ANGELO DELLA NOTTE

FIUME DELL'INFANZIA


Ho vissuto la mia fame di avventura fin da bambino, sulle rive del grande fiume italiano; a stretto contatto con la natura, sia pure nell'ambiente rurale della bassa padana, ho scoperto la curiosità, la capacità di sognare. Nella mia fantasia i sabbioni del Po diventavano deserti, i pioppeti grandi foreste, e la linea azzurrina delle Prealpi Bresciane sull'orizzonte lontano, irraggiungibile, rappresentava per me il tetto del mondo. Un tronco portato dalla corrente diventava una nave per viaggiare e scoprire mari sconosciuti. Materializzavo nella realtà quotidiana, con la fantasia, le suggestioni di cui mi nutrivo leggendo quelli che consideravo i miei “vangeli”: le straordinarie avventure di Jack London, Melville, e tutti i grandi viaggiatori, esploratori e avventurieri della letteratura. La mia prima, grande avventura è stata attraversare a nuoto il Po, che ai miei occhi di ragazzino pareva un'impresa titanica. Poco importava se la riva emiliana e quella lombarda erano assolutamente identiche; tra loro c'era l'ostacolo e il pericolo, rappresentati dalla corrente, e in gioco la paura da vincere e l'apparentemente impossibile da superare. Sono state queste le premesse della mia vita”.                                         Walter Bonattiricordo.il profumo denso dell' argilla che dal naso scendeva fino allo stomacocome se fosse qualcosa da mangiarela sabbia fatta di pagliuzze d'orodove noi bambini affondavamo le mani in un silenzioso giocoil lento fluire dell'acqua il suo moto uniformesenza litigi ne' gorgogliile misteriose chiatte  che procedevano sicureverso le loro colonne d'ercolericordoI "baracchini" sulla riva dura e compatta con tavoli e lunghe panche di legnoqui si riunivano le famiglie per il pranzo:gnocchi di semola, amboline fritte, salame ed un bicchieredi buon lambrusco per i grandisopra di noi ritagli di cielo si facevano largotra il baluginio giocoso delle foglie di pioppopizzicate da un venticello impertinentericordoun sentierino quasi sul bordooffriva alla vista  quelle buffe tonde reti da pescache si protendevano sull'acquae i casottini  verdi di legno dipinto tra salici ed arbusti dei pochi pescatori   rimastiche ti salutavano con malinconico orgoglio....solo ricordi