AMARE DAVVERO

sono una donna che ama troppo

 

immagine

 
immagine
 

VOGLIA DI STUPIRE...D'AMARE...UN FANTASMA...

CREDO IN TE....................COME IL SOLE CREDE ALL'ALBA CHE VERRA'......

COME UNA RONDINE SE NE ANDRA'..............

 

immagine

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
 

 

Post N° 156

Post n°156 pubblicato il 21 Agosto 2007 da maurogio7
 

Ciao a tutti.

Vi chiedo un parere, sono una persona fortemente innamorata da 2 anni..

La mia ragazza mi ha sempre impedito di vedere i suoi amici, dice che non vuole mischiare le due cose. Ma adesso io sento questo bisogno, le ripeto continuamente che non voglio che esistano due mondi diversi, il mio ed il suo..

Voi che ne pensate?

 
 
 

Post N° 155

Post n°155 pubblicato il 04 Luglio 2007 da Amaredavvero

amare una persona è ...

Averla senza possederla.
Dare il meglio di sè
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere tutt'uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò
la cosa più importante da fare è...
accettarla così com'è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.
                                    (Omar Falworth)

 
 
 

Post N° 154

Post n°154 pubblicato il 10 Giugno 2007 da Amaredavvero

Ecco la fiaba più breve e più bella che hai mai letto.

C'era una volta
una ragazza che domandò ad un ragazzo se voleva sposarsi con lei.

Il ragazzo le rispose

"NO!"

Da quel giorno, la ragazza visse felice per sempre, senza lavare, né
cucinare, né stirare per nessuno, uscendo con le sue amiche e facendo
l'amore con chi voleva, lavorando e spendendo i suoi soldi come

voleva.

** FINE **

Il problema è che fin da quando eravamo piccoline, nessuno ci ha mai
raccontato questa fiaba.

Invece ci hanno imbrogliato  ben bene con con la storia del .....principe azzurro!!!

 
 
 

Post N° 153

Post n°153 pubblicato il 02 Giugno 2007 da Amaredavvero

Photobucket - Video and Image Hosting

 
 
 

Post N° 152

Post n°152 pubblicato il 27 Maggio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 151

Post n°151 pubblicato il 24 Maggio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 150

Post n°150 pubblicato il 24 Maggio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 149

Post n°149 pubblicato il 08 Maggio 2007 da 53lucexte

Messaggio N°1477
08-05-2007 - 16:42
 
HO BISOGNO DI AIUTO !!!!

HO BISOGNO DI AIUTO PER I PROSSIMI GIORNI, VOGLIO FAR CIRCOLARE UN MESSAGGIO PER TUTTI I BLOG PER LASCIARE UN COMMENTO NEL BLOG DI DOPOLANOTTE DI settimosacramento SUL POST N°39 DEL SUO BLOG; NON E' LA SCALATA AL BLOG PIU' COMMENTATO, E' CERCARE DI STAR VICINO AD UNA PERSONA CHE STA LOTTANDO IN SILENZIO IN UN MOMENTO MOLTO DIFFICILE... E ANCHE DUE PAROLE POSSONO ESSERE DI CONFORTO, ANCHE IL SOLO SILENZIO...MA FACCIAMOLO, AIUTATEMI A FARLO. MAURO

 
 
 

Post N° 148

Post n°148 pubblicato il 09 Aprile 2007 da Amaredavvero


Amore e perdita


L'amore non conosce paura, ma sopratutto non conosce imposizione,
se si ama si permette all'altro di manifestare se stesso, si aiuta
persino
a far emergere in sè quella parte che non è germogliata ancora,
si sostiene e non si possiede nulla.

E' importante capire come l'amore universale sia diverso da un rapporto
di coppia,
non si devono confondere le cose.

Ci sono compagni di viaggio che arrivano nella nostra vita, ma se
devono andare,
invece di restare ancorati alla " perdita", si deve capire che hanno
finito il loro compito,
che averli persi è solo illusione perchè in noi resta la loro presenza
e quanto ci abbiano
insegnato, quella trasformazione che ci ha resi migliori.

