INTRO
Dopo aver terminato con entusiasmo il suo primo ciclo di apprendimento il piccolo AL era pronto per la sua prima missione interstellare... doveva solo attendere l'arrivo della chiamata con il luogo di destinazione... Questa non tardò ad arrivare.
Nel pianeta terra un uomo e una donna hanno deciso di far nascere un nuovo essere umano.
L'uomo e la donna, pur non sapendo niente di astrologia e di meccanica celeste, programmarono il concepimento così che la nuova nascita avvenisse sotto il segno del toro, istintivamente sentivano che maggio era il mese giusto perchè il loro bambino vedesse per la prima volta la luce.
Non potevano sapere che tutto era già deciso e che niente sarebbe successo per caso.
Al era pronto in trepida attesa quando gli arrivò il messaggio dal centro di smistamento: destinazione pianeta terra.
Ecco che subito dopo che l'ovulo venne fecondato Al era già a destinazione. Si trovava all'interno di un essere umano e più precisamente nella prima cellula formatasi dopo il concepimento.
Come mai era stato mandato proprio lì e quale era la missione che avrebbe dovuto compiere? Al non si poneva nessuna di queste domande, lui sapeva che avrebbe fatto la cosa giusta al momento giusto, così gli era stato insegnato, per questo anche io non avanzerò per ora nessuna ipotesi ma rivivrò con lui e con voi questa avventura...
Con dei piccoli racconti attraverserò il percorso compiuto da Al e dall'umano che lo accompagna, dall'inizio sino al loro stato attuale. Cercando di descrivere metaforicamente quelli che sono stati i momenti cruciali da loro vissuti e in che modo gli hanno superati.
Ad ogni racconto seguirà una descrizione con il punto di vista da parte della scienza della mente e da parte della scienza dello spirito.
... solo alla fine...
scopriremo che Al è ancora dentro di me e dentro ognuno di voi.
In questo post Al fa un salto avanti nel tempo (niente di più facile per lui) ... eccolo che si trova a stamattina, avvilito e disilluso, arrabbiato con se stesso, con le pulci che gli saltano addosso...e ancora non ha fatto il lavoro sporco. Ha provato a fare il miracolo ma ma non c'è riuscito e la consapevolezza di non essere ancora in grado di farli lo ha fatto rientrare nel suo angolo, sempre quello. Sa dove ha sbagliato e cosa avrebbe dovuto fare, ma evidentemente il lavoro fatto in tutti questi anni ancora non è sufficiente perchè possa succedere che riesca a richiamare la vita nel corpo di un coniglio. Certo è che riuscire a muovere energie così fini non è da tutti, solo pochi eletti riescono a giostrarsi tra esse, tra la vita e la morte. Ora si rende conto di aver peccato di presunzione e che deve mettere a fuoco sopratutto l'energia che viene dall'umiltà. Questo gli fa capire di essere ancora molto indietro nel riuscire a portare a termine la sua missione. Ora vado a seppellire il coniglio e a togliermi le pulci da dosso
Miracoli di simil fatta non possono essere operati se non dalla divina Potenza[6]. Tratto da: IL CATTOLICO ISTRUITO NELLA SUA RELIGIONE TRATTENIMENTI DI UN PADRE DI FAMIGLIA CO' SUOI FIGLIUOLI SECONDO I BISOGNI DEL TEMPO EPILOGATI DAL SAC. BOSCO GIOVANNI F. Non può darsi che questi miracoli siano stati altrettanti effetti della legge {51 [245]} di natura, le cui forze sono tante, e in gran parte a noi sconosciute? P. I miracoli di Gesù Cristo non possono essere effetti delle leggi della natura, perchè essi sono di gran lunga superiori alle medesime leggi. Per esempio, morto l'uomo, il cadavere di lui deve di sua natura putrefarsi; all'incontro il miracolo sospende le leggi della natura quando per opera divina il cadavere invece di corrompersi conservasi o ritorna a nuova vita. F. Mi dite che i miracoli di Gesù Cristo lo dimostrano Dio, ma anche gli uomini fanno miracoli. P. I miracoli operati dagli uomini sono operati per virtù divina, ma Gesù Cristo li operò in virtù propria; dunque è Dio. F. Da quali segni si può conoscere che Gesù Cristo faceva miracoli in virtù propria 9 P. Questo apparisce dai miracoli medesimi. Un lebbroso, prostrandosi a' suoi piedi, gli dice: «Signore, se voi volete, potete guarirmi;» Gesù rispose: «Il voglio, sii guarito;» e nell'istante la lebbra disparve. Il cadavere di un giovane era portato alla sepoltura; Gesù Cristo comandò a quelli che lo portavano di fermarsi, e disse: {52 [246]} «Giovane, alzati, sono io, che tel dico,» e nel momento stesso quel giovane si alza pieno di vita. F. Questi fatti dimostrano proprio che egli operava miracoli non in virtù di altri, ma in virtù propria: quindi si manifestava per vero Dio. Però sarei curioso di sapere se Gesù Cristo ha detto o fatto qualche cosa per dimostrare la sua divinità. P. Si, Gesù Cristo ha detto e fatto più cose per dimostrare che era Dio. Mentre faceva miracoli, o dava precetti agli uomini, si diceva l'unico figlio di Dio. osservando che egli ed il suo Eterno Padre erano un solo Dio. «Io, diceva, ed il mio Celeste Padre siamo un solo; chi ascolta me ascolta il mio Celeste Padre, che mi ha mandato.» Questa verità era tanto conosciuta e palese, che le turbe il volevano mettere a morte perchè egli si proclamava costantemente per vero Dio. |
