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Come tutti quelli che passano di qui, anch'io vedo il sito di libero.it almeno sei- sette volte al giorno. Oggi la notizia mi ha colpito: dopo le sexy studentesse, che si prostituivano per pagarsi gli studi, adesso è venuto a galla anche il fenomeno uguale e contrario, cioè anche gli studenti fanno la stessa cosa. Nulla di strano, a dire la verità: siamo in un mondo in cui la parità anche se non c'è ancora del tutto ha fatto molti passi in avanti nel suo cammino e quindi è abbastanza normale che ragazzi e ragazze ragionino un po' nello stesso modo e vedano nel loro corpo uno strumento utile ad ottenere del profitto. Non che io condivida questa scelta, ma se lo fa una ragazza ci sta che lo faccia anche un ragazzo. la cosa che mi ha colpito di più di questo post, però, è un'altra: un rapporto gay con un gigolò costa meno di un rapporto etero. A prima vista è una cosa che non ha troppo senso. In teoria un ragazzo etero che si prostituisce dovrebbe avere meno difficoltà ad andare con una donna che con un uomo. Però, visto che il mercato ha sempre una sua logica, se i prezzi sono questi vuol dire che le cose non stanno così. Allora mi sono detto che forse questo fatto è il risultato di due cose diverse. La prima è che, probabilmente, la stragrande maggioranza dei clienti del mondo della prostituzione è formata da uomini. Ci sono quelli che vanno solo con le donne, quelli che vanno con i trans e quelli che, magari, hanno voglia di togliersi un capriccio con un ventenne. Quindi se ci sono tanti potenziali clienti è chiaro che è a quella 'fetta di mercato' che ci si deve rivolgere e per questo gli studenti (ammesso che la cosa sia vera naturalmente) abbassano i prezzi. La seconda è che evidentemente per un uomo è impossibile fingere l'eccitazione ed è molto difficile crearsela se il partner non lo stimola. quindi uno dice: se vado con un uomo ho un rapporto passivo, sto lì e lascio che faccia tutto lui o comunque non devo per forza essere eccitato. ma se vado con una donna, magari che non mi piace, e quel giorno la cosa non funziona... che faccio? certo è che sono fenomeni che fanno pensare e personalmente faccio molta fatica a pensare che ci siano così tanti giovani che non riescono a mantenersi l'università in altro modo. è chiaro che prenderla in quel posto (e stavolta non in senso metaforico) per 10-15 minuti e guadagnare 50-100 euro è meno faticoso che fare il cameriere a 5-6 euro l'ora. Però, cavolo... Io penso ancora che fare l'amore con una persona sia un momento bellissimo. magari il frutto di un'eccitazione, di una reazione chimica ma non di un contratto. Bah |
Da 'Italia oggi' Alla fine ce l'ha fatta. Domenico Arcuri, il dinamico amministratore delegato di Sviluppo Italia (da qualche mese ribattezzata Agenzia), è riuscito a portare a lavorare con sé come dirigente il giovane e bravo Gabriele Visco. Per alcuni mesi nell'estate scorsa l'aveva chiamato come consulente (per 46 mila euro da luglio a settembre), poi il rapporto si era interrotto, rischiando di reinserire il manager in quell'esercito di bamboccioni mal sopportati dal ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa. Un rischio per fortuna scongiurato: ci sarà un bamboccione in meno. Anche se non troppo lontano da casa: Gabriele è il figlio di Vincenzo Visco. Sviluppo Italia è controllata al 100% dal ministero dell'economia. Formalmente non scatta il conflitto di interessi, perché se l'azionista unico di Sviluppo Italia è lo stesso ministero di cui papà Visco è viceministro, la delega sugli indirizzi di gestione spetta al ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, che a sua volta ha affidato l'incarico al suo viceministro, Sergio D'Antoni. Sicuramente Gabriele Visco avrà le caratteristiche professionali necessarie all'incarico, e già dopo le prime polemiche sulla consulenza affidata Arcuri aveva spiegato di conoscere personalmente il giovane manager e di averne potuto apprezzare le qualità in passato quando si erano incontrati ognuno dei due lavorando per un'azienda privata. Ma certo non ci sono stati megafoni ad amplificare una notizia che qualche rilievo politico o per lo meno di costume, sembra avere. L'avrebbe in qualsiasi paese del mondo. Alla fine sono stati assai più utili e trasparenti in questi giorni i vari centralinisti di Sviluppo Italia, che non solo hanno provato inutilmente a passare Gabriele Visco al telefono (non c'era come la maggiore parte dei dirigenti del gruppo), ma alla bisogna hanno fornito l'interno e perfino la qualifica in azienda come riportata sul loro elenco telefonico aziendale. Se si basa sulla predisposizione dei centralinisti la trasparenza tanto vantata dal governo e dalla pubblica amministrazione, temo che le polemiche sulla casta e le successive promesse di cambiamento abbiano prodotto risultati assai scarsi. Basta leggersi le tre pagine di inchiesta che oggi pubblichiamo su cosa avviene negli Stati Uniti nel cuore della campagna elettorale per le presidenziali che stanotte ha avuto il suo primo significativo test nello Iowa. Mentre qui bisogna arrangiarsi alla meglio per strappare qualche notizia, negli Usa ogni minimo particolare del presidente in carica, del suo staff, dei suoi familiari, dei candidati alla successione con relativo staff e famiglia e in pari modo di ogni membro del congresso è esposto al pubblico non volontariamente, ma in base a una legge federale. |
Proprio alla fine dell'anno c'è uno scambio di opinioni interessante tra Giuliano Ferrara e Marco Travaglio sul tema 'Contrada'. Ve lo propongo in modo che poi ciascuno possa dare la sua opinione. Giuliano Ferrara su Il Foglio Bruno Contrada, vecchio e malato, chiede secondo legge alla magistratura di sorveglianza il differimento della pena per potersi curare o per morire dignitosamente. In termini morali il prigioniero chiede alla coscienza civile dell’Italia, che si batte per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, di pronunciarsi su una pratica carceraria disumana quando si accanisce su senilità e malattia, una pratica talvolta equivalente all’irrogazione di una pena di morte graduale, lunga, particolarmente dolorosa. Per la verità Contrada è stato giudicato colpevole dalla Cassazione. Ma Ferrara, occupando da solo una superficie lievemente più ampia della Cassazione, si sente superiore. E ha deciso che Contrada è innocente. E chi non è d’accordo è «ripugnante», «immondo», «protervo», visto che Contrada è «in quelle condizioni». In pratica, per il Molto Intelligente, un colpevole malato diventa innocente: per essere colpevoli bisogna scoppiare di salute. E siccome la sua intelligenza non si ferma qui, ecco Ferrara inerpicarsi in un ardito paragone tra Contrada e Gramsci. |
Inviato da: DIVA78
il 22/08/2008 alle 13:58
Inviato da: Buong
il 11/04/2008 alle 17:47
Inviato da: DIVA78
il 11/02/2008 alle 15:58
Inviato da: alcor12
il 08/02/2008 alle 15:57
Inviato da: DIVA78
il 08/02/2008 alle 14:16