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Ancelotti-Juve: c'eravamo tanto odiati


Il tecnico risponde con un gestaccio agli insulti dei suoi ex tifosi. Ostili da sempre.Stavolta non ce l'ha fatta. Nove anni di insulti sono troppi anche per un bonaccione come Ancelotti. Che ieri sera ha reciso per sempre il cordone ormai sanguinante che lo legava alla Juve e a Torino. Un gestaccio alla Curva Scirea e il passato è stato resettato.E' successo durante la prima partita del Trofeo Tim, fra Milan e bianconeri: "Un maiale non può allenare", canta la Sud. E alle bombe dei suoi ex tifosi Ancelotti risponde con un siluro: dito medio alto e via... "Non ne potevo più, è stata una reazione a degli ignoranti, lo rifarei anche adesso. Non hanno insultato solo me...".Il grande freddo fra il tecnico e un pezzo di tifoseria bianconera risale al febbraio del '99: Moggi chiama Carletto per il dopo Lippi e molti non lo accettano. Troppo scomodo, per gli irriducibili, il suo passato rossonero e giallorosso. E poi quelle frasi anti juventine ai tempi del Parma... "Non prenderà mai il posto di Marcello", minacciano velenosi i Drughi. Che poi abbozzano una specie di tregua durante i suoi tre anni a Torino. Ma appena se ne va, nel 2001, ecco il coretto: "Un maiale non può allenare". Da allora è la colonna sonora dell'odio bianconero per Ancelotti. Che ieri è scoppiato e ha risposto da ultrà: "Se questi tifosi fossero rimasti a casa sarebbe stato meglio. Ma tanto non capiranno mai".