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LE VARIE DIMENSIONI SONO STATI DI COSCIENZA di Cerchio Firenze 77


 LE VARIE DIMENSIONI SONO STATI DI COSCIENZA di Cerchio Firenze 77  
   Se tu avessi qualche senso in meno, nella realtà a cui appartieni, o se tu avessi qualche senso in più, ad esempio se tu fossi capace di captare le radiazioni ultraviolette oppure le onde elettro- magnetiche, la realtà assumerebbe tutta una diversa fisionomia. Se tu man mano avessi (per « tu » intendo centro di coscienza e di espressione) a perdere i sensi del corpo fisico ed acquistassi altri sensi, naturalmente perderesti la dimensione fisica e acquisteresti la dimensione astrale, se si trattasse dei sensi del corpo astrale. Allora non cambieresti spazio, cambieresti solo la gamma di ricezione. Perché la realtà è unica e la si coglie a seconda delle possibilità di recepirla.Non interessiamoci del sentire, del mondo del sentire nel quale la percezione non esiste più; interessiamoci dell’altra parte della realtà, dove esiste la percezione, cioè dove tu puoi entrare in contatto con gli altri attraverso il processo della percezione. Allora, che differenza c’è fra piano fisico, piano astrale e piano mentale? Non sono diverse dimensioni in senso di spazi diversi; assolutamente no; è la stessa realtà ma non lo stesso spazio. Perché? Il piano di esistenza, il piano fisico ad esempio, non è una diversificazione di spazio ma solo di coscienza; è uno stato di coscienza. Tu raggiungi la coscienza nel piano fisico attraverso i sensi, che esercitano la tua percezione di una data porzione di realtà; tu raggiungi la coscienza del piano astrale attraverso i sensi che percepiscono un’altra porzione di realtà; e cosi nel piano mentale per un’altra porzione di realtà. Ma la realtà è unica. Allora, non si può parlare di spazio, perché i piani sono stati di coscienza, ed essendo piani di coscienza non sono spazio. In conclusione: né più spazi né un solo spazio, solo stati di coscienza diversa e una sola realtà.Che cos’è la percezione? È il cogliere l’apparenza delle cose, la sembianza e la non sostanza, non la realtà. Ciò che voi vedete nel piano fisico è sempre l’apparenza, non la realtà, proprio perché il processo della percezione si fonda sulla captazione dell’apparenza.Se anche tu avessi un microscopio elettronico capace di penetrare nella materia cosi profondamente da raggiungere la visione non solo delle molecole e degli atomi, ma degli elettroni, dei corpuscoli e via dicendo, vedresti sempre ciò che appare, non ciò che è. Da qui, appunto, il pensiero filosofico secondo il quale l’uomo non riuscirà mai a conoscere la realtà vera. Ed è giusto: l’uomo come tale, coi suoi mezzi, coi suoi sensi, ancorché incentivati con gli strumenti scientifici più perfezionati che potrà concepire, non arriverà mai ad entrare nella materia, nella realtà, dentro, se non attraverso la percezione e quindi l’apparenza.È una contraddizione interna: l’uomo non può conoscere la realtà. E chi è che può conoscere la realtà vera? Colui che riesce a conoscerla non più mediante la percezione bensì mediante l’identificazione, la comunione: diventare la cosa che si deve conoscere. Solo attraverso a questo processo è possibile conoscere la realtà—        ed eccoci nel mondo del sentire, il mondo delle intuizioni, il mondo delle comunioni, il mondo delle identificazioni . Tratto da: MAESTRO PERCHE' - risposte dall'invisibile - di Cerchio Firenze 77