anima blu

penso...penso.....


Penso, penso, penso…cogito ergo sum, potrebbe essere la sintesi della partizione. Osservo Francesco da una dimensione del non tempo con la stessa tenerezza che credo un nonno potrebbe provare rimirando un piccolo cuccioletto al primo giorno di scuola. Per lui tutto è nuovo, sconosciuto, misterioso e in alcuni momenti, per il forzato distacco dalla famiglia, tutto appare piuttosto crudele e drammatico anche per il senso di abbandono che lo pervade. Lo sorregge solo la curiosità tipica di chi ha ancora una vita davanti a sé, pur non essendo in grado di comprendere il proprio nuovo ruolo, la sua nuova collocazione in un mondo che ora appare così ristretto e così immenso. Ha frequentato il nido, poi l’asilo, in parte è preparato, ma fino a quel momento per lui l’esistenza si è tradotta in coccole, divertimento, protezione. E’ ancora puro, intriso di un candore che questa nuova scuola sembra proprio non apprezzare. Niente e nessuno potrà mai sporcargli l’essenza perché questo è solo un nuovo e immenso gioco, ma di questo lui ancora non può rendersene conto.Posso percepire tutto ciò che lui vive senza i filtri del giudizio consapevole e faccio mie, anzi divento, le sue scoperte, le sue emozioni, i suoi sentimenti che continuamente contribuiscono a cesellare la consapevolezza di me, la consapevolezza divina. Francesco sta a me, come una cellula del fegato sta a…dipende…ora a se stessa, ora al fegato, ora all’apparato digerente, ora al corpo intero, ora ad ogni universo di cui intendo essere consapevole. Le partizioni sono indispensabili strutture che rendono possibile la consapevolezza e che nascono, svaniscono, si modificano a seconda del gioco scelto. Francesco è immerso in infinite altre partizioni, in infinite splendide e “illusorie” creazioni che pulsano, si incontrano, si fondono, si modificano. E’ il respiro divino, l’essenza della vita che sottoforma di luce sta in ogni cosa, è ogni cosa. La consapevolezza è la somma espressione divina che in ogni dove e in ogni istante può scegliere di essere cosciente di un infinitesimo aspetto di sé, come della sua interezza. Ogni partizione, anche la più minuta, è dio e la consapevolezza che genera , vista e vissuta da infiniti punti di osservazione, è la massima espressione divina. Così la partizione cellula del fegato vivrà una autonoma consapevolezza. Ma a sua volta contribuirà a formare la coscienza di un aggregato di cellule epatiche che altrettanto avrà una autonoma percezione di sé, ma anche di ogni singola cellula che lo compone, moltiplicando ed espandendo esponenzialmente la consapevolezza. Ogni partizione è immersa in delimitate creazioni che tutte insieme, interagendo, formano un unico e fluido intreccio che non ha limiti, generando la percezione dell’ infinito, la percezione di dio. Sono lo specchio divino.