Chiara - Heazel

Un Angelo di nome Agnes


.Un Omaggio a una grande donna, messaggera di pace e dell’amore di Dio che le rivelò la sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i più poveri. Madre Teresa di Calcutta.  Dedita al servizio delle vittime della povertà dei moribondi dei bambini abbandonati, anziani e persone di diverse confessioni di fede e nazionalità, lei, la Santa dei piccoli cammini che nel suo piccolo,  nel suo bianco sari bordato di azzurro con grande amore, fede e bontà ha detto e fatto cose meravigliose più di quanto non abbiano potuto centinaia di mani;  ha piegato i mass media smosso le coscienze e con dolcezza è  penetrata nelle anime chiuse  per ricordare che siamo tutti figli di Dio, fondando la congregazione religiosa dei Missionari e Missionarie della Carità ha fatto felice i poveri ed è diventata per tutti noi madre e maestra di vita, oltre che a lasciarci un ricco e solido testamento di fede di speranza e carità ha lasciato citazioni preghiere e poesie che difficilmente saranno cancellate dai nostri cuori, dalle nostre anime. Resterà sempre una delle più famose figure rappresentative del mondo. Spesso diceva "Quando sarò morta potrò aiutarvi di più"....
.Uniti con chi soffre  .Il cammino è nell’amore.Noi non andiamo ad impegnarci ad aiutareLottare per il mondo futuro è un impegno molto lungo:mentre lo preparo, può morire un bambinoper mancanza di pane e di un bicchiere di latte.La nostra missione non è quella di giudicarese una situazione è giusta o ingiusta;la nostra missione è di aiutare.Denunziare l’ingiustizia richiede molto tempo.Inoltre, ci sono molti che lo fanno, e bene.La nostra vocazione è differente.Coloro che hanno la vocazione di denunciare, denuncino.Lavorando uniti, otterremo molto.La violenza non è mai la risposta.La soluzione non sta nei cannoni e nelle mitragliatrici,ma nell’amore e nella compassione.                        .          ( Madre Teresa di Calcutta ).
.poesia scritta durante il primo viaggio verso l’India. ADDIO.Ecco, lascio la casa che dona luce al cuore,la mia terra, la mia famiglia intera,è mia méta il Bengala prostrato dal dolore,terra a me cara, seppur terra straniera.In gran tormento lascio gli amici amati,tristi i parenti, deserto il focolarema il cuore mi chiama tra i diseredatiove a Cristo potrò me stessa dare.Lascio il mio saluto, madre amataEd anche a voi, amici cari, addio,mi spinge verso l’India tormentatala grata forza che arde nel cuor mio.La nave lenta naviga sul mareE fende i flutti che s’alzano schiumosi, un’ultima volta mi volgo a guardare:lascio d’Europa i lidi tumultuosi.Sopra la nave, salda ed esultante,la vergine che a Cristo s’è votata,al mondo nuovo, tenera sposa, amante,umile donna da gioia illuminata.Una croce di ferro in mano stretta,echeggia in lei la salvezza agognatae lo spirito pronto lieto accettail calice cui s’è sacrificata.Quanto io t’offro accetta, o mio Signore,a suggello d’amor che t’ho giurato,aiuta la creatura tua, Creatore,io faccia che Tu sia glorificato.Ti prego, in cambio, Signore onnipotente,o Padre nostro di bontà ricetto,dammi sol quello spirito ardente,spirito che Tu sai, anche non detto.Pura come rugiada del mattinoecco, sgorga una lacrima accorataa renderti più chiara, o mio divino,la promessa che ora è consumata..9-12-1928, in viaggio verso l’India