Spesso gli ostacoli, le prove della vita sono rigettati, ci fanno
cadere nel panico,
è attraverso questo passaggio invece che possiamo cogliere in noi i
limiti e superarli
per essere migliori.


 
 
 

Post N° 147

Post n°147 pubblicato il 29 Marzo 2007 da rimescolareilvolga

immagine

Poter fermare ....

L'attimo..

immagine

da: DARKMESSIA

la foto è di Dark che per pigrizia serale non voleva postarmela ed

io gliela ho presa....

correggo il tiro, mi ha fregato in velocità, mentre io glie la prendevo

lui me la postava

BUONA NOTTE A  TUTTI MAURO

 
 
 

Post N° 146

Post n°146 pubblicato il 27 Marzo 2007 da Amaredavvero

Che ORRORE....

immagine

Sono bianche, di una tenerezza infinita. E ogni anno vengono prese a mazzate sulla testa per farne pelliccie. La campagna contro la mattanza delle foche sembra non aver mai fine. Quest’anno si è portato in prima fila un testimonial di eccellenza, Paul McCartney  (galleria fotografica su Yahoo News).

La caccia si aprirà fra pochi giorni, ma almeno una notizia buona viene dall’Italia: non importeremo nemmeno una pelliccia proveniente dalle 300.000 foche che verranno uccise in Canada (leggi la notizia sul sito della Lav).
Per chi volesse documentarsi sulla questione, sempre la Lav tiene costantemente aggiornato il sito della sua
campagna. Il mio consiglio, se avete voglia di sensibilizzare la gente su quanto sbagliato sia uccidere animali per farne pellicce, è quello di far circolare il più possibile questo video crudissimo e non adatto ai deboli di stomaco, ma sicuramente efficace. Quando è stato fatto lo stesso sui metodi di produzione delle pellicce in Cina, l’iniziativa ha avuto successo.

Articolo tratto da Ecoblog

immagine  immagine

immagine

immagine

 
 
 

Post N° 145

Post n°145 pubblicato il 08 Marzo 2007 da Amaredavvero

più delle albe, più del sole, una donna ...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto
è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi
dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre,
anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi,
di quelle ferite da mina anti-uomo
che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più,
che ti stai giocando l'esistenza
in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame,
peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa,
che da come il tuo capo ti guarderà
deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.

Così ogni giorno,
e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te,
che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo;
che sei terrorizzata che una storia ti tolga
l'aria, che non flirti con nessuno perché
hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu,
poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi
giustificare, che ti vuole cambiare,
o che devi cambiare tu
per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.

Eppure te la racconti, te lo dici anche quando
parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".

E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,
ci hai abitato Natale e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima
ed è passato tanto tempo,
e ne hai buttata talmente tanta di anima,
che un giorno cominci a cercarti
dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui
e so che c'è stato un momento che hai guardato giù
e avevi i piedi nel cemento.

Dovunque fossi, ci stavi stretta:
nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.

Hai pianto mentre camminavi in una strada
affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina
e hai guidato per ore, perché l'aria buia
ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato,
quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga
sei metri che dia un senso al tuo dolore.

"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre
lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa
dentro alla tua storia, a due, a quattro mani,
e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato
che ti ci vuole per guardarti così, scomposta
in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque,
ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia, dovrai inventarti
una nuova forma per la tua nuova te.

Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo,
di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi,
o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.

Non importa da dove cominci, se dalla casa,
dal colore delle tende
o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare
al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori
o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere:
"Attenti: il cantiere è aperto,
stiamo lavorando anche per voi.

Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole,
una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.

È la primavera a novembre.

Quando meno te l'aspetti.
                    (
Jack Folla)

 
 
 

Lettera di Speranza Divina ..chi puo' aiutarla??

Post n°144 pubblicato il 01 Marzo 2007 da 53lucexte

Messaggio N°1
25-01-2007 - 13:04
 
immagine

UN APPELLO IMPORTANE. SONO UNA MAMMA BIOLOGICA, ALLA RICERCA DI SUA FIGLIA, NATA IL 6 GENNAIO 1984 A PALERMO, TOLTA CONTRO LA MIA VOLONTA', CHI PUO' AIUTARMI?  

                       

« Lettera per mia figlia»

Cara bambina mia,
Ti scrivo questa lettera sperando che un domani tu possa leggerla; può darsi, come spero, che anche tu un giorno vada a visitare quei siti in cui parlano altri ragazzi adottati ed allora troverai questa lettera della tua mamma ad attenderti.
Le istituzioni in Italia vietano qualsiasi contatto da entrambe le parti tra famiglia naturale e figli adottati, per cui finché non verrà cambiata questa ingiusta legge, per me questo è l’unico modo per raccontarti in breve la mia storia e la verità.
Tutto è iniziato quando avevo 13 anni ed abitavo in Sicilia.
Era il primo aprile del 1983 il giorno in cui sono stata violentata.
Su questa prima parte del racconto sarò telegrafica, perché capisci certamente come può essere brutto ricordare una cosa del genere e come sia allo stesso tempo inutile ora entrare in particolari.
Dopo questo episodio tremendo i miei genitori non hanno voluto esporre denuncia contro quell’uomo e nemmeno mi hanno portata all’ospedale, perché si vergognavano: la loro primaria preoccupazione in quella circostanza non era occuparsi delle mie condizioni fisiche e psicologiche, ma arginare lo scandalo che poteva scoppiare in seguito al disonore della figlia.
Loro, infatti, avevano soprattutto paura che la gente parlasse male, spettegolasse su quello che mi era successo, invece di difendere con amore la loro figlia, poco più che bambina, vittima di una violenza.
Non facevano che ripetermi che ciò che era accaduto era solo colpa mia; per cui oltre alla violenza fisica si aggiungeva quella psicologica e morale della mia famiglia, che ha continuato a ricoprirmi per anni di sensi colpa che non avrei dovuto avere, fino a convincere anche me di essere io la peccatrice, quella che aveva sbagliato e che avrebbe dovuto soltanto pagare in silenzio le conseguenze dei suoi atti impuri.
La solitudine e l’incomprensione sono state amare compagne di una tredicenne sfortunata che aveva su di sé il peso della vergogna per aver perso la sua innocenza, non per scelta e nemmeno per amore, mentre il vero colpevole e vigliacco autore ne era uscito subito indenne, scagionato da una società retrograda e maschilista, una società col culto dell’onore, dell’apparenza, dell’omertà e della vergogna.
Non ho avuto un minimo sostegno da parte dei miei genitori e di nessun membro del resto della famiglia; non potevo sfogarmi con nessuno, nemmeno con un’amica, infatti, con gli altri non ne potevo parlare perché indotta dalla situazione al silenzio più assoluto. Mi sono ritrovata così completamente sola, abbandonata a me stessa con le mie paure, le mie angosce e le mie sofferenze.Dopo 5 mesi e mezzo dal fatto, mi sono resa conto che aspettavo un bambino.Credimi piccola mia, io ne fui così felice che la prima reazione fu pensare: “Ora non sarò più sola, c’è il mio bimbo con me!”; ti giuro di averti amata profondamente da subito, piccola creatura innocente come me, che ti portavo in grembo.
Era il mio, il nostro piccolo, grande dolce segreto.Non l’ho detto subito ai miei genitori perché avevo una paura terribile delle loro reazioni punitive, ma inevitabilmente loro hanno scoperto la mia gravidanza a 7 mesi, quando i segni  erano ormai tangibili sul mio corpo.
Mia madre non voleva credere all’evidenza e quindi, per accertarsi, mi portò in clinica a farmi visitare. Quando la dottoressa le confermò che ero incinta, lei impallidì in volto dallo sgomento. Un’ infermiera, che aveva assistito alla reazione di mia madre e aveva capito cosa fosse successo, si avvicinò a lei dicendole: “Signora, non si preoccupi: se la sua famiglia non vuole questa creatura, io conosco persone per bene che potranno occuparsi della bambina, dandovi in ricompensa pure 3 milioni di lire”.
Mia madre rimase silenziosamente calma, stava già prendendo in considerazione le parole dell’infermiera, mentre io nel sentire un consiglio così crudele e assurdo, mi ribellai disperatamente con tutta la forza che avevo; io non avrei mai potuto accettare una cosa del genere! Ero io che dovevo avere voce in capitolo, non gli altri, ero io la mamma di quella creatura, la tua mamma.
Quando siamo rientrati a casa, alla notizia che io fossi realmente incinta, mio padre si alterò come una bestia con me, per fortuna mia nonna mi difese dalle sue botte, altrimenti credo che mi avrebbe ammazzata. Decisero immediatamente di nascondere la loro figlia poco di buono e peccatrice in un istituto per ragazze madri.
Ero già in istituto, quando la sera del 5 gennaio mi sono sentita male, così mi hanno accompagnata all’ospedale civico di Palermo, da dove telefonicamente hanno avvisato mia madre del mio forte malore, ma lei non si è affatto scomodata a venire di sera in ospedale per starmi vicina, dicendo che sarebbe venuta la mattina dopo con calma. In quell’istante mi sono sentita sola come un cane abbandonato, non potrei renderti diversamente il mio stato d’animo; ero davvero sola, schiacciata da una situazione più grande di me.Sei nata la mattina del 6 gennaio, da un parto cesareo. Credo proprio di avere avuto qualche complicazione, perché quando mi sono svegliata sentivo a malapena un litro di sangue  scorrere lentamente nelle mie vene, e mia madre non era ancora arrivata. Ti ho partorito nella più completa solitudine. Non appena lei è arrivata in ospedale, le ho chiesto di andarti a prendere e portarti da me, ancora non sapevo se eri un maschietto o una femminuccia e fremevo dalla voglia di vederti e stringerti a me. Mia madre uscì dalla stanza, per tornare subito dopo a mani vuote e dire freddamente che l’infermiera non voleva che io vedessi e toccassi il mio bambino. Non potevo accettarlo, ho avuto una crisi isterica, gridando e minacciando di portarmi subito la mia bambina, altrimenti mi sarei strappata tutte le flebo ed il resto che avevo addosso. Finalmente ti hanno portata da me, dalla tua piccola mamma.
Come eri bella,  che dico, eri bellissima e quanti capelli neri che avevi sulla tua graziosa testolina! Indossavi un bel pigiamino giallo, eri il mio dolce pulcino ed io ero felice con te tra le mie braccia; queste sono immagini che io non potrò mai cancellare dalla mia mente, sono marchiate a fuoco per sempre.
Il giorno dopo ti ho rivista e ti ho ricoperta di baci, avevo voglia di mangiarti, non avrei mai immaginato che quelli erano gli ultimi baci che ti davo, perché il 7 gennaio è  stata l’ultima volta che ti ho vista, dopodichè ti hanno fatto sparire nel nulla e nessuno da allora mi ha mai voluto dire dove sei finita, con chi, se stai bene. Ti hanno strappato dal mio petto e nessuno ha avuto pietà delle lacrime d’una piccola mamma.Da quel giorno ho sofferto tutte le pene del mondo. A 13 anni conoscevo già tutte le sofferenze: lo stupro, il dolore fisico, la violenza psicologica, la perdita di un figlio, l’abbandono dei miei genitori, la solitudine, il non avere diritti, etc.
Il giorno 6 febbraio esco da quel istituto per entrare in un altro istituto. La suora che si occupava di noi vedendomi sempre triste a piangere, una volta mi domandò il perché di tutto questo dolore. Le risposi che avevo perduto la mia bambina, lei si prese a cuore la mia situazione e per aiutarmi mi volle accompagnare al tribunale dei minorenni.
Il giudice A. M. mi ha ricevuto nel suo ufficio ma da sola, lì ho spiegato che i miei genitori mi avevano tolto la mia bambina e che io volevo assolutamente recuperarla, perché non era stato giusto che loro avessero deciso per me. Mi promise che avrebbe fatto il necessario per farmi riabbracciare mia figlia, ma ad una condizione: avrei dovuto proseguire le scuole ed aspettare un anno. Io gli Chiesi: “Perché proprio un anno?”, mi fu risposto che era solo il tempo per sbrigare le pratiche ed i documenti burocratici. A quell’epoca per me un giudice era una persona di fiducia,come non credere alla parola di un’autorità? E invece proprio sulla mia speranza e sulla mia buona fede sono stata tradita ed ingannata, perché dopo aver atteso un anno, quando sono tornata a chiedere di te, mi comunicò: “Mi dispiace ragazzina, ma la tua bambina è stata adottata”. Il mondo mi è crollato addosso in quel preciso istante, sono diventata una pazza, gli sarei saltata addosso per ucciderlo, ma per fortuna o purtroppo, due carabinieri sono intervenuti in suo aiuto e mi hanno buttata fuori dal tribunale, senza nessun’altra spiegazione e senza comprensione alcuna.
Quando sono rientrata in istituto ho tentato di tagliarmi le vene, ero troppo fragile e depressa,  ma il buon Dio non mi ha voluto con sé quella volta, mi sono salvata e da  allora ho giurato di non riprovarci mai più, perché se io morissi,  nessuno ti potrebbe mai raccontare la nostra storia e non ci potremmo mai più vedere, infatti, io vivo con la speranza quotidiana che tu un giorno possa scoprire la verità e conoscermi, vedere la tua mamma.
Un giorno mio padre venne a farmi visita in collegio, gli domandai in ginocchio di dirmi dov’eri. Lo sai cosa mi rispose? “VEDRAI CHE UN GIORNO TI SPOSERAI E AVRAI ALTRI FIGLI E CHE DIMENTICHERAI QUELLA TUA PRIMA FIGLIA”, come se l’amore per gli altri figli potesse “rimpiazzare” completamente quello per un’altra creatura nata allo stesso modo dal mio grembo! Erano tutte bugie e non puoi immaginare come ancora oggi, io possa odiare mio padre con tutta me stessa, mentre in un certo senso ho quasi perdonato mia madre, che ha sempre avuto paura di suo marito e delle sue bastonate, se si fosse ribellata al suo volere.In certi momenti mi sento colpevole per averti perduta, mi sembra di non avere lottato abbastanza, forse perché ero troppo piccola, perché non ho potuto o saputo impormi, anche se in quel momento ho fatto tutto quello che potevo.
Devi saperlo dalla mia voce che io non ti ho MAI abbandonata, ma se tu credi che è comunque colpa mia, ti prego di perdonami e non abbandonarmi tu stavolta, dammi la possibilità di parlarti.
Ho aspettato con ansia i miei 18 anni per scappare via dalla mia vita da incubo in Italia e sono andata a vivere in Belgio, dove sono nata.Oggi sono più serena, vivo in campagna con mio marito con cui sono sposata da 16 anni e ho avuto altri 3 altri figli. Mi piacerebbe tanto farti conoscere i tuoi fratelli, al più grande parlo di te e lui mi sta vicino. Vi amo tutti quattro più della mia stessa vita e allo stesso modo, anche se non ho avuto la possibilità di crescerti, vorrei tanto darti un volto.
Ti abbraccio forte, forte.
La tua mamma, che non ti ha mai cancellata dalla sua vita.

P.S.: RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE  CHE MI HANNO SUPPORTATA COI  LOROCONSIGLI E DI AVERMI DATO LA FORZA, CON IL LORO SOSTEGNO MORALE, DI RACCONTARE LA MIA STORIA. UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A PAOLA (tu lo sai perché). VI ABBRACCIO.  

 
Inviato da: Speranzadivina

 
 
 

Post N° 143

Post n°143 pubblicato il 25 Febbraio 2007 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 142

Post n°142 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 141

Post n°141 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 140

Post n°140 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 139

Post n°139 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 138

Post n°138 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da Amaredavvero

Image Hosted by ImageShack.us

 
 
 

Post N° 137

Post n°137 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da Amaredavvero

immagine

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Amaredavvero
Data di creazione: 27/07/2005
 
L'AMORE PUÒ UCCIDERE...

immagine

Contro le dipendenze affettive...

http://www.maldamore.it

responsabile

dott. Roberto Cavaliere

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

ULTIMI COMMENTI

ULTIME VISITE AL BLOG

la.cozzakrilla87princess.d1a127elosancarlo51mastro3050rodderickhoneyhoney85pantaleoefrancacolucirmgiarmoleofarfalla694johnny.rockervega330splendentedolcelunalubopo
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963