L'ANIMALE E L'UOMO

L'APOLLO


Sotto il caldo sole, non distante dal sentiero, il viandante riposava. Era solo. Il suo sguardo seguiva il gioco della luce sulle rocce gialle, il suo orecchio si adagiava sul rumore del torrente alle sue spalle che ancora si faceva sentire da lontano, tenue e continuo. Nel lieve dormiveglia la sua anima si apriva, come un uccello ad ali spiegate, sul limpido paesaggio della sua fanciullezza. Una bruna farfalla svolazzò lieve sul muretto della strada, tagliando, con la linea irrequieta del volo, i margini della sottile distesa del lago che risplendeva negli occhi del viandante in riposo. Sullo splendente sfondo verde cupo, più chiaro e ricco giocava il colore opaco delle ali della farfalla, i delicati contorni delle ali vibravano sbattendo in un raggio bianco di luce, come se il nitido contorno, muovendosi, attirasse a sé la luce.Risalivano nella memoria dell'uomo che riposava le profonde delizie dei giorni dell'infanzia, il piacere eccitante della caccia estiva alle farfalle sulle aiuole dai grandi fiori e sui prati profumati al riparo dai venti, sui quali calda tremava l'aria in onde luminose.Impercettibilmente le palpebre del sognatore, fattesi pesanti, si abbassarono sul suo occhio stanco. Il suo sogno correva a caccia di farfalle, ansando di piacere sui prati e lungo i pendii dei luoghi natali, e dalla profondità dei ricordi così svelatisi, un desiderio infantile, a lungo dimenticato assalì il dormiente: vedere un apollo. Oggetto degli avidi desideri dei fanciulli, bianca come la neve e con macchie rosse, l'immagine della regina delle farfalle era sospesa davanti a lui nell'azzurro. Familiari e mormoranti riaffioravano dagli anni passati altre melodie, straordinariamente dolci. Sui pensieri assonnati del viandante si incurvò, meravigliosamente chiaro e delicato, il cielo dell'infanzia, d'un nostalgico azzurro. 
da Farfalle di Hermann Hesse ... Un leggero fresco vento spirò dalle montagne, sfiorando la fronte china del dormiente. Sorridendo, lentamente, aprì gli occhi, ristorati dalla trasparenza della pura aria del lago e dai colori allegramente scintillanti del paesaggio. Si alzò con gioia. In quel momento qualcosa di bianco lo sfiorò. Guardò meglio, sollevò lo sguardo, in ascolto. Silenziosa e placida, con un'elegante virata, una luminosa farfalla scese dall'alto, sfiorò il terreno, svolazzò, esplorò attorno e restò appesa alla superficie scoscesa di una roccia battuta dal sole. Pareva ascoltare. Mosse le sottili antenne, poi distese tutte e quattro le ali, ampie e ferme, nella calda luce. L'apollo. Sulle ali bianche e sericee si notavano venature più scure in delicate linee di metallico splendore e al centro, sul bianco fondo setoso i prestigiosi occhi brillavano di un vivo rosso sangue.L'apollo richiuse le ali, così che fu ben visibile la loro forma allungata e la curvature perfetta di quelle superiori, si distese poi tutta, ancora una volta, come per prendere fiato, in un ampio cerchio e volò via. Volò dalla roccia sulla punta di un alto cardo violaceo, e di lì verso la più oscura profondità del lago. Si levò poi in alto di nuovo, stette sospesa un attimo come indecisa, diede d'improvviso una serie di festosi colpi d'ala, e sparì verso l'alto, nel profondo cielo luminoso.