A PROPOSITO DI CRISI FINANZIARIA Sono passati quasi sei anni dallo scoppio della c.d. "crisi finanziaria", violentemente salita alla ribalta nelle prime settimane dell'Ottobre del 2008, essendo ormai diventato evidente a livello mondiale che gli effetti dei crack di grandi istituzioni finanziarie statunitensi non si sarebbero limitati al solo mercato americano. Grazie ai meccanismi della finanza derivata, i protagonisti assoluti di quei giorni, i c.d. mutui subprime, riguardavano ormai l'intero pianeta, essendo stati "cartolarizzati" e collocati sui mercati internazionali, contagiando così l'intera finanza mondiale e senza più possibilità di essere rintracciati.Già nella relazione del 2007 la Banca dei Regolamenti Internazionali avvertiva che: "posto che le grandi banche siano riuscite a distribuire in modo diffuso i rischi insiti nei prestiti da loro concessi, chi sono i soggetti che attualmente detengono tali rischi? e quali sono le loro capacità di gestirli? La verità è che non lo sappiamo" (cfr. Silvano Scajola - Approfondimento del Rapporto Industria CISL 2008 - "La crisi finanziaria e gli effetti sull'economia reale") MUTUI SUBPRIME Differiscono dai mutui primari (i normali mutui Usa paragonabili ai nostri), perché concessi a debitori particolarmente a rischio per una serie di ragioni: reddito inadeguato all'accensione di un mutuo primario, un passato di insolvenze o fallimenti e cose simili. FINANZA DERIVATA Con questo termine si intende l'insieme dei prodotti c.d. derivati; particolari e recenti strumenti finanziari il cui valore non è determinato dal titolo in sé (azione, obbligazione, valuta estera...), come accade nelle normali transazioni finanziarie, ma è collegato al prezzo di uno strumento sottostante (un'azione, un indice, una valuta, un tasso di interesse o una merce come ad es. il petrolio, l'oro, e il grano), dal cui andamento dipende il valore e il rendimento del prodotto derivato. Tali strumenti, grazie alla globalizzazione dei mercati e all'utilizzo dell'informatica nelle transazioni finanziarie, hanno avuto uno sviluppo enorme negli ultimi decenni, sia dal punto di vista del volume e valore delle transazioni, sia dal punto di vista della tipologia di operazioni e dei relativi ambiti di applicazione; questi ultimi, infatti, non riguardano più solo titoli e strumenti del mercato finanziario (come prodotti derivati quali Futures, Options; Warrant, Swaps,. ecc), ma anche la c.d. "finanza strutturata", operazioni finanziarie molto complesse e sofisticate (ABS, CDO, MBS,CDS ..), definite in Italia con il termine generico di cartolarizzazioni le quali, oltre a presentare difficoltà operative e intrinseche tali da essere poco comprese dagli stessi addetti ai lavori secondo quanto si legge e si sente dire, riguardano ambiti e settori diversi, quali:1. il mercato dei mutui immobiliari e mobiliari (in particolare di crediti in sofferenza bancari),2. i crediti vantati dalle Pubbliche amministrazioni quali ad es. quelle attinenti le lotterie nazionali,3. il patrimonio immobiliare dello Stato,4. la copertura assicurativa di grandi progetti pubblici, ecc.... CREDITI CARTOLARIZZATI Per diminuire il rischio di credito, liberare liquidità e poter fare così nuovi prestiti - essendo i mutui sugli immobili prestiti di lunghissima durata che tengono bloccate le risorse delle banche anche per decenni - la moderna ingegneria finanziaria ha messo a punto nell'ambito di quella che viene definita "finanza strutturata", un insieme di strumenti destinati a trasformare crediti illiquidi (come i mutui) in liquidità immediata, mediante il trasferimento degli stessi dalle società erogatrici del mutuo originario a istituzioni specializzate (c.d. "società-veicolo") le quali, a loro volta, emettono titoli obbligazionari che collocano sui mercati, i cui proventi serviranno a pagare i crediti ceduti dalle banche erogatrici dei mutui, mentre il pagamento delle rate mensili da parte dei proprietari delle abitazioni garantiranno un rendimento agli investitori che hanno acquistato i titoli emessi dalle società veicolo.Ritornando ai mutui subprime, per liberarsi di crediti ritenuti ad alto rischio di insolvenza, essi sono stati prima "impacchettati" con altri prodotti finanziari e poi spezzettati in blocchi di diverso rischio, ulteriormente e nuovamente impacchettati con altri prodotti prima di essere collocati sui mercati internazionali. Per definire questa nuova categoria di investimenti finanziari è stato coniato il termine di "salsicce finanziarie", per illustrare con una metafora come pezzi di crediti "avariati" siano stati mischiati ad altri più sicuri per poi immetterli sui mercati finanziari internazionali. Nel voler ripercorrere