Anilina days

Viola & Liquirizia


A me piacciono gli anfratti buidelle osterie dormienti,dove la gente culmina nell’eccesso del canto,a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,e i calici di vino profondi,dove la mente esulta,livello di magico pensiero.Troppo sciocco è piangere sopra un amore perdutomalvissuto e scostante,meglio l’acre vapore del vino indenne,meglio l’ubriacatura del genio,meglio sì megliol’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;io amo le osterieche parlino il linguaggio sottile della lingua di Bacco,e poi nelle osterieci sta il nome di Charlesscritto a caratteri d’oro.A.Merini                                                 &&&&&&&&&&&&&&Sinceramente, niente mi cala di lui alla Certosa con Topolinik, nè se trattasi di satraposatiro bavoso, nè se si impasticca di viagrados, nè nè se pure a letto è quello "del fare" dopato di affaires, ceronato di fard nel fazzoletto.. Tra me e lui oltre al trucco, c'è distanza abissale: non mi faccio i minori, mi tira da sè, vado in campeggio a sa mesa scoada, e chi un po' è stato con me aveva altri amanti migliori, tant'è...Sono "del pensare" più che "del fare senza pensare", sebbene più ci penso e più non comprendo, non bevo e me ne impippo del comprendere chè qui c'è tutto compreso, niente più da chiarire, basta col tango, voto ripiego, viaggi sul ponte, cugine francesi, cucine à la carte, efficienza da nani, 7 o 13... dopati di fard, di botuli in saldo, decoder tronisti, veline col culo, pischelli pelati, glandi rasati, tous les verres cassez.A forza, causa assenza di bicchieri, mi trastullo col vino di un morto ancora caldo, vino doc italiano, ça va sans dire.  
Nico OrengoDi viola e liquiriziaEINAUDI 2005 pagg.155 Euro 15,50.TramaUn esperto di vino, viene chiamato ad Alba per svolgere un corso di degustazione presso l'enoteca "Tastevin". La signora Amalia, proprietaria dell'enoteca, ha un fratello inetto che gioca e perde a carte la cascina e terreno con il vile e baro Barravale. Come recuperare l'avita magione? Eroico si propone l'esperto degustatore con una scommessa, riconquisterà la tenuta "Ginotta" riconoscendo al gusto e all'olfatto i vini scelti dal perfido baro. Ci riuscirà? I vino: "Colore granato, riflessi aranciati, unghia rosata tendente al bianco. Al profumo è vino selvaggio, con note di animale, direi pelli conciate, cuoio, caligine di vecchio camino, ha goudron, catramato, che finisce con virgole di pepe e chiodi di garofano. II vino: Colore granato con riflessi aranciati da mattone di chiesa. Sentori pieni, invitanti, note di liquirizia, di menta, di canfora. Vino caldo, armonico, grande struttura e tannicità..III vino: Sentore di frutta cotta, ciliegie sotto spirito, muschio, buccia d'arancia caramellate, cuoio, tisana di tiglio, fondi di caffè, cacao, lacca, olive taggiasche in salamoia, candela, cannella, noce moscata, miele di corbezzolo, legno d'acacia, zolfanello spento e tela cerata... IV vino: Colore granato con brillantezza di tramonto, quando il sole color di arancia da spremere se ne va a morire tra una collina e l'altra, come se stesse ballando un tango con un'allegria melanconica... viole e liquiriziaV vino: Colore cupo, mattone molto cotto. Profumo primaverile: ancora viole, ma scure, poi ciliegia, le "marada" e poi rose sfatte e fumo di falò e anche castagne bianche, quelle che si mangiano nei giorni dei morti, sabbia e conchiglie di mari caldi, subtropicali..."&&&&&&&Soluzioni (se vi pare) Barolo del 1978 della cantina Beppe Rinaldi / Barolo 1978 Aldo Conterno di Bussia Soprana di Monforte / Sorì Tildìn 1989 di Gaja / Barbaresco 1989 Asili Bruno Giacosa / Roche d'Ampsej del 1986 di Matteo Correggi