COGITO ERGO DUBITOper cancellare gli dèi dalla memoria dell'Uomo. "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (D. Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120) |
L'anima è una cosa da vigliacchi i quali, per poter vivere degnamente la propria vita, hanno prima bisogno di esorcizzare la loro ineluttabile morte (Me medesimo).
Il timore e l'ignoranza hanno generato la religione. Il bisogno e la sofferenza la tengono in vita.
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La fede spinge all'ignoranza e l'ignoranza è un buon substrato per la fede. In definitiva esse si arricchiscono a vicenda, autosostenendosi (Me medesimo).
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Dove c'è uno disposto a credere c'è sempre anche quello pronto a dartela a bere: è un binomio imprescindibile. In biologia si chiama parassitismo (Me medesimo).
Fu la Logica ad uccidere dio, così un giorno ci insegneranno a scuola (Me medesimo).
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Nell'ipotesi assurda che Dio esistesse, non ci farebbe una bella figura (Me medesimo).
Il punto fondamentale non è se Dio esista o no, perché per me non soltanto Dio non esiste, ma nemmeno voglio che esista e seppure esistesse potrei solo disprezzarlo (Me medesimo).
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A proposito di ingerenze della Chiesa nella vita delle famiglie: perché dovrei permettere a quel dio che dovette affogare i suoi figli col Diluvio Universale di dire a me come crescere i miei? (Me medesimo).
Credere è uno spreco di intelligenza. Credere in qualcosa di inventato da qualcun altro è uno spreco di fantasia (Me medesimo).
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Le religioni non sono tutte uguali, sono ognuna peggiore dell'altra (Me medesimo).
Per la chiesa cattolica tutti gli esseri umani sono uguali, ma gli omosessuali sono meno uguali degli altri (Me medesimo).
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Gli uomini sono tutti atei, visto che dio non esiste. Purtroppo soltanto il 10 per cento dell'umanità ne è consapevole (Me medesimo).
Una volta ho pregato Dio di regalarmi un'autoradio, ma poi ho capito che non è così che lavora e allora ne ho rubata una e gli ho chiesto di perdonarmi. Non confondiamo Dio con Babbo Natale (Me medesimo).
Teologia: lo studio del nulla attraverso le favole.
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Dio è la scappatoia dell'ignoranza.
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Preferisco perdere l'anima, anziché rinunziare alla ragione.
I credenti dovrebbero rifiutarsi di adorare un Dio che li ha creati imperfetti solo per poterli un giorno giudicare e punire.
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Se Gesù fosse stato ucciso un paio di secoli fa, i bambini cattolici porterebbero al collo piccole ghigliottine, e non croci.
Puoi chiamare Dio in tanti modi: Signore, Allah, Manitù, Krishna, Visnù, Geova... tanto non risponde!
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Naturalmente è l'inferno, non il paradiso, che rende potenti i sacerdoti, perché - dopo migliaia di anni di cosiddetta civiltà - la paura rimane l'unico comune denominatore dell'umanità.
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Il fatto che le minacce dell'inferno abbiano la loro utilità sociale non è un argomento a sostegno della verità della religione; è semplicemente un argomento a sfavore della specie umana.
La giustizia divina è una giustizia umana sotto mentite spoglie.
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Dove c'è disgrazia, troverai un esponente di qualche religione. Dove c'è carità religiosa, c'è marketing. Dove c'è religione c'è paura del diverso.
Pochi hanno fatto appello alla ragione, all'onore, alla legge, alla libertà, alla conoscenza ed al rispetto qui in questo mondo. Molti invece hanno fatto appello al pregiudizio, alla paura, ai miracoli, alla schiavitù, all'ignoranza, al fanatismo ed alla superstizione. In pochi hanno detto "Pensa" , in molti hanno detto "Credi".