velocemente la genesi di quella che è a tutti nota come "crisi finanziaria", occorre fare due precisazioni preliminari attinenti il mercato immobiliare e finanziario statunitense, che tanta influenza hanno avuto nel mettere in moto la crisi di cui si sta parlando: MERCATO IMMOBILIARE. Gli istituti americani specializzati nella concessione di mutui, in special modo a partire dai primissimi anni del 2000, erano stati come si dice "di manica larga" nel concedere credito ai debitori caratterizzati da un alto rischio di insolvenza (c.d. "popolo dei subprimer"), che nel 2008 avevano raggiunto un peso di circa il 14% sul totale dei mutui USA, grazie anche ad una politica sociale rivolta ad aumentare il numero di proprietari dell'abitazione di residenza (che nel 2004 ha raggiunto il 69,2% della popolazione, rappresentando il picco di tutti i tempi) e scommettendo sul basso costo del denaro che ha caratterizzato il mercato statunitense (e internazionale) in seguito al crollo delle Torri Gemelle, oltre che sulla crescita del mercato immobiliare, cresciuto dal 1997 al 2006 del 124% . MERCATI FINANZIARI. A partire dagli anni Novanta si è assistito anche (e negli Usa in particolare) ad un aumento stratosferico della tipologia e del volume degli strumenti derivati di cui abbiamo parlato (in un regime tra l'altro di quasi totale de-regulation e quindi privi di controllo da parte degli organismi di vigilanza monetaria e finanziaria). Per avere un'idea di quanto esteso ed imponente sia il mercato dei derivati, basta pensare che il valore complessivo di mutui e delle cartolarizzazioni immobiliari USA e dei prodotti derivati su scala mondiale è stato stimato pari a 531.200 miliardi di dollari ([1]), ben 10 volte superiore al PIL mondiale annuo (pari nel 2007 a circa 55.000 miliardi di dollari). Un vero e proprio castello stratosferico d'impegni finanziari su cui nessuno è mai stato in grado di capire cosa ci sia alla base e quanto sia solido, visti inoltre i giudizi discutibili emessi dalle Agenzie di Rating, legate da un doppio filo alle società che devono valutare e quindi non sempre libere nell'esprimere le proprie valutazioni. [1] Per quanto riguarda il nostro paese, il valore nozionale dei derivati finanziari e creditizi in capo alle banche italiane, è stato valutato pari a 10 mila miliardi di € (dati 2007)
A PROPOSITO DI CRISI FINANZIARIA
A PROPOSITO DI CRISI FINANZIARIA Sono passati quasi sei anni dallo scoppio della c.d. "crisi finanziaria", violentemente salita alla ribalta nelle prime settimane dell'Ottobre del 2008, essendo ormai diventato evidente a livello mondiale che gli effetti dei crack di grandi istituzioni finanziarie statunitensi non si sarebbero limitati al solo mercato americano. Grazie ai meccanismi della finanza derivata, i protagonisti assoluti di quei giorni, i c.d. mutui subprime, riguardavano ormai l'intero pianeta, essendo stati "cartolarizzati" e collocati sui mercati internazionali, contagiando così l'intera finanza mondiale e senza più possibilità di essere rintracciati.Già nella relazione del 2007 la Banca dei Regolamenti Internazionali avvertiva che: "posto che le grandi banche siano riuscite a distribuire in modo diffuso i rischi insiti nei prestiti da loro concessi, chi sono i soggetti che attualmente detengono tali rischi? e quali sono le loro capacità di gestirli? La verità è che non lo sappiamo" (cfr. Silvano Scajola - Approfondimento del Rapporto Industria CISL 2008 - "La crisi finanziaria e gli effetti sull'economia reale") MUTUI SUBPRIME Differiscono dai mutui primari (i normali mutui Usa paragonabili ai nostri), perché concessi a debitori particolarmente a rischio per una serie di ragioni: reddito inadeguato all'accensione di un mutuo primario, un passato di insolvenze o fallimenti e cose simili. FINANZA DERIVATA Con questo termine si intende l'insieme dei prodotti c.d. derivati; particolari e recenti strumenti finanziari il cui valore non è determinato dal titolo in sé (azione, obbligazione, valuta estera...), come accade nelle normali transazioni finanziarie, ma è collegato al prezzo di uno strumento sottostante (un'azione, un indice, una valuta, un tasso di interesse o una merce come ad es. il petrolio, l'oro, e il grano), dal cui andamento dipende il valore e il rendimento del prodotto derivato. Tali strumenti, grazie alla globalizzazione dei mercati e all'utilizzo dell'informatica nelle transazioni finanziarie, hanno avuto uno sviluppo enorme negli ultimi decenni, sia dal punto di vista del volume e valore delle transazioni, sia dal punto di vista della tipologia di operazioni e dei relativi ambiti di applicazione; questi ultimi, infatti, non riguardano più solo titoli e strumenti del