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Non RICERCARE il proprio animale smarrito è un reato equivalente all'ABBANDONO


Un'importante sentenza della Corte di Cassazione Se un animale si smarrisce ed il proprietario omette di effettuarne le ricerche, quest'ultimo si macchia di un reato equivalente all'abbandono. Così hanno stabilito i Giudici della Terza Sezione Penale della Cassazione con la sentenza n. 18892/2011.La sentenza è stata pronunciata nei confronti di un cacciatore pugliese, al quale è stato riconosciuto il reato di "abbandono di animale". Il cane non era stato in realtà abbandonato dal proprietario, si era smarrito. Il cacciatore, però,non aveva presentato alcuna denuncia di smarrimento né aveva dato avvio alle ricerche dell'animale. In sintesi, se n'era "lavato le mani".Il caso ha voluto che il cane fosse ritrovato da un veterinario proprio nei pressi della sua abitazione. Effettuato il controllo del microchip si è risaliti al proprietario. Il cacciatore ha quindi subito un processo terminato con la sua definitiva condanna.Questa sentenza ha un importante significato, in quanto amplia il concetto di abbandono e stabilisce che è un reato non solo abbandonare volutamente un animale, ma anche restare indifferenti ed inerti nel caso del suo smarrimento. "Abbandono di animale" non va quindi più inteso soltanto come lasciare un animale con un atto volontario e separarsene definitivamente, ma anche come agire un comportamento che ne ignori il destino e che resti indifferente all'incapacità dell'animale di provvedere a se stesso da solo.La Legge n.189 del luglio 2004, "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali" a proposito dei "Delitti contro il sentimento degli animali" recita: "L'articolo 727 del codice penale è sostituito dal seguente: Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze."Questa sentenza segna un ulteriore passo avanti nell'affermazione dei diritti degli animali, in quanto dimostra che i rappresentanti della Legge stanno recependo in maniera sempre più profonda le esigenze della diffusa e crescente sensibilità delle comunità nei confronti degli animali e del loro benessere.