Giuseppe Catanzaro

VILLA RAFFO - PALERMO


Villa Raffo, fra degrado e restauroNel XVIII secolo l'ordine dei Gesuiti, a Palermo, possedeva parecchie proprietà terriere, una di queste era presso la Piana dei Colli e precisamente il Feudo delle "Balate Lisce", termine dialettale per nominare pietre dalla forma piatta e liscia, affioranti dal terreno.Il Feudo possedeva un antico baglio rurale che nel 1728 i Gesuiti trasformarono in villa residenziale, inserendo uno scalone di pregiata pietra di Billiemi, mentre al piano superiore crearono grandi stanze come dormitori, refettori, sale di studio e di riunione.All'esterno crearono tre cortili, una cappella e due ingressi; uno, rivolto verso il mare e l'altro verso la montagna "Billiemi" da dove avevano ricavato la pietra per lo scalone, mentre nei terreni intorno per molti ettari erano coltivati a; fichi, fichidindia, mandorle, carrube, pistacchi e olivi.Nel 1767 i Gesuiti furono espulsi e la villa venduta al Barone Giuseppe Maria Cugino, magistrato della corte borbonica del Regno delle Due Sicilie, il quale subito la trasformo per adeguarla al suo rango sociale. L'edificio che era di forma retta, fu arricchito e ampliato con forme verticali, orizzontali e triangolari settecentesche, il prospetto principale rivolto verso il mare e collocate quattro pilastri agli ingressi, da cui prese il nome: "La Villa dei Quattro Pilastri" (oggi due pilastri sono scomparsi).Tranne che per lo scalone, la trasformazione degli interni fu radicale, al piano nobile, i vari saloni furono decorati in stile Rococò, con stucchi e dipinti del periodo, con scene floreali e di caccia, i tetti decorati con stucchi e alle pareti grandi specchi (ormai scomparsi), anche nelle sovrapporte erano inserite pitture in monocromia e bicromia.A metà Ottocento la villa è acquistata da Nicolò Raffo, e rimasse di loro proprietà per circa cento anni, fino a quando l'ultimo erede alla morte l'ha smembrata, lasciandone una parte alla figlia e il resto a delle istituzioni di carità.Per lungo tempo la villa, rimasta abbandonata e incustodita, è stata presa di mira da vandali e sbandati e solo da qualche anno è stata acquistata dalla Regione Siciliana, che né ha avviato il restauro, che è ancora lungi dall'essere terminato.
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