Creato da catanzarogiusep50_1 il 14/05/2009

Giuseppe Catanzaro

Il mio amore per il mondo intero

 

 

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SICILIA - Gastronomia di Strada

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  U PANI CA' MEUSA 

 Appartengono a questo gruppo gli amanti del "pani ca' meusa" che ATTENZIONE non ha niente a che vedere con il "pane con la milza" preparato in casa.
Si tratta di un alimento che si digerisce in non meno di 6 ore (qualche volta capita anche di "riassaporarlo" il giorno dopo mentre stai facendo colazione) e la cui bontà solitamente è direttamente proporzionale alla "fitusaria" con cui viene cucinato. Il migliore in assoluto è quello dell'Antica Focacceria San Francesco di Palermo!!!

Breve storia: - " L'origine delle “vastedde ca' meusa” si fa risalire al Medioevo quando a Palermo era presente un folto gruppo ebraico.
Alcuni componenti di questa comunità, fra le varie attività svolte nei mattatoi cittadini, eccellevano nell’arte di squartare e sezionare gli animali. La fede religiosa obbligava gli ebrei a non percepire denaro per il lavoro di macellazione, così a titolo di ricompensa trattenevano le interiora, che fatte bollire rivendevano ai "gentili" (cristiani) come farcitura di pane e formaggio.
Nel 1492, con l’allontanamento della comunità ebraica dai territori sottoposti al dominio spagnolo di Re Ferdinando II d'Aragona “il cattolico”, quest'attività passò presumibilmente ai “caciuttari”, che nel loro chiosco ambulante, oltre a servire il pane inzuppato nello strutto e riempito di formaggio, aggiunsero le interiora bollite e fritte.
Nell’ottocento nacquero poi le famose "focaccerie" dove, seduti al tavolo e serviti da eleganti camerieri, si poteva gustare la "vastedda” dopo aver risposto alla semplice domanda :” ‘a vuoli schietta o maritata? ”
La prima prevedeva la pagnotta ripiena di milza e altri grassetti appetitosi fatti sfrigolare nello strutto caldissimo, con soltanto un po' di limone; la seconda aggiungeva della ricotta o caciocavallo a scaglie, attribuendo al formaggio “maritato” l'allegoria del velo da sposa.
Ancora oggi il “pani ca’ meusa” si prepara secondo tradizione: forchetta senza i denti centrali per non sbriciolare le fettine di milza; padella inclinata, nella quale in basso frigge lo strutto e in alto stanno le interiora."

In genere si tratta di: polmone (primuni), mammella ( virrina ), trachea ( scannaruzzatu ) e milza ( meusa o mievusa ) 

informazioni da:-

W u pani ca' meusa e  Taccuini storici.it  
 
 
 
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