Con la formazione del corpo fisico il piccolo Al ha completato la sua suddivisione andando ora a trovarsi in ogni cellula che lo compone. Sappiamo che già da subito ha iniziato a percepire sensazioni che con il passare delle settimane si son fatte sempre più chiare. Già dal suo arrivo aveva la capacità di percepire le vibrazioni e reagire a seconda della loro frequenza, poi con il passare delle settimane si materializzano quelli che sono chiamati gli organi dei sensi che dovrebbero aiutarlo nel mondo fisico. Con la nascita fisica il corpo fisico umano viene esposto all'ambiente fisico del mondo esterno, un ambiente che dovrebbe essere il più possibile favorevole per il proseguimento del suo sviluppo ma che invece spesso è causa di difficoltà che il piccolo Al e il piccolo umano, dovranno subire. |
Venne il giorno che sentì delle voci che lo incitavano a farsi avanti e a uscire allo scoperto, fuori dalla sua tana. Sentiva che questa era la cosa giusta da fare ma ogni tanto sentiva anche delle urla di dolore a lui molto vicine che lo facevano desistere dal farlo. C'era però un qualcosa di ignoto a cui non riusciva a resistere e che lo spingeva verso l'esterno Al cercò di opporsi, sino a quando sentì che le forze stavano iniziando a mancargli. Trovò allora un appiglio a cui aggrapparsi, ma quello che lui credeva fosse la sua salvezza altro non era che un lungo e grosso serpente che gli si avvinghiò attorno. Al fece ricorso alle sue ultime forze e iniziò a dimenarsi, girandosi su se stesso cercò di liberarsi dalla presa del mostro ma si sentiva soffocare e ormai era troppo debole. Quando sentì che le voci che lo incitavano erano sempre più vicine e ormai non si opponeva più a niente qualcuno lo afferrò per i piedi e lo spinse fuori liberandolo dal feroce mostro che lo avvolgeva. Una luce nuova iniziò a scaldarlo e a rassicurarlo, ormai era al sicuro O ALMENO CREDEVA. |
Fortunatamente Al aveva portato con se tutta l'attrezzatura necessaria compresa di kit di emergenza con il quale appena arrivato riuscì subito a stabilire il contatto, la scintilla che diede inizio alla sua missione sul pianeta terra. Da quel momento ebbe inizio la creazione di un involucro che lo avrebbe contenuto e lo avrebbe protetto, ma non un semplice contenitore ma un qualcosa di più sofisticato capace una volta azionato di continuare a formarsi da se in modo autonomatico seguendo le istruzioni che lui aveva programmato . Da una unica cellula l'involucro che conteneva Al inizio magicamente a materializzarsi con un ritmo sempre maggiore prendendo forma con il moltiplicarsi delle cellule di materia. Da prima si materializzo l'organo più importante, quello che sarebbe stato il cuore e che subito si mise in moto, dopo di che si andavano a formare le altre parti che tutte insieme avrebbero costituito quella meravigliosa macchina che è il corpo umano
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Aveva già percepito, in lontananza, i tamburi battenti che gli presagivano sopratutto di stare all'erta ma non capiva cosa volevano dirgli, non avrebbe mai immaginato che il primo "mostro" che avrebbe dovuto affrontare si trovava proprio accanto a lui e lo avrebbe nutrito nei suoi primi nove mesi di vita. Da subito, quando Al arrivò a destinazione, sentì qualcosa di strano, gli sembrava di non essere al sicuro, eppure il posto era quello giusto. Si guardò intorno girando su se stesso, tutto era normale, La tana era calda e accogliente ma ogni tanto gli arrivavano dall'esterno dei messaggi che gli dicevano di fare attenzione a un pericolo imminente e di chiudersi a riccio, e così faceva, raggomitolandosi nella classica posizione del neonato. Passava le sue giornate immobile cercando di non farsi notare, fu così bravo nel farlo che da fuori si accorsero di lui solo dopo qualche mese dal suo arrivo. Quando ciò avvenne i messaggi di pericolo aumentarono a dismisura tanto da rendersi conto che il pericolo si stava materializzando nella necessità di tornare da dove era venuto... questo avrebbe voluto dire il fallimento della sua missione. Tutto ciò per AL era nuovo e sconosciuto. E si che aveva studiato perfettamente tutte le istruzioni di viaggio ma evidentemente qualcosa gli era sfuggito. |
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