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MICHIO KAKU E GLI EXTRATERRESTRI


MICHIO KAKU E GLI EXTRATERRESTRI 
 Michio Kaku (San José, 24 gennaio 1947) è un fisico statunitense, figlio di immigrati giapponesi.Comunemente noto per la sua intensa attività di divulgatore, Michio Kaku è un fisico teorico impegnato da anni nello studio della teoria delle stringhe, di cui è stato il primo a dare una formulazione in termini di teoria di campo. In particolare con il collega Keiji Kikkawa si è dedicato allo studio delle interazioni delle stringhe di tipo I, catalogandole e stabilendo che per le stringhe aperte sussistevano cinque interazioni possibili, mentre per quelle chiuse una era sufficiente. Egli stesso ha poi paragonato l'interazione della stringa chiusa al processo di mitosi della cellula. Dopo essersi laureato summa cum laude all'Harvard University, il suo talento e le sue capacità vengono notati dal celebre Edward Teller, che fa di Kaku il suo "favorito" contribuendo in modo rilevante alla di lui formazione intellettuale. Attualmente insegna fisica teorica al City College di New York, ma ha insegnato anche alla New York University e all'Institute for Advanced Studies di Princeton, già noto per aver ospitato personalità del calibro di Albert Einstein, Robert Oppenheimer, John Von Neumann e altri importanti scienziati.In varie trasmissioni scientifiche, ha più volte ribadito la possibilità che una civiltà extraterrestre estremamente evoluta possa piegare lo spazio-tempo a suo piacimento, per poter raggiungere in tempi brevi punti anche molti distanti tra di loro dell' universo. Ha spiegato abbastanza chiaramente i meccanismi di distorsione spazio-temporale nel documentario della National Geographic sugli incontri ravvicinati.[1].Ha asserito che per rendere estremamente più potenti i motori astronautici si potrebbe usare l'antimateria. Ma ha anche ammesso che passeranno decenni, o forse secoli, prima che questo si possa realizzare, e solo in fase sperimentale. Basti pensare che il più grande acceleratore di particelle in grado di creare antimateria è tuttora il Cern di Ginevra, il quale pur avendo dimensioni mastodontiche non riesce a produrre nemmeno un grammo di antimateria. Pertanto sono necessari moltissimi anni di sperimentazioni e migliorie tecniche perché si possano produrre quantità di antimateria su scala industriale.