AMARE DAVVERO

Post N° 85


Oggetto: Una storia, una vita. Emma, 35 anni, aveva ossessioni sessuali che devastavano la sua vita, il suo comportamento, le sue relazioni. In qualsiasi posto si trovasse scattava una forza più grande di lei che la costringeva a fare proposte indecenti, insistenti, volgari a uomini sconosciuti o incontrati da pochi minuti… e non solo proposte… Niente poteva fermarla. Emma aveva tuttavia una certezza: i suoi disturbi sarebbero passati quando avrebbero esaurito la loro funzione, insomma quando “ avrebbero deciso loro”. Mentre i primi tempi ne parlava con vergogna, via via aveva cominciato ad accettare che facessero parte della sua vita emotiva, che avessero “ un percorso da farle fare”. Sapeva che quelle ossessioni svolgevano una funzione, dovevano farle partorire una nuova donna. Il terapeuta che la curava da due anni le diceva di essere sempre presente alle “ sue azioni volgari”, di osservarle con attenzione, di riempirle della sua presenza interiore, senza giudicarle. Praticamente di non opporvisi. Così che quando si è lasciata completamente dominare da loro e ha ceduto, il demone se ne è andato. Un giorno, così, tutto si è affievolito e le “ azioni ripugnanti” si sono accartocciate su se stesse e di colpo il fango è diventato luce, la tela di sacco si è trasformata in broccato, la notte, la lotta, il buio, la tempesta dell’anima sono state inondate dall’arcobaleno. “ Stavo male perché i miei impulsi sessuali erano contro il modello mentale di tutti gli altri, perché ci pensavo su, ci ragionavo su. Quando ho imparato a smettere di rimuginarci, quando li ho guardati e basta, tutto si è rimesso a posto”. Le ossessioni, in Emma, lasciarono il posto a indagini, viaggi, scritti sulla prostituzione e ne hanno fatto una delle più grandi conoscitrici della psicologia femminile. Come diceva Pessoa, ciò che ci sconfigge, che ci annichilisce, che ci rende impotenti e fragili sta celebrando la vittoria della nostra essenza…. A volte per combattere i nostri demoni dobbiamo solo abbandonarci completamente a loro perché il travaglio è necessario perché si rompano le acque della conoscenza comune, perché possiamo scoprire ciò che neppure sappiamo di possedere. Se la smettiamo di volere essere protagonisti, la nostra vera natura decide e fa di noi il capolavoro che siamo