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Giuseppe Catanzaro

Il mio amore per il mondo intero

 

 

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ARRIVA NATALE

Post n°992 pubblicato il 01 Dicembre 2016 da catanzarogiusep50_1
 
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RICORDI LONTANI

[...]Da gioco in gioco passa l'estate e anche l'autunno, finalmente arrivava l'inverno, con esso le feste del Santo Natale.

Per noi ragazzi il Natale era la grande festa della famiglia e cominciava con quella che gli adulti chiamavano; "la novena di Maria"

Cominciava la domenica prima dell'otto dicembre, ad annunciarla erano le ciaramelle, che venivano da Monreale e suonavano per tutta la borgata.

Arrivavano talmente presto che ci trovavano ancora intenti a consumare la colazione a base di latte, caffè e il pane raffermo del giorno precedente.

Appena sentivamo il loro suono melodioso ci affrettavamo a finire la colazione e subito ci catapultavamo per strada e ci recavamo presso l'edicola dell'Immacolata, dove sicuramente avrebbero iniziato nuovamente a cantare e suonare.

Arrivati li, trovavamo un ometto basso e con la barda incolta, che suonava una ciaramedda più grande di lui e due bambini, i suoi figli, che intonavano uno strano canto in dialetto siciliano, a me sconosciuto, ma la melodia entrava nel cuore.

Pian, piano si formava una processione di bambini che li seguiva di porta in porta per ascoltare ad ascoltare sempre le stesse nenie, finché stanchi d'ascoltare, abbandonavamo i suonatori e tornavamo a casa. Finalmente arrivava il giorno dell'Immacolata e la mamma tirava fuori dall'armadio della nonna tutti gli addobbi e le luci,  per addobbare il  ramo di cipresso che la sera prima il giardiniere aveva portato dal vicino cimitero.

Quell'albero, di solito triste, con tutto quel luccichio e quelle palline colorate diventava il più bel ricordo della mia vita.

Ricordo ancora quelle belle palline di vetro soffiato, fragilissime, un puntale bellissimo con due occhi, si lo sembrano proprio, con dentro un liquido azzurro acqua marina e poi delle bottiglia forma di fiasco delle pigne, frutti e pesci, infine un babbo natale strano il suo vestimento era blu e la lunga barba, ma la vera sciccheria erano le luci, strane non saprei descriverle lanternine dalle forme strane e poi tante casette colorate.

Prima di mezzogiorno l'albero era pronto e scintillante, ma forse erano i miei occhi da bambino a vederlo così.

 

 

 
 
 
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