L'ANIMALE E L'UOMO

IN GABBIA


I visoni d'allevamento, Mustela vison, trascorrono la loro breve vita in gabbie di rete metallica con il pavimento in maglia metallica per assicurare il passaggio degli escrementi. Le innaturali condizioni di sovraffollamento in cui i visoni vivono, sono responsabili del diffondersi di diverse infezioni. Gli allevatori devono perciò ricorrere spesso all'uso di antibiotici. Gli animali vengono vaccinati contro cimurro, botulismo ed enterite virale alla quarta settimana di vita, subendo necessariamente manipolazioni da parte dei veterinari. Vengono alimentati con sbobbe o mangimi ricavati da scarti industriali provenienti dai macelli, da altri allevamenti di animali "da pelliccia" o dalla lavorazione del pesce, il tutto addizionato di appetibilizzanti, vitamine, minerali, a volte farmaci ed ormoni. Prima dell'avvento della BSE (encefalopatia spongiforme: mucca pazza, per intenderci) veniva permesso l'uso di farine provenienti dalle carcasse di altri individui della stessa specie .  Ai riproduttori (animali scelti per la riproduzione in base alla qualità del pelo, al temperamento e alla fertilità) è concesso di vivere 4-5 anni, il tempo per 4-5 parti (uno all'anno) e per innumerevoli accoppiamenti forzati.Gli animali non destinati alla riproduzione vengono uccisi all'età di 7-8 mesi. I metodi di uccisione più utilizzati per i visoni sono l'asfissia con l'ossido di carbonio (CO) o con anidride carbonica (CO2): vengono immobilizzati e trasportati di forza (con l'uso di guanti o speciali pinze) in una "camera a gas", 30-50 alla volta. Un altro modo per provocare la morte per asfissia è quello di infilare a forza il muso dell'animale all'interno di in cilindro metallico a fondo cieco. L'anidride carbonica (il cui uso è già stato vietato in Germania perchè considerato "maltrattamento"), provoca nei visoni eccitazione, convulsioni, irritazione delle vie respiratorie. Il monossido di carbonio, impiega almeno 64 sec per indurre l'incoscienza nei visoni ,64 secondi di terrore, chiusi in una scatola a tenuta ermetica, ammassati uno sopra l'altro, senza nessuna possibilità di fuga. Altri metodi di uccisione consentiti sono l'iniezione letale intraperitoneale di tricloroacetaldeide monoidrato o pentabarbitone. Il primo provoca spasmi muscolari, dispnea (difficoltà respiratorie), irritazione peritoneale: l'animale emette lamenti sotto forma di vocalizzi. Il secondo causa irritazione peritoneale e dolore. Gli animali da uccidere sono molti, il tempo è denaro, le iniezioni vengono praticate sovente in modo maldestro e sbrigativo, causando molta sofferenza negli animali, già di per sé stressati a causa delle inevitabili manipolazioni. Altri metodi consentiti e ancora in uso sono la dislocazione delle vertebre cervicali e la rottura del cranio. Anche gli animali a cui non toccherà essere uccisi prima di aver prolificato (riproduttori) avvertono il terrore che aleggia nell'aria: le mani violente che estraggono i "compagni" dalle gabbie, i gridi, l'odore della paura, della morte...(Da pellicce.felinesoul.net)E che dire degli ermellini?