quello che sono

GRAZIE DANIELE


Al lavoro, dopo la 3° riunione della giornata in cui strategie, procedure, budget e risultati sono l’obiettivo da raggiungere sopra ogni cosa, come se al mondo non esistesse null’altro se non il fatturato ed i lavori da realizzare. Suona il cellulare, mi apparto per rispondere. Dall’altra parte una vocina ‘Ciao papà’, rispondo con la voce roca e seria ‘Ciao Daniele’.Ieri sera sono tornato a casa, l’ho abbracciato, baciato, chiesto com’era andata la giornata. Era allegro ma c’era qualcosa che non andava e non riuscivo a capire. Tira fuori il libretto della scuola e mi chiede di firmare un brutto voto. Rimango in silenzio, già l’avevo avvisato che non volevo vedere brutti voti. Lui scherzando insiste ‘dai papà firma’. Prendo la penna e tranquillamente mentre firmo gli dico ‘con questa firma ti sei giocato il portatile che volevo regalarti a natale’. D’un tratto si fa serio e non parla più.  Più tardi lo accompagno a dormire ‘Buona notte daniele’ Buona notte papà, ‘Ti voglio bene’ io di più risponde. ‘Ciao tesoro mio’ Ciao pa’. E da allora non ci siamo visti più. Rispondo quindi ora al telefono ‘dimmi Daniele cosa succede’. Urlando dalla felicità ‘papà ho preso 10 e lode, la professoressa ha detto che sono stato bravissimo ed ho studiato più di quello che dovevo. Posso giocare un’ora alla play station sabato come premio?. Gli rispondo certo daniele sei stato bravissimo. Daniele ancora ‘Vieni a casa presto papà stasera perché so che devi andare via ma vorrei che firmassi tu il voto’. Va bene daniele, ci vediamo dopo.Non so, forse vi sembrerò sciocco, ma per fortuna ero in una stanza solo al buio ed ho pianto. Ed anche con gli occhi lucidi ancora, non riesco a pensare soddisfazione e momento più dolce di questo. Ecco perché ho sempre voluto essere papà.