Giuseppe Catanzaro

ACCADDE UNA MATTINA...


IL MIO NATALEE' 8 dicembre, per starda lontano uno strano rumore, a tratti cupi, una voce bianca, quella di un bambino che canta, io non capisco bene cosa sia. Il rumore ora è più chiaro, lo zampognaro è vicino casa mia e io ho già finito di preparare l'albero con la mia mamma. Adesso la musica è nel mio cortile; si io sono nato in un cortile a cinquanta metri dal mare! Apro la persiana e m'affaccio vedo il bambino, piccolo, piccolo e la zampogna mi sembra enorme. Ora è dentro casa mia, suonano e cantano e io sono felice, ma non del tutto: il mio papà è lontano in mezzo al mare. Ora è sera, si va dai nonni materni.Mio nonno è il patriarca della famiglia e pretende che i suoi 13 figli siano in pace fra di loro, per passare insieme tutte le festività fino al Capodanno. La mia mente è affollata di ricordi, ma ricordo ancora i profumi delle pietanze, semplici e abbondanti.La casa dei nonni era abbastanza grande, quando mi sono fidanzato a tavola eravami in 32, ma gli odori che uscivano dalla cucina la riempivano in ogni angolo, anche con le porte chiuse. Il menù che ricordo nitidamente era composto da: pasta al sugo con lacarne e le cotenne (i minnuzzi) di maiale,   le fritture miste di cavolfiri, cardi, baccalà einfine come dolce le sfince, frutta secca e mastacciuoli.Il cibo più buono di quelle serate insieme era certamente l'amore che ci trasmettevano i nostri avi. Finita la cena si giocava a tombola, ma noi bambini crollavamo e ci addormentavamo, per svegliarci nel lettone dei nonni, infreddoliti e con le ossa doloranti a causa di una coperta e ancora oggi io chiamo; " 'a cuttunina" . BUON NATALE e spero di non avervi annoiato