Giuseppe Catanzaro

ACCADDE' UNA MATTINA


ACCADDE UNA MATTINAL'ADOLESCENZAConseguito il diploma della scuola media alla prima sessione e libero da ogni impegno scolastico cominciano anche per me le vacanze al mare," sotto casa mia ". Al mattino subito dopo la colazione una passeggiata sugli scogli a prendere il sole, noi gente di mare non ci sdraiamo, e dopo un paio d'ore un tuffo nelle limpide acque e con pinne ed occhiali un'escursione ad ammirare i fondali marini; anche perché ad andare sott'acqua non ero proprio bravo e poi avevo paura.L'estate è una cosa bella, e come tutte le belle cose dura poco, così presto arrivò l'autunno e per me  questo sarebbe stato il più triste della mia vita; poiché da li a poco  l'avrebbe cambiata del tutto. Il primo cambiamento non è stato traumatico, ma impegnativo sì: infatti un pomeriggio di settembre 1963, a casa mia sono venuti due giovani dell'azione cattolica e mi hanno accompagnato dal Parroco, il quale con paroline dolci e convincenti, dicendo che ero il più educato della parrocchia, fra i più colti ( a 13 anni ) e i più preparati in religione, mi lusingò ed io innocentemente accettai la carica di educatore spirituale dei più giovani, dai 10 ai 15 anni.Cominciava così la mia vita da Delegato dell'Azione Cattolica Giovanile, un impegno gravoso; poiché non solo dove andare a fare la spesa per la famiglia, studiare per la scuola ora dovevo impegnarmi per dare un buona educazione Cristiana a questi ragazzi.Il settembre del 1963 per me aveva in serbo una brutta sorpresa, e me la consegnò una mattina mentre mi accingevo a recarmi in pellegrinaggio al santuario di Santa Rosalia. Cosa è successo! Per la prima volta venivo colto da un attacco di Epilessia, ormai malattia cronica, questo evento ha sconvolto la vita di tutti i miei familiari, prima e dopo il matrimonio. Io comunque dopo qualche tempo ho imparato a conviverci e soprattutto a non vergognarmi di essa, perché nessuno di noi si può voler male fino a questo punto e tanto più non era colpa di nessuno, tranne l'ipotesi azzardata da uno specialista, dal fatto che ero nato cianotico e col forcipe, tutte ipotesi senza fondamento poiché la scienza brancola ancora nel buio.Superata la fase più critica, nella fascia della pubertà; infatti i farmaci mi provocavano disfunzioni ormonali nelle ore notturne che mi facevano un pò vergognare per il resto tutto andava sempre nella normalità da crisi in crisi e non erano poche.Anche la vita da religioso mi aiutava a non pensare e mi impegnava tanto per tenere in parrocchia e lontano dalla strada i ragazzi, ma questo un'altra volta        Pag. 5