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RISOLTO L'ENIGMA DELL'ANOMALO ASSE DI URANO


RISOLTO L'ENIGMA DELL'ANOMALO ASSE DI URANO 
 E' il prodotto non di una, ma di ripetuite collisioni del pianeta in formazione con altri corpi celestiUrano ha una particolarità che lo distingue da tutti gli altri pianeti del sistema solare: il suo asse di rotazione è inclinato di 98° rispetto al suo piano orbitale intorno al Sole. Si tratta di un valore molto più elevato rispetto a quelli che caratterizzano gli altri pianeti: quello della Terra è inclinato di 23°, quelli di Saturno e Nettuno di 29°, mentre Giove ha un'inclinazione minima, di appena 3°. Urano è come una trottola coricata di lato.L'ipotesi generalmente accettata per spiegare questa singolare anomalia, che fa ruotare il pianeta "su un fianco", è che in passato un corpo della massa circa doppia della Terra si sia scontrato con Urano. Tuttavia, gli astronomi non si nascondono che questa ipotesi soffre di un problema non indifferente: se questo fosse stato il meccanismo, i suoi satelliti avrebbero comunque conservato l'inclinazione originaria, invece anch'essi sono inclinati quasi esattamente a 98°. Questo annoso mistero è stato risolto da un gruppo di astronomi diretto dall'italiano Alessandro Morbidelli, ricercatore presso l'Observatoire de la Cote d'Azur a Nizza, che ha illustrato i risultati del loro studio nel corso dello European Planetary Science Congress tenutosi a Nantes Morbidelli e collaboratori hanno realizzato diverse simulazioni per riprodurre vari scenari di impatto, scoprendo che se la collisione fosse avvenuta quando Urano era ancora circondato da un disco protoplanetario, ossia dal materiale da cui si sarebbero formati i satelliti, questo si sarebbe ristrutturato formando una "ciambella" fortemente inclinata rispetto al piano equatoriale, che si sarebbe poi appiattita per le collisioni al proprio interno, finendo per portare alla formazione dei satelliti proprio nelle posizioni che vediamo oggi. Tuttavia, la simulazione ha fornito anche un risultato inaspettato: in quelloscenario, le lune sarebbero state animate da un moto retrogrado, ossia in direzione opposta a quella che osserviamo. Modificando i parametri delle simulazioni, Morbidelli ha potuto scoprire che se l'urto non è stato unico ma ripetuto, almeno due volte, la probabilità che i satelliti di Urano assumessero la direzione di rotazione che effettivamente si osserva è molto più alta."La teoria standard presuppone che la formazione dei pianeti Urano, Nettuno e il nucleo di Giove e Saturno si siano formati per accrescimento a partire solo da piccoli oggetti nel disco protoplanetario, che non avrebbero dovuto subire alcuna collisione gigante. Il fatto che Urano sia stato colpito almeno due volte suggerisce che gli impatti significativi possano essere stati tipici nella formazione dei pianeti giganti. Quindi, la teoria standard va rivista", ha concluso Morbidelli.Fonte:  http://www.lescienze.it/news/2011/10/10/news/risolto_l_enigma_dell_anomalo_asse_di_urano-564190/