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NELLA CASA, l'ultimo imperdibile capolavoro di François Ozon


La sequenza iniziale del film si svolge nella scuola "Gustave Flaubert". A suo modo, in effetti nulla si dice a riguardo, questa scuola è stata scelta come progetto pilota, è quindi un istituto modello che deve costituire un esempio da seguire per tutto il sistema scolastico francese. Nella riunione tra preside e docenti si illustrano le più importanti novità tra cui la regola di una nuova divisa per tutti gli alunni. Vediamo subito il protagonista Fabrice Luchini nel ruolo di professore, agitarsi inquieto per le ottuse novità proposte dal preside. Anche in un successivo incontro tra preside e professore si fa riferimento a una serie di protocolli e termini che sono indicati come i migliori da fantomatici pedagoghi. Nella sequenza iniziale Ozon lascia che l'intero campo della scena sia invaso dalla scolaresca prima dell'ingresso nelle aule. La macchia blu scura che contraddistingue le divise ha poche sfumature, sembra un unico corpo che muta. Ma nella successiva immagine, Ozon mette insieme centinaia di piccole foto tessera degli alunni. In questo caso anche se apparentemente uguali, proprio le varie caratteristiche dei ragazzi sottolineano le profonde differenze l'uno dall'altro. Ed è proprio il discorso sulle differenze e sulla possibilità di un percorso diverso il nucleo tematico del film. Ozon si avvale della suggestione letteraria, in fin dei conti della costruzione estetica del testo, dei vari scambi narrativi, capaci di variare il mondo dell'immaginazione, ambiente e personaggi in gioco. La seduzione tra il giovane protagonista Claude Garcia (Ernst Umhauer) e il professore Germain (Fabrice Luchini) si basa sulla suspense di un racconto che coinvolge attore in gioco e lettore un po' più passivo, ma non per questo meno sconvolto dalle emozioni. L'arte della letteratura sta nell'aumentare il desiderio di lettura. Desiderio sottolineato da quel "continua" che Claude scrive alla fine di ogni brano della storia. Sia Germain che la moglie del professore Jeanne (Kristin Scott Thomas) non possono smettere di leggere. Il coinvolgimento sentimentale è un po' l'architrave nelle storie ozoniane. I desideri umani sono così potenti che non ci si può sottrarre ad essi. Non casualmente il richiamo di Ozon è alle sfumature e alle possibilità emotive rohmeriane, ma anche ai risvolti più oscuri e noir di Chabrol e del citato apertamente Woody Allen (Matchpoint e Misterioso omicidio a Manhattan). Nella casa è anche la storia delle regole che devono essere continuamente affrontate per capire che alla fine nella vita chiunque naviga a vista. Il professore Germain sarà disposto a qualunque cosa pur di continuare a leggere gli scritti di Claude? E dove infine lo porterà questo desiderio? Nel cinema di Ozon continua ad agitarsi il fantasma dell'ineluttabilità della passione umana e la sconfitta nel momento in cui si pensa di dominarla con limiti e confini non soltanto borghesi, ma appartenenti a tutti gli strati sociali. Claude che rappresenta la gioventù è il paladino di una forza di rottura sempre insita nelle giovani menti, purtroppo ormai obnubilate e rese sterili dall'intorpidimento sistematico che subiscono da parte di istituzioni inutili come la scuola.