FIGLI DELL'ALER

ALER(PARTE6)


Gli anni '60Problemi di politica economica e politica urbanistica.Ogni buon proposito in materia edilizia è travolto dal flusso migratorio.Gli anni '60 danno nel complesso un'immagine più gradevole: i nuovi quartieri, Forlanini Nuovo (1960-64, Rossetti, Lingeri, CRAPER), anche se scarsamente caratterizzato nell’impianto urbanistico, e Chiesa Rossa (1960-66, Blasi, Gandolfi), costruito secondo la consueta collocazione frammentaria degli edifici di abitazione, hanno un tono di decoro piccolo borghese: accuratezza esecutiva, sistemazione di piccoli giardini e scelta dei tipi edilizi.Il modello di quartiere autosufficiente è già entrato in crisi e un diverso modo di intendere il rapporto con la città si va delineando: nei nuovi quartieri non compaiono più false ideologie di tipo comunitaristico, ma vengono ripresi i modelli razionalisti su una nuova scala di intervento, legati molto spesso a tentativi di standardizzazione edilizia.1960Nel quartiere Feltre (1957/60), coordinato da Pollini con la partecipazione di De Carlo e Gardella, grazie all'unitarietà della struttura, si lavora in modo opposto alla casualità che caratterizza quartieri come Vialba 1, Gallaratese G1 e in un certo modo Comasina: pur avendo gli stessi servizi ed elementi residenziali (qualitativamente e quantitativamente uguali), c'è il rifiuto del quartiere autosufficiente, e si propone una morfologia che vuole essere parte del complesso urbano.Non più edifici attorno a servizi, ma articolazione di grandi spazi.Un altro aspetto positivo è dato dalla volontà comune dei progettisti di accettare un'ipotesi di lavoro che portasse ad esprimere un linguaggio unitario: in questo caso nell'uso comune del mattone a vista con l'intelaiatura delle strutture in cemento armato sempre a vista e con l'inserimento di ogni progetto in una maglia planivolumetrica generale ed unitaria. 1960/62 Quartiere comunale Quarto Oggiaro.1960/63 Viene realizzata la nuova sede IACPM in viale Romagna; una sede autonoma e funzionale per permettere la razionalizzazione dei servizi e la loro unificazione.1961Ci sono 1.600.000 abitanti a Milano (il 30% in più rispetto al 1951) e il 23% delle abitazioni è senza servizi interni e acqua potabile, senza contare le 'coree' dell’hinterland. Quartiere comunale Vercellese e Ospedale.1961/65Quartiere comunale Naviglio Pavese1961/67Quartiere comunale Baggio residenziale, Quinto Romano – Diotti, Domus Forze Armate, Domus Teramo1962/65Piano quadriennale per la realizzazione di unità abitative1963/65Quartiere comunale Bruzzano II, Lodovico il Moro1963/71Il quartiere Gratosoglio, progettato da Ludovico Belgiojoso, è inteso come superamento del quartiere autosufficiente e come tentativo di pieno inserimento nel tessuto urbano. Di ampie dimensioni, rientra nel piano di sviluppo a sud della città.La struttura del quartiere si fondava su di un nucleo a bandiera, lungo l'asse stradale a scorrimento veloce di via dei Missaglia, mentre il traffico locale era smistato lungo un anello interno; a questo si aggiungeva una rete di strade private a traffico lento per l'accesso alle case e una serie di percorsi pedonali.Dal punto di vista architettonico, si portano alle estreme conseguenze i criteri utilizzati nel quartiere Feltre, con la scelta di grandi dimensioni e della ripetitività dei moduli come discutibile criterio di inserimento nel tessuto urbano, e l'utilizzo di tutte le possibilità della prefabbricazione.Unico momento di integrazione urbanistica è costituito dalle strutture commerciali, aperte verso l'esterno del quartiere e con possibilità di ingrandirsi con l'aumento delle esigenze anche dell'utenza esterna.1964-65Quartiere comunale S. Ambrogio I (Arrighetti) Le abitazioni sono accorpate in quattro edifici lineari collocati perimetralmente, che delimitano con il loro andamento sinuoso, un vasto spazio centrale nel quale è collocata l’elementare dotazione di servizi.Quartiere comunale Monte Rotondo1964/74Gallaratese G2 e S. Leonardo completano il Gallaratese: carenza di opere di urbanizzazione e di integrazione alla città trasformano il risultato definitivo nel massimo esempio di quartiere dormitorio, anche se dal punto di vista tecnico il livello degli edifici e degli alloggi è buono.Il quartiere Gallaratese rappresenta purtroppo un esempio urbanistico in negativo: avrebbe dovuto costituire l’esempio per gli sviluppi coordinati della periferia, ma la Milano nuova, alta e moderna, si è trasformata nel maggiore esempio dei quartieri dormitorio e dei grandi ghetti periferici.Il progetto del quartiere nasce come progetto sperimentale, sulla base della scelta dell'Ottava Triennale di Milano, che si dava come obiettivo la ricerca di soluzioni di edilizia economica nel quartiere QT8 (Quartiere Triennale 8) Il tentativo è quello di dar vita ad un progetto urbanistico complessivo, elaborato da Piero Bottoni, Cerutti, Gandolfi, Morini, Pollini, Pucci e Putelli.Il progetto prevede un insediamento di 18/20.000 abitanti su un'area verde lungo il fiume Olona, con un centro di quartiere, attrezzature pubbliche e servizi distribuiti in modo omogeneo.Si prevede inoltre un grande parco urbano con una collina, un laghetto e campi gioco. Strade a transito veloce, locale e secondarie separate tra loro.Il progetto viene disatteso soprattutto per quanto riguarda i servizi collettivi e la sistemazione urbanistica, nonché per il parco.Il risultato definitivo è la costruzione di insediamenti che assolvono ad una sola funzione, quella residenziale, nella assoluta mancanza di attività produttive, di strutture commerciali e anche di verde, completamente isolati tra loro.Il collegamento col centro avviene solo nella seconda metà degli anni '70 con la stazione della metropolitana San Leonardo.Quartiere comunale La Spezia1966/71Quartiere Missaglia (Nizzoli Associati): nei corpi di fabbrica rettilinei, i progettisti hanno esibito la schematicità imposta dal sistema di prefabbricazione adottato.1968L'attività dello IACPM copre l'80% dell'attività edilizia a Milano. Quartiere comunale San Leonardo