FIGLI DELL'ALER

ALER(PARTE4)


1934La sede dell'Istituto si trasferisce in via S. Paolo.1934/37Viene realizzato il quartiere Milite Ignoto.1935Nuova denominazione in “Istituto Fascista Autonomo per le Case Popolari" (IFACP).1935/38 Quartiere Nazario Sauro1936Alla VI Triennale Bottoni riprende il tema del rapporto tra abitazione popolare e pianificazione urbana, presentando uno studio sui quartieri d'abitazione.1937/39'Case Minime' alla Baggina (Baggio), Bruzzano e Vialba.1938/41Quartiere comunale Ettore Ponti (Albini, Camus, Palanti).1938/44Quartieri come il Renzo e Mario Mina (ora Lorenteggio) presentano una tipologia frutto di soluzioni di ripiego: l'essenzialità razionalista diventa povertà, prevale il criterio del risparmio, dovuto al perdurare della guerra. Caratteristica di questi edifici e di altri del medesimo periodo, sono i lunghi ballatoi interni ed esterni in cemento, divisi in settori.1939/42I quattro quartieri satelliti Costanzo Ciano (a sud del cimitero di Musocco), Arnaldo Mussolini (al Vigentino), Guglielmo Oberdan (al parco di Lambrate) e Italo Balbo (Niguarda), progettati da Albini, Bottoni, Campus, Cerutti, Fabbri, Cesare e Maurilio Mazzocchi, Minoletti, Palanti, Pucci e Putelli, sono organismi unitari e ben ordinati, concepiti con un criterio razionalmente soddisfacente, unità di coerenza stilistica e di espressione architettonica.Sono proposte progettuali previste per 60.000 abitanti; purtroppo gli eventi bellici impediscono la loro attuazione Un altro esempio rilevante sono i quartieri Milite Ignoto e Gabriele D'Annunzio (ora quartiere S. Siro-Milite Ignoto), ed i quartieri Padre Reginaldo Giuliani e Francesco Baracca (ora quartiere S. Siro-Baracca), costruiti in diversi periodi tra il 1934 e il 1942: presentano un carattere di contraddittorietà per l'eterogenea distribuzione dei fabbricati e per l'orientamento degli edifici.Il Gabriele D'Annunzio è un quartiere molto vasto, a forma romboidale, con al centro piazza Selinunte. Fu progettato con intenzione urbanistica, anche se le necessità di economia ostacolano il risultato finale.La parte più vecchia del quartiere presenta la struttura tipica del quartiere chiuso; il resto risente dell'impostazione dei fabbricati secondo l'orientamento eliotermico, ma le distanze dei corpi sono insufficienti, così come mancano una gerarchia ed un ordinamento complessivo, il verde e i centri di vita sociale.Fu soprattutto il criterio dell'economia ad ogni costo a portare ad un affollamento irrazionale; la lentezza dei tempi di attuazione ed il grande numero di progettisti che lavorarono autonomamente, portarono ad un aspetto eterogeneo, con edifici in stile tradizionale, villette a tetto spiovente, fabbricati con l'aspetto di case ultrapopolari; mentre i blocchi realizzati da Albini, Camus, Palanti e dai Mazzocchi presentano soluzioni abitative accurate.1939Quartiere Rodolfo Carabelli (ora Mirabello)Gli anni '401940/41Quartiere comunale Mangiagalli1941Quartiere comunale Palmanova1942Con i primi bombardamenti, vengono distrutti oltre 225.000 vani e l'opera di edificazione, già rallentata dal conflitto bellico, si ferma del tutto.1945/50L’ICP inserisce la propria attività all'interno degli schemi urbanistici che si andavano delineando: si realizzano case senza completamento di servizi, ma con maggiore libertà compositiva rispetto al passato e con maggiore attenzione agli spazi verdi. a partire dagli anni '50 inizierà la nuova fase di pianificazione totale che porterà poi ai quartieri autosufficienti.Il primo passo verso l'organicità di quartiere è segnato dal quartiere Varesina (1945/50, Diotallevi e Marescotti) per il diverso orientamento degli edifici insieme con i quartieri Pompeo Castelli (1946/52, Cerutti, Putelli) e Mangiagalli II (1946/50, Ceccucci, Marescotti, Albini, Gardella), per la presenza di una struttura di negozi in corpi separati.Soprattutto se riferito al momento storico, questo gruppo di quartieri costituisce un notevole esempio di intervento su vasta scala, per impegno finanziario ma anche tecnico, per l'avvio di tecniche sperimentali di costruzione, come la prefabbricazione (che sarà ripresa molti anni dopo) affiancata alle tecniche tradizionali.1946Trasformazione dell'Istituto in Istituto Autonomo Case Popolari di Milano (IACPM) Irenio Diotallevi gestisce l'opera di ricostruzione, imposta i nuovi quartieri e porta a termine il progetto del quartiere San Siro e in tutta la provincia vengono portate a termine una serie di realizzazioni; tutto questo anche grazie alla Legge Tupini (1949) e al Piano Case per Lavoratori (Fanfani, INA-Casa).1947 Adozione del Piano Regolatore Generale (approvazione 1953).1949Il Parlamento approva una legge organica in materia di abitazione, conosciuta come Piano Fanfani o come Piano INA-Casa. Quartiere comunale Montegani.