L'ANIMALE E L'UOMO

CICOGNE BIANCHE


  La Cicogna bianca è inconfondibile per le sue grandi dimensioni, il piumaggio bianco e nero ed il becco lungo e appuntito che, come le lunghe zampe, ha una colorazione rosso-arancio. In piedi ha un'altezza superiore al metro ed un'apertura alare che supera il metro e mezzo. Il lungo collo presenta le piume anteriori particolarmente lunghe, che conferiscono al petto un aspetto disordinato. Gli occhi grigi sono circondati da pelle nuda scura e sembrano quindi tagliati a mandorla. Il becco, lungo fino a 20 centimetri, è forte ed appuntito e risulta così particolarmente adatto alla caccia di prede medio-piccole (insetti, piccoli mammiferi, anfibi, rettili e piccoli uccelli) sul terreno, nell'erba alta o nell'acqua. ... Le ali, in cui spiccano le penne remiganti nere che contrastano con le copritrici candide, sono lunghe, larghe e con la punta sfrangiata, simile a quella dei grandi rapaci. Infatti anche la Cicogna bianca è un'ottima veleggiatrice: sfruttando correttamente le correnti d'aria calda, le cosiddette "termiche", che si producono al suolo per azione dei raggi solari, le cicogne sono in grado di alzarsi di quota con un limitato dispendio di energie, scivolando via seguendo un percorso rettilineo e perdendo quota lentamente fino a raggiungere un'altra termica o raggiungendo un posatoio.
  Il declino della Cicogna bianca, che ha interessato non solo l'Italia ma tutta Europa, è imputabile alla distruzione e al degrado degli ambienti di alimentazione ed alla persecuzione da parte dell'uomo. Altre cause del sensibile calo verificatosi negli ultimi decenni sono le modificazioni ambientali sopravvenute anche nei quartieri di svernamento africani, con la diminuzione delle precipitazioni, soprattutto in Africa occidentale, ed i programmi di contenimento delle locuste, che costituiscono gran parte della dieta africana delle cicogne. In Italia, dove la specie è protetta, il bracconaggio assume un'incidenza non trascurabile: ancora oggi molte cicogne vengono abbattute illegalmente sullo Stretto di Messina durante la migrazione primaverile. Un'altra importante causa diretta di mortalità è rappresentata dall'impatto e dalla folgorazione sui fili delle linee elettriche.
   Dopo l'estinzione, avvenuta intorno al XVII secolo, il nostro Paese è stato costantemente interessato dalla presenza di cicogne, sia durante la migrazione primaverile, sia durante quella autunnale. A partire dagli anni cinquanta sono stati registrati alcuni spontanei tentativi di nidificazione nel settore occidentale della Pianura Padana, nella maggior parte dei casi con esito infausto a causa dell'intervento dell'Uomo. Solo a partire dal 1985, anno di attivazione del primo Centro LIPU di riproduzione della Cicogna bianca, si è potuto assistere ad un lento ma costante incremento della popolazione nidificante.(dal sito della LIPU)