ANTILAZIO

NON SOLO STADIO DEL RIOMA... CASA LAZIO: UN ECOMOSTRO NEL PARCO COLLI D'ORO??


 Da quando è stata annunciata da James Pallota & Soci la costruzione dello Stadio di proprietà della Roma, molti "ambienti" lanziali si sono improvvisati naturalisti convinti; del resto, oltre a cambiare bandiera con estrema facilità, i nostri simpaticissimi dirimpettai hanno spesso dato prova di eguale abilità nel cambiare opinioni e stili di vita in funzione della Roma.Mi spiego meglio. Se un domani la Roma decidesse di diversificare il business ed entrare nel mondo del Prosciutto di Parma, i lanziali diventerebbero vegani dal giorno alla notte, accampando motivazioni di carattere morale sul perché è sbagliato diminuire artificiosamente la vita media dei suini.Ed ecco che, dopo l'annuncio del nuovo Stadio in 5 anni a Tor di Valle, i lanziali hanno iniziato a tirar fuori non meglio precisati vincoli paesaggistici, vincoli idrici, vincoli geologici, vincoli alle emissioni acustiche... insomma, vincoli di ogni tipo, proprio in quel di Tor di Valle, che ostacolerebbero la costruzione dello Stadio di proprietà della Roma.Scatendando anche la rabbia di un famoso blog di protesta contro l'attuale amministrazione capitolina, ovvero ROMAFASCHIFO, che ha addirittura fatto un reportage di 40 foto al fine di testimoniare lo stato di degrado ed abbandono assoluto in cui versa Tor di Valle, alla faccia del vincolo paesaggistico invocato dai lanziali.Del resto, nel progetto ci sarebbe anche un enorme spazio per il verde pubblico, al posto dell'attuale bidonville; ma questo, i lanziali, non lo sanno, o, come sempre, fan finta di non saperlo.Ma vi è di più!I lanziali si sono fatti portavoce dell'accorato appello della figlia - Clara Lafuente - di Julio Lafuente, l'architetto che progettò l'attuale ex Ippodromo di Tor di Valle, invocando un intervento del MIB per decretare, ex lege n. 42/2004, l'intoccabilità dell'ippodromo (il progetto, secondo fonti formellesi, ne prevede la distruzione e la sostituzione con lo Stadio) quale patrimonio architettonico della Capitale.Ovviamente, i lanziali, come spesso accade, hanno travisato, e/o male interpretato, e/o piegato al loro volere, le reali parole di Clara Lafuente, figlia dell'architetto, la quale sponsorizzava un riutilizzo delle gradinate dell'ippodromo, giudicate "sperimentali" negli anni '60, per il futuro campo di allenamento della Roma.Avete capito bene: Clara Lafuente voleva il RIUTILIZZO delle gradinate dell'ippodromo, non IL BLOCCO del progetto dello Stadio di proprietà; anche perché, ad oggi, l'ippodromo è un cumulo di ruderi.Tutto questo incipit, per sottolineare il livello di ipocrisia - sulla sponda bianco-azzurra-celeste-blu del Tevere - al quale si è giunti, pur di voler osteggiare la realizzazione dello Stadio di proprietà, per il solo fatto che è la Roma, e non la Lazio, a farlo.Quando invece - se c'è, e se mai ci sarà - un ecomostro a Roma, non sarà certo il famigerato "stadio del rioma"... per il momento, infatti, l'unico ecomostro è Casa Lazio: giudicata opera insostenibile e inadeguata. leggi articolo su Roma Todayleggi articolo su Roma Today