mercato finanziario (come prodotti derivati quali Futures, Options; Warrant, Swaps,. ecc), ma anche la c.d. "finanza strutturata", operazioni finanziarie molto complesse e sofisticate (ABS, CDO, MBS,CDS ..), definite in Italia con il termine generico di cartolarizzazioni le quali, oltre a presentare difficoltà operative e intrinseche tali da essere poco comprese dagli stessi addetti ai lavori secondo quanto si legge e si sente dire, riguardano ambiti e settori diversi, quali:1. il mercato dei mutui immobiliari e mobiliari (in particolare di crediti in sofferenza bancari),2. i crediti vantati dalle Pubbliche amministrazioni quali ad es. quelle attinenti le lotterie nazionali,3. il patrimonio immobiliare dello Stato,4. la copertura assicurativa di grandi progetti pubblici, ecc.... CREDITI CARTOLARIZZATI Per diminuire il rischio di credito, liberare liquidità e poter fare così nuovi prestiti - essendo i mutui sugli immobili prestiti di lunghissima durata che tengono bloccate le risorse delle banche anche per decenni - la moderna ingegneria finanziaria ha messo a punto nell'ambito di quella che viene definita "finanza strutturata", un insieme di strumenti destinati a trasformare crediti illiquidi (come i mutui) in liquidità immediata, mediante il trasferimento degli stessi dalle società erogatrici del mutuo originario a istituzioni specializzate (c.d. "società-veicolo") le quali, a loro volta, emettono titoli obbligazionari che collocano sui mercati, i cui proventi serviranno a pagare i crediti ceduti dalle banche erogatrici dei mutui, mentre il pagamento delle rate mensili da parte dei proprietari delle abitazioni garantiranno un rendimento agli investitori che hanno acquistato i titoli emessi dalle società veicolo.Ritornando ai mutui subprime, per liberarsi di crediti ritenuti ad alto rischio di insolvenza, essi sono stati prima "impacchettati" con altri prodotti finanziari e poi spezzettati in blocchi di diverso rischio, ulteriormente e nuovamente impacchettati con altri prodotti prima di essere collocati sui mercati internazionali. Per definire questa nuova categoria di investimenti finanziari è stato coniato il termine di "salsicce finanziarie", per illustrare con una metafora come pezzi di crediti "avariati" siano stati mischiati ad altri più sicuri per poi immetterli sui mercati finanziari internazionali. Nel voler ripercorrere velocemente la genesi di quella che è a tutti nota come "crisi finanziaria", occorre fare due precisazioni preliminari attinenti il mercato immobiliare e finanziario statunitense, che tanta influenza hanno avuto nel mettere in moto la crisi di cui si sta parlando: MERCATO IMMOBILIARE. Gli istituti americani specializzati nella concessione di mutui, in special modo a partire dai primissimi anni del 2000, erano stati come si dice "di manica larga" nel concedere credito ai debitori caratterizzati da un alto rischio di insolvenza (c.d. "popolo dei subprimer"), che nel 2008 avevano raggiunto un peso di circa il 14% sul totale dei mutui USA, grazie anche ad una politica sociale rivolta ad aumentare il numero di proprietari dell'abitazione di residenza (che nel 2004 ha raggiunto il 69,2% della popolazione, rappresentando il picco di tutti i tempi) e scommettendo sul basso costo del denaro che ha caratterizzato il mercato statunitense (e internazionale) in seguito al crollo delle Torri Gemelle, oltre che sulla crescita del mercato immobiliare, cresciuto dal 1997 al 2006 del 124% . MERCATI FINANZIARI. A partire dagli anni Novanta si è assistito anche (e negli Usa in particolare) ad un aumento stratosferico della tipologia e del volume degli strumenti derivati di cui abbiamo parlato (in un regime tra l'altro di quasi totale de-regulation e quindi privi di controllo da parte degli organismi di vigilanza monetaria e finanziaria). Per avere un'idea di quanto esteso ed imponente sia il mercato dei derivati, basta pensare che il valore complessivo di mutui e delle cartolarizzazioni immobiliari USA e dei prodotti derivati su scala mondiale è stato stimato pari a 531.200 miliardi di dollari ([1]), ben 10 volte superiore al PIL mondiale annuo (pari nel 2007 a circa 55.000 miliardi di dollari). Un vero e proprio castello stratosferico d'impegni finanziari su cui nessuno è mai stato in grado di capire cosa ci sia alla base e quanto sia solido, visti inoltre i giudizi discutibili emessi dalle Agenzie di Rating, legate da un doppio filo alle società che devono valutare e quindi non sempre libere nell'esprimere le proprie valutazioni. [1] Per quanto riguarda il nostro paese, il valore nozionale dei derivati finanziari e creditizi in capo alle banche italiane, è stato valutato pari a 10 mila miliardi di € (dati 2007)