L'ANIMALE E L'UOMO

LA CAPINERA


 
 La capinera di Giovanni PascoliIl tempo si cambia: stasera vuol l'acqua venire a ruscelli. L'annunzia la capinera tra li àlbatri e li avornielli: tac tac. Non mettere, o bionda mammina, ai bimbi i vestiti da fuori. Restate, che l'acqua è vicina: udite tra i pini e gli allori: tac tac. Anch'essa nel tiepido nido s'alleva i suoi quattro piccini: per questo ripete il suo grido, guardando il suo nido di crini: tac tac. Già vede una nuvola a mare: già, sotto le goccie dirotte, vedrà tutto il bosco tremare, covando tra il vento e la notte: tac tac.*** 
  La capinera (Sylvia atricapilla) è lunga circa 14 cm. Il maschio ha una colorazione grigio cenere chiaro con calotta nera mentre le femmine sono più brune con calotta rosso ruggine. Il becco e le zampe sono sempre scure. Non di rado si vedono dei soggetti con la gola gialla: questa colorazione è artificiale, causata dal polline dei fiori di aloe. E' un uccello vivace, timoroso, socievole e mite, spesso sta tra il fogliame di alberi e cespugli. Solo raramente scende sul terreno, dove si muove saltellando con impaccio. Non compie mai lunghi voli se non all'epoca delle migrazioni. Il volo è in genere breve e ondulato. Il canto della Capinera ha inizio con la primavera ed emesso in sordina; con l'avvicinarsi dell'epoca degli amori aumenta d'intensità sino a raggiungere la sonorità piena. L'interpretazione varia da individuo a individuo. La voce contiene una nota dura e brontolante: un tac-tac ripetuto rapidamente, se allarmata, e anche un aspro ciarrrr. Anche un suiirr di allarme e un lamentoso fiuu. Il canto è pieno di gorgheggi, molto più ricco di frasi di quello del Beccafico, meno sostenuto, ma più forte verso la fine.   Presente in tutta l'Europa sino al 66° parallelo, nell'Africa nord-occidentale, in Asia Minore, nel Caucaso, in Persia e in Palestina. Sverna nell'Europa meridionale e in Africa. In Italia la capinera è diffusa ovunque, più numerosa nei mesi invernali, soprattutto nel mezzogiorno e nelle isole. Vive nei boschi e nelle radure con fitto sottobosco di pruni e rovi, giardini, boscaglie, siepi con alberi sempreverdi, ma anche nei frutteti e sulle vecchie muraglie ammantate d'edera, negli orti e nei parchi.   Le capinere si nutrono di ogni genere di insetti e larve, frutta, bacche e granaglie ed eccezionalmente anche vermi. In primavera prediligono gli insetti ed in mancanza di questi le bacche; in estate salgono al primo posto le bacche ed i frutti. Nell'Europa meridionale sono ghiotte di arance e fichi.  La cova avviene due volte all'anno, in maggio ed in giugno. Il nido, sempre piccolo ed aggraziato, viene collocato nei cespugli fitti di sempreverdi, di sambuco e di caprifoglio oppure nei boschi e nelle macchie spinose, comunque sempre ben celato tra il verde. la femmina depone da 3 a 6 uova dal fondo color mattone o fulvo chiaro, offuscate e chiazzate di marrone e cenere e con macchie scure. Sia il maschio che la femmina covano per 13-15 giorni. Qualora la femmina dovesse morire, il maschio procede da solo nell'allevamento della nidiata. I piccoli abbandonano il nido verso l'undicesimo giorno di vita ma continuano ad essere imbeccati ancora per alcune settimane. Se la nidiata è minacciata, i genitori ricorrono a un ingegnoso stratagemma: uno di essi si finge ferito lasciandosi cadere a terra e agitandosi come se non potesse volare per richiamare su di sé l'attenzione del predone, che verrà così sviato ed allontanato.  liberamente tratto da http://digilander.libero.it/verdecammina/capinera.htm