Post n°385 pubblicato il 02 Giugno 2013 da dyno1966
Tag: aforisma, atei, ateismo, ateo, chiesa, chiesa cattolica, Dio, militanza, premio Nobel, Saramago «Mi sono sempre considerato un ateo tranquillo perché l’ateismo come militanza pubblica mi sembrava qualcosa di inutile, ma ora sto cambiando idea. Alle insolenze reazionarie della Chiesa Cattolica bisogna rispondere con l’insolenza dell’intelligenza viva, del buon senso, della parola responsabile. Non possiamo permettere che la verità venga offesa ogni giorno dai presunti rappresentati di Dio in terra ai quali in realtà interessa solo il potere.» |
Post n°384 pubblicato il 02 Giugno 2013 da dyno1966
Forse sottolineerò le solite banalità, ma vorrei ugualmente rammentare, a chi non avesse perfettamente chiaro il quadro generale della situazione, che gli atei di norma si irritano solamente perché sono circondati da una moltitudine di credenti di ogni risma che li affliggono in continuazione con le loro domande ed i loro perché, ma non per imbastire una civile conversazione confrontando i rispettivi punti di vista per trovare un’improbabile intesa, bensì per cercare nuovi spunti per offenderli e fargli amorevolmente sapere, nella loro ottica, che li aspetta l'Inferno. Solo per questo si reagisce in malo modo, certo non per attaccare i miliardi di beati creduloni che riempiono il globo facendosi trascinare in un conflitto perso in partenza. E' indubbio che questo è un clima molto teso. Né serve a molto invocare rispetto da entrambe le parti. Gli stessi cattolici non lo fanno, pur vantando tolleranza e carità cristiana. Figurarsi gli atei che ritengono un adulto che crede ancora nelle favole e nella magia indegno di considerazione. Come si può negare quest’evidenza passandoci sopra e fingendo rispetto con ipocrisia? A coloro che vengono considerati idioti, a torto o ragione che sia, non si riserva forse un sorrisetto di sufficienza? Fa parte della natura umana, quindi io sinceramente non vedo via di uscita, salvo all’improvviso l’umanità faccia un balzo evolutivo culturale mai visto prima. Ma questa è fantascienza. |
Post n°383 pubblicato il 27 Maggio 2013 da dyno1966
Tag: adorazione, altare, chiesa, credo, crocifissione, Dio, fedeli, religione, scarafaggi, vignetta, vignette |
Post n°382 pubblicato il 27 Maggio 2013 da dyno1966
Tag: affezioni dermatologiche, Antichi Romani, buddismo, buddisti, cattolicesimo, cattolici, cattolico, chiesa cattolica, chiesa latina, chiesa ortodossa, chiesa romana, corteccia cerebrale, cristianesimo, Cristo, croce, crocifissione, cultura cattolica, divinità, Francesco d'Assisi, idolatria, Islam, islamici, materialismo, mesencefalo, mussulmani, Natuzza Evolo, neuropsichiatria, Padre Pio, preghiera, protestantesimo, religione, religioni, resurrezione, sacre scritture, San Francesco, sovrannaturale, stigmate, stigmate epigrafiche, stimmate, suggestione Innanzitutto, ammesso che qualcuno voglia assumersi l'ingrato compito di prendere in considerazione tali idiozie, magari ignorante del fatto che Cristo non è mai esistito e che gli antichi romani non hanno mai crocifisso nessuno usando i chiodi, bisogna in ogni caso essere assolutamente certi del fenomeno di cui si sta parlando. Una testimonianza a posteriori dell'evento non è sufficiente: un fenomeno va prima documentato e poi interpretato. E' questa la prima rigorosa regola del metodo di indagine scientifica. Da non dimenticare comunque che esistono argomentazioni abbastanza complesse, ma storicamente ben documentate, sulle lesioni autoinflitte, così come non si può trascurare l'esistenza di numerose affezioni dermatologiche molto somiglianti alle stigmate; infine bisogna aggiungere come la suggestione sia in grado di aggravare tali affezioni sino a renderle difficilmente guaribili. Un noto neuropsichiatra dell'Università di Torino, Franco Granone, trattando del caso delle stigmate epigrafiche, formulò un'ipotesi scientifica quanto mai suggestiva: le figure riprodotte sul corpo sarebbero l'espressione di un'eccezionale correlazione tra corteccia cerebrale e mesencefalo, per cui la corteccia trasferirebbe sul corpo l'immagine osservata mediante il mesencefalo attraverso una via "vasomotrice diapedesica", ossia un passaggio di sangue attraverso la parete intatta dei capillari. Un'ipotesi, s'intende, tutta da verificare. Per capire, e solo in parte, il fenomeno delle stigmate di certi personaggi come Padre Pio o Natuzza Evolo, bisogna prima capire il contesto in cui si manifesta. Tali segni sono infatti l'espressione di quella parte della cultura cattolica che vuol vedere le prove tangibili della fede e non si accontenta di adorare la divinità solo attraverso la contemplazione delle sacre scritture o la preghiera. Non per nulla il cattolicesimo per sua stessa natura, è una religione fondamentalmente idolatra e materialista (ad es. la resurrezione dei corpi con la fine del mondo), sebbene professi una spiritualità che molto poco le appartiene. La fenomenologia delle stigmate è indubbiamente un fatto strettamente cattolico. Vi sono religioni che non contemplano affatto questi o altri segni simili: non esistono nel buddismo segnali fisici che indichino una relazione con il divino, non ci sono stigmatizzati islamici e la dottrina musulmana è assolutamente contraria a fenomeni di questo genere. Addirittura, presso i cristiani, le stigmate si evidenziano solo nella chiesa latina. La Chiesa ortodossa d'Oriente non riconosce la sovrannaturalità di questo fenomeno; lo stesso vale per il protestantesimo, che ignora totalmente questa forma di espressione religiosa. Gli stigmatizzati sono una esclusiva degli appartenenti alla Chiesa romana. Va sottolineato che anche il periodo storico nel quale tali segni si esprimono è limitato nel tempo: non esistono infatti testimonianze precedenti il 1224, anno in cui San Francesco d'Assisi, primo stigmatizzato della storia, cominciò a mostrarle. Ciò avvenne proprio nell'epoca in cui si cominciava ad esaltare il culto dell'incarnazione di Cristo attraverso le frequenti e spettacolari rappresentazioni pittoriche della passione e della crocifissione, che fino ad allora erano fredde e stilizzate (vedi la storia della croce). È facilmente intuibile come, in assenza di modelli e di rappresentazioni, non vi fosse stata sino ad allora la possibilità che il fenomeno delle stigmate prendesse avvio. In assenza di immagini da imitare non potevano esserci stigmatizzati, e infatti apparvero solo dopo la proliferazione di esse. |
Post n°381 pubblicato il 27 Maggio 2013 da dyno1966
I devoti, incapaci di accusare Dio di malvagità, si abituano a considerare i più duri colpi della sorte come prove indubbie della bontà celeste. Se sono immersi nel dolore, si ordina loro di credere che Dio li ama, che Dio li protegge, che Dio vuol metterli alla prova. Così la religione è arrivata a mutare il male in bene! Un incredulo diceva giustamente: «Se il buon Dio tratta così quelli che ama, lo prego con tutto il cuore di non pensare a me» (Paul Thiry d'Holbach). |
Se dio esistesse davvero non ci sarebbe bisogno di crederci.
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Si prega, se possibile, di inviare commenti intelligenti e costruttivi. Se ritenete invece di non esserne capaci, dimostrando di essere solo dei cattolici fondamentalisti decerebrati inclini a demenzialità o insulti, almeno non vi stupite se verrete ignorati.
ULTIMI COMMENTI
L'intelletto ha una sua dignità che perde quando viene avvolto dall'ombra della fede (Me medesimo).
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Non c'è nulla che spenga di più la mente come le droghe, l'alcool o le religioni (Me medesimo).
Le regole religiose sono come le mutande: ogni credente se le aggiusta come meglio gli fa comodo (Me medesimo).
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In principio c'era il nulla. Poi venne Dio e le cose non cambiarono (Me medesimo).
Per dare un contributo utile alla salute del nostro pianeta consiglio, dopo le domeniche senza auto... le domeniche senza Dio. Provare per credere (Me medesimo).
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Se esiste Berlusconi, non può esserci un dio (Me medesimo).
L’uomo divenne religioso nel momento in cui sviluppò, a differenza degli altri animali, una strana mutazione a livello cerebrale che lui stesso chiamò, irrazionalmente, razionalità: credette di vedere nella natura qualcosa al di là della realtà e per sé qualcosa al di là della morte (Me medesimo).
Le certezze appartengono al regno dei cieli, mentre i dubbi si addicono al mondo terreno della conoscenza. Quanto ai preti: quelli non stanno nè in cielo nè in terra (Me medesimo).
L'uomo ha creato Dio, solo per dare risposte alle sue incertezze e mascherare con un alone di grandezza la sua immensa ignoranza (Me medesimo).
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Se dio avesse voluto che credessimo in lui sarebbe esistito (Me medesimo).
Quel che si suol credere carità “cristiana” è in realtà mera appropriazione indebita: l'uomo ha solamente bisogno di ritrovare i propri valori nella dignità che gli compete (Me medesimo).
Preti e puttane. La differenza è evidente: se proprio devi pagare per guadagnarti il paradiso... almeno che sia un paradiso tangibile! (Me medesimo).
Credenti: ignoranti cronici ma orgogliosi della loro ignoranza, quella che io chiamo l'arroganza dell'ignoranza. Non è un caso che la si riscontra più nei credenti che non nei "non praticanti il culto degli dèi" (basta con la parola atei, manco ci mancasse qualcosa) (Me medesimo).
Dio è il nome che dall'inizio dei tempi gli uomini diedero alla loro ignoranza.
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La nozione del soprannaturale con le sue assurdità venne messa in crisi irreversibile nel momento in cui nacque la scienza sperimentale del naturale
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Se gli Atei non hanno il diritto di distruggere le illusioni, i religiosi non hanno il diritto di crearle.
Se la bibbia prova l'esistenza di Dio, allora i fumetti provano l'esistenza di Superman.
La religione è per sua stessa natura, una macchina per spaventare e far rigar dritte le persone.
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La gente comune con paranoia vive laicamente, ma si riserva una speranza per l'aldilà, cercando di non sprecare troppa della propria razionalità.
Inviato da: dyno1966
il 06/06/2013 alle 15:04
Inviato da: dyno1966
il 06/06/2013 alle 15:04
Inviato da: dyno1966
il 06/06/2013 alle 13:28
Inviato da: dyno1966
il 06/06/2013 alle 13:27
Inviato da: dyno1966
il 06/06/2013 alle 13:25