Pasubio" una Graphic Novel, sceneggiata dallo scrittore Alfredo Sorbello e disegnato da Gaetano A. Testa, in arte GAT.
Il fumetto, attraverso le immagini, è un percorso psicologico dentro la mente di un soldato, di un medico, di un bersagliere, di un uomo che affronta le difficoltà della vita sostenuto dagli ideali che coltiva sin dalla giovane età.
In un ospedale come in una caserma, in trincea come all’università affronta la vita senza mai pensare di meritare un particolare onore o merito per i suoi atti.

Sfugge ai riconoscimenti, ai premi, concentrato com’è sul suo dovere verso gli uomini e verso la Patria di cui vive un concetto ormai perduto di amore verso la terra natia.
L’Italia si trova per un pomeriggio ad essere difesa nel suo punto debole da un manipolo di uomini votati al martirio. Le cime del Pasubio come delle moderne Termopili italiane fanno da sfondo a una lotta impari tra l’artiglieria austro-ungarica e il coraggio lucido di uomini che non hanno neppure il tempo di montare del tutto  la propria arma per opporsi alla soverchiante forza nemica.
Armati interiormente da cuori pronti a morire perché il fronte avversario non sfondi le loro difese, ultimo baluardo a protezione dell’Italia intera.

Maria Consoli

 
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