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LA SARTINA DELLE FATE

Post n°282 pubblicato il 06 Marzo 2013 da ANGEL.FREE

 

oggi proprongo una nuova storia dell'amica Roberta Sartina

 

 

 

 

Sciarpe, guanti, berretti, cappottini: quante cose aveva realizzato la sartina delle fate!

In quegli ultimi giorni dell’anno tutti i bambini aspettavano i suoi regali, e gli Elfi dei Boschi avevano un gran  daffare per procurare la lana e il lino, che poi le fatine tingevano con maestria, filavano e tessevano: ma soltanto lei, la sartina, poteva con le sue forbici d’oro trasformare quei  tessuti in indumenti graziosi e profumati di magia.

Gli Elfi dei Venti invece stavano tornando dall’Oriente, con le sete e le gemme necessarie per gli abiti del Gran Ballo.

Era una notte speciale, quella del Gran Ballo: si salutava l’arrivo dell’anno nuovo, e  tutte le fate sfoggiavano abiti e mantelli preziosi, si acconciavano con cura  lunghi capelli e si profumavano con le essenze più rare.

La sartina esaudiva con pazienza le loro richieste: tutte volevano essere bellissime e lei lavorava per settimane fino a notte fonda, nel  chiuso del suo laboratorio.


 

 

 

Solo per se stessa non preparava mai niente: di solito arrivava così stanca da rinunciare al ballo, e le rare volte che vi aveva partecipato, forse tre o quattro in trecento anni, aveva indossato il suo vecchio abito blu, e aveva trascorso la serata seduta a conversare con le fate anziane, lottando contro il sonno e la noia.

Nessuno l’aveva mai invitata per una danza, ma a lei stava bene così: la sua gioia era di guardare le altre, raggianti nei loro abiti nuovi, notare gli sguardi rapiti degli elfi…e pensare di essere un po’ l’artefice di tanta gioia. Lei e le sue forbici d’oro avevano visto tanti sogni realizzarsi, tanti sorrisi sbocciare e tanti sospiri far vibrare l’aria di quel Regno incantato…questo le  faceva dimenticare la sua fatica e la sua solitudine.

La sartina sfilò dal manichino l’abito appena terminato: era l’ultimo.

Restavano da finire solo alcuni mantelli: aspettava che Eki, il più giovane degli Elfi dei Venti, le portasse le perle per ultimare i ricami.

Eccolo, era arrivato: Eki entrò, accompagnato da uno sbuffo di vento che fece volare via i  ritagli di tessuto in tutto il laboratorio, e incurante del disappunto di lei avanzò deciso per consegnarle il cofanetto delle perle.

“Grazie, appena in tempo” sorrise la sartina.

“ C’è un’altra cosa” rispose Eki, ma senza la sua solita spavalderia: tirò fuori dalle pieghe del mantello un piccolo involto, e arrossì nel porgerlo a lei.

“ C’è un errore, non ho bisogno di altro per finire i  mantelli”

“Questo, veramente…l’ho preso io per te. Sono salito sui Monti di Giada per prenderlo…ho pensato che ti avrebbe fatto piacere ricevere qualcosa di bello da portare al ballo…”

“ Grazie,  sei davvero gentile, ma non credo che verrò al ballo quest’anno…” ma si bloccò aprendo l’involto.

Dentro c’era il tessuto più bello che lei avesse mai visto: era il leggendario Velo dell’Aurora!

Un tessuto rarissimo, creato dal Mago dei Monti di Giada, che lo donava in premio solo a chi fosse tanto temerario da affrontarlo, e tanto puro di cuore e coraggioso da vincere contro la sua magia: erano ben pochi gli elfi e i maghi disposti a cimentarsi in una simile sfida…la sartina non poteva credere che  Eki avesse fatto questo per lei!

“So che hai lavorato tanto…lavori per rendere belle le altre, ma per me sei tu la più bella, e vorrei

più di ogni altra cosa salutare l’anno nuovo danzando con te…”

La sartina , con gli occhi lucidi, dispiegò quello splendido tessuto, e iniziò a drappeggiarlo sul manichino.

 In pochi minuti, come per incanto, l’abito aveva preso forma ed era davvero il più meraviglioso che gli specchi di quel laboratorio avessero mai riflesso.


 

 

 

“Adesso non ho più scuse per restare a casa….sarà un piacere accompagnarti al ballo” mormorò lei sorridendo tra le lacrime: ma le sue parole furono soffocate da un dolcissimo bacio.


 

spesso si passa la vita

  a realizzare i sogni degli altri

    ma non bisogna mai scordare

      i propri sogni nel cassetto

        per poi un giorno come tanti

          prendere al volo l'occasione

            di realizzarli e viverli

              con tutti se stessi

 


 

grazie Roberta e Alessandro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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durante il suo 10 mesi coraggiosa lotta con due tumori cerebrali

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