BARCOLLO MA NN MOLLO

Montalto di Castro: storia di una violenza senza colpevoli


pubblicato il 28 Ottobre 2009 dalla mia amica  hope.sMontalto di Castro, è scritto nel nome di questo paese il suo destino, o meglio il destino al quale forse qualcuno vorrebbe condannare molti suoi abitanti. Montalto, domenica, durante una diretta televisiva nazionale, ha dato di sè una prova di "pattume ideologico" davvero agghiacciante; evidentemente è proprio vero che il pesce puzza dalla testa.Ma quanto accaduto a Montalto è, purtroppo, diffuso in Italia. L’uomo, per cultura, stenta a rinunciare alla sua prerogativa di dominio e ad accettare l’idea della libertà di costume delle donne.Ed è anche a causa di questa filosofia che, in occasione di stupri, il primo atteggiamento nell’approcciare tali vicende è la ricerca degli alibi a tutela dei violentatori, che troppo spesso va nell’orientamento della provocazione sessuale e della consensualità, al punto da portare questi, spesso numerosi soggetti, anche di fronte alle confessioni di reato, a difendere i violentatori.E così, anche lo spettacolo vuole la sua parte; ed allora domenica si è celebrato un vero e proprio processo mediatico a Domenica 5, dove in studio c’erano Sgarbi, la Parietti e la Santanchè, oltre a due assistenti sociali pro-ragazza, i quali, diligentemente istigati dalla D’Urso, sono riusciti a mettere in scena la classica cagnara tipica di queste trasmissioni che hanno un seguito popolare; da Montalto, intanto, il padre di uno dei ragazzi che hanno consumato lo stupro, si mostrava alle telecamere in tutta la sua incapacità ed inidoneità genitoriale; mostrava i muscoli, alzava la voce e le braccia, minacciava, aizzava i cittadini presenti a criticare veemente la ragazza, difendeva il figlio, reo confesso, con alchimie ideologiche davvero inquietanti, dimostrando a chiare lettere che la peggior colpa del figlio fosse quella di avere un padre come lui, insomma, la vittima, ha ricevuto un ulteriore processo mediatico, in cui è emersa la solita equazione: era in minigonna, quindi ha provocato, il resto non conta. Sconcertante la dichiarazione di un settantatreenne: "Se avessi avuto anche io la loro età, mi sarei messo in fila!".Due anni fa Marinella, questo il suo nome, allora quindicenne, venne stuprata a turno per oltre tre ore da otto suoi coetanei in una pineta a Montalto di Castro, nel Lazio. Oggi, a distanza di due anni, nessuno di questi ragazzi ha pagato per quella violenza; non solo, il tribunale dei minori ha accolto la "messa in prova" (!?) degli accusati ed il processo è stato sospeso fino al 2012, cioè a dopo cinque anni dall’aggressione. Una decisione davvero incomprensibile ed inaccettabile non solo per la ragazza.Ma al peggio non c’è mai fine. Due anni fa il sindaco del paese, Salvatore Carai che durante un'intervista sotenne che "Lo stupro esiste solo se commesso dai cittadini romeni.", il quale non a caso zio di uno dei violentatori, decise di sostenere le spese (denaro sottratto dall'erario comunale) per la difesa dei ragazzi accusati dello stupro, pur in presenza dell’istituto del gratuito patrocinio, mentre il parroco si era compiaciuto che non avessero usato il preservativo. Ben 5000 euro ad ognuna delle loro famiglie a sostegno delle spese legali; alla ragazza stuprata, invece, nulla, né materialmente né socialmente. Proprio per mostrare sensibilità e consapevolezza nei confronti della ragazza e delle tante donne che si sentono offese da un clima che ancora una volta si accanisce contro la vittima, molti esponenti della sua stessa parte politica, il PD, hanno in questi giorni chiesto allo stesso sindaco di fare un passo indietro dalle primarie alle quali si era candidato.In particolare, Vittoria Franco e Roberta Pinotti, senatrici del Pd, hanno chiesto che Carai non sia inserito nelle liste delle primarie a sostegno di Bersani.Un gruppo che ha fondato il "Fuori dal PD Slavatore Carai, il sindaco che aiuta gli stupratori di Montalto di Castro" su FB, con più di 1 milione di iscritti, ha scritto una lettera al sindaco e al Comune. E' stato loro risposto solo dall’assessore al Turismo che spiega di non voler entrare nel merito della questione e segnala invece "le infinite bellezze naturalistiche, archeologiche e ambientali del nostro paese e dell’intero territorio". Ma siamo impazziti???Nel frattempo, il giudice del Tribunale dei Minori di Roma ha assegnato, ad ognuno dei ragazzi responsabili dello stupro di massa, un compito specifico che rientra nel programma di affidamento di 2 mesi al termine dei quali, se avranno superato positivamente il giudizio degli assistenti sociali, non saranno processati.Ed alla ragazza chi ci pensa? Nessuno ha mai pensato al reinserimento di Marinella. Accanto a lei non c’è mai stata alcuna istituzione pubblica, nessuno le ha chiesto di cosa avesse bisogno. Nessuno le ha mai proposto un lavoro, nemmeno stagionale, nonostante abbia dovuto lasciare la scuola. Non aggiungo altro perchè poco c'è da aggiungere, lo schifo è evidente, eclatante, tanto da lasciare perplessi, ci si interroga su che tipo di paese sia questo dove possono accadere delle cose cosi, dal fatto in se alla sentenza estremamente benevola a quella banda di scellerati, parenti che non ci stanno a nascondersi dietro la vergogna di cui li hanno ricoperti i figli e danno addosso alla vittima accampando tutto quello scontato corollario di accuse e giustificazioni sino infine al "giustizia è stata fatta e basta!". Mi dispiace, ma io non ci sto a pensare che nel nostro Paese sia più premiante portare il pisello fuori dai pantaloni piuttosto che la minigonna.